Capitolo 3 (2^parte)

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«Non sono sicura» ribatté Maryse «di quanto valga la tua parola.»
«Per quanto io sia un licantropo» disse Luke «sono anche un Cacciatore. Sono disposto a sottopormi alla prova della Spada,se sarà necessario.» La prova della Spada? Questo non faceva presagire niente di buono. Clary lanciò un'occhiata a Jace. Esteriormente era calmo, le dita intrecciate in grembo, ma era scosso da un tremito che tradiva la tensione, come se fosse a un pelo dall'esplodere. Jace
colse il suo sguardo e disse: «La Spada
dell'Anima. Il secondo degli Strumenti Mortali. Viene usata nei processi per stabilire se un Cacciatore mente.»
«Tu non sei un Cacciatore» disse Maryse a Luke, come se Jace non avesse parlato. «È da tempo, da molto tempo che non vivi secondo la Legge del Conclave.»
«C'è stato un tempo in cui neanche tu la seguivi»replicò Luke. Le guance della donna si fecero paonazze. «Pensavo» continuò Luke «che ormai avessi superato la tua inclinazione a non fidarti mai di nessuno, Maryse.»
«Certe cose non si perdono mai» disse lei. La sua voce aveva una dolcezza minacciosa. «Credi che fingersi morto sia stata la menzogna più grande che Valentine ci ha propinato?Credi che il fascino corrisponda alla sincerità? Io la pensavo così. Mi sbagliavo.» Si alzò e si appoggiò al tavolo
con le mani sottili. «Ci disse che si sarebbe sacrificato per il Circolo e che si aspettava che lo facessimo anche noi. E noi lo avremmo fatto, tutti. Io l'ho quasi fatto.» I suoi occhi scivolarono su Jace e Clary, quindi si fissarono su quelli di Luke. «Ti ricordi quando ci disse che la Rivolta sarebbe stata poca cosa, una scaramuccia: tutta la potenza
del Circolo contro pochi ambasciatori disarmati. Ero talmente sicura di una nostra rapida vittoria che quando andai ad Alicante
lasciai Alec a casa nella culla. Chiesi a Jocelyn di guardarmi i bambini, mentre ero via. Lei rifiutò. Ora so perché. Lei sapeva... e anche tu. E non ci hai avvertito.» «Provai a mettervi in guardia su Valentine» disse Luke. «Non mi deste ascolto.»
«Non parlo di Valentine. Parlo della Rivolta! Quando arrivammo, eravamo in cinquanta contro cinquecento Nascosti...»
«Eri pronta a massacrarli quando pensavi che sarebbero stati solo cinque uomini disarmati» disse Luke con calma. Le mani di Maryse si serrarono sulla scrivania. «Siamo stati noi a essere massacrati» disse. «Nel bel mezzo della carneficina, ci siamo rivolti fiduciosi a Valentine perché ci guidasse. Ma lui non c'era. A quel punto il Conclave ha fatto circondare la Sala degli Accordi. Pensavamo che Valentine fosse stato ucciso, eravamo pronti a dare le nostre vite, in un ultimo, disperato assalto. Poi mi sono ricordata di Alec... se fossi morta, cosa sarebbe successo al mio bambino?» La sua voce si ruppe. «Così deposi le armi e mi consegnai al Conclave.»
«Hai fatto la cosa giusta, Maryse» disse Luke. Si girò verso di lui, gli occhi fiammeggianti. «Non trattarmi con questa
condiscendenza,lupo mannaro. Fosse stato per te...»
«Non gridargli contro!» Clary intervenne, quasi alzandosi in piedi anche lei. «È solo colpa tua se hai creduto a Valentine...»
«E pensi che non lo sappia?» Nella voce di Maryse si era insinuata una sfumatura aspra. «Oh, il Conclave ce lo spiegò bene, quando ci interrogò... Avevano la Spada dell'Anima e sapevano quando mentivamo, ma non riu-
scirono a farci parlare... niente riuscì a farci parlare, fino a che...»
«Fino a cosa?» Era stato Luke a fare quella domanda. «Io non l'ho mai saputo. Mi sono sempre chiesto cosa vi avessero detto per far sì che gli voltaste le spalle.»
«La pura verità» disse Maryse, e apparve improvvisamente stanca. «Che Valentine non era morto là nella Sala. Era fuggito... Ci aveva lasciato a crepare senza di lui. Era morto più tardi, ci dissero, bruciato vivo nella sua casa. L'Inquisitore ci mostrò le sue ossa, i resti carbonizzati dell'amuleto che era solito portare. Naturalmente, era un'altra menzogna...» La sua voce si spense, quindi Maryse riprese il controllo e disse in tono secco: «A quel punto stava comunque andando tutto a pezzi. Alla fine ci parlammo, noi del Circolo. Prima della battaglia, Valentine mi aveva preso da parte e mi
aveva detto che, tra tutti i membri del Circolo, ero quella di cui si fidava di più, la sua collaboratrice più stretta. Quando il Conclave ci interrogò, scoprii che aveva detto la stessa cosa a tutti.»
«Non c'è niente di peggio di una donna tradita» borbottò Luke, così piano che solo Clary lo sentì.
«Non ha mentito solo al Conclave, ma a tutti noi. Si è servito della nostra lealtà e del nostro affetto. Proprio come ha fatto quando ti ha mandato da noi» disse Maryse guardando dritto in faccia Jace. «E adesso è tornato. E ha la Coppa Mortale. Lo progetta
da anni, senza sosta, tutto il piano. Non posso permettermi di fidarmi di te, Jace. Mi dispiace》Jace non disse nulla. Il suo viso era privo di espressione, ma, via via che Maryse parlava, si era fatto più pallido, coi recenti lividi che gli risaltavano sulla mascella e sulla guancia.
«E allora?» fece Luke. «Cosa ti
aspetti che faccia? Dove dovrebbe andare?»
Gli occhi di Maryse si posarono per un attimo su Clary. «Perché non va da sua sorella?» domandò. «La famiglia...»
«È Isabelle, la sorella di Jace» la interruppe Clary. «Alec e Max sono i suoi fratelli. Cosa gli dirai? Ti odieranno per sempre, se sbatti Jace fuori da casa vostra.» Gli occhi di Maryse si posarono su di lei. «E tu che ne sai?»
«Conosco Alec e Isabelle» rispose Clary. Il pensiero di Valentine si fece vivo, importuno; lo respinse. «Ci vuole qualcosa più del sangue per fare una famiglia. Valentine non è mio padre. È Luke mio padre. Proprio come
Alec, Max e Isabelle sono la famiglia di Jace. Se provi a strapparlo dalla vostra famiglia, lascerai una ferita che non si rimarginerà più.» Luke la guardava con una sorta di stupito rispetto. Gli occhi di Maryse ebbero un guizzo di... incertezza?
«Clary» disse piano Jace. «Basta.» Aveva l'aria sconfitta. Clary si rivolse a Maryse.
«E la Spada?» chiese. Per un istante Maryse
la guardò con sincera perplessità. «La Spada?»
«La Spada dell'Anima» disse Clary. «Quella di cui vi servite per capire se un Cacciatore mente o meno. Potete usarla su Jace.»
«Questa è una buona idea.»La voce di Jace tradì una scintilla di animazione.
«Hai ragione, Clary ma non sai cosa comporta una decisione del genere»
disse Luke. «L'unica che può usare la spada è l'Inquisitrice.» Jace si drizzò a sedere sulla sedia. «E allora invitatela. Chiamate l'Inquisitrice. Voglio farla finita con questa storia.»
«No» disse Luke, mentre Marysestava osservando Jace.
«L'Inquisitrice» disse lei a malincuore «sta già arrivando...»
«Maryse.» La voce di Luke si incrinò. «Dimmi che non l'hai immischiata in questa faccenda!»
«Non sono stata io! Pensi che il Conclave sarebbe rimasto a guardare questa delirante storia di Dimenticati, Portali e finte morti senza intervenire? Dopo quello che ha fatto Hodge? Ora, grazie a Valentine, siamo tutti
sotto inchiesta» concluse, notando l'espressione cerea e sbalordita di Jace.
«L'Inquisitrice potrebbe mettere Jace in prigione. Potrebbe privarlo dei marchi. Ho pensato che sarebbe stato meglio...»
«... che Jace se ne andasse prima del suo arrivo» disse Luke. «Non mi stupisce che tu fossi così ansiosa di mandarlo via.»
«Chi è l'Inquisitrice?» chiese Clary. La parola evocava immagini dell'Inquisizione spagnola, torture, fruste e ruote. «Che cosa
fa?»
«Indaga sui Cacciatori per conto del Conclave» rispose Luke. «Si assicura che i Nephilim non infrangano la Legge. Dopo la Rivolta ha indagato su tutti i membri del Circolo.»
«È stata lei a maledire Hodge?» domandò Jace. «E a mandarvi qui?»
«Ha scelto il nostro esilio e la sua punizione. Non ha alcun affetto per noi. E odia tuo padre.»
«Non me ne andrò» disse Jace, sempre molto pallido. «Cosa farà se verrà qui e non mi troverà? Penserà che avete complottato per nascondermi. Punirà voi... tu, Alex, Isabelle e Max.» Maryse tacque.
«Maryse, non fare la sciocca» disse Luke. «Se manderai via Jace lei ti biasimerà ancora di più. Tenerlo qui e permettere che sia sottoposto alla prova dalla Spada sarebbe un
segno di buona fede.»
«Tenere qui Jace... non dirai sul serio, Luke!» esclamò Clary. Sapeva che ricorrere alla Spada era stata una sua idea, ma cominciava a pentirsi di averla proposta. «Dev'esse
re una donna orribile.»
«Ma se Jace se ne va» obiettò Luke «non potrà più tornare. Non sarà mai più un Cacciatore. Che ci piaccia o no,l'Inquisitrice è il braccio della Legge. Se Jace vuole continuare a far parte del Conclave, deve
collaborare con lei. Ha qualcosa dalla sua, qualcosa che i membri del Circolo non avevano dopo la Rivolta.»
«E sarebbe?» chiese Maryse. Luke fece un debole sorriso. «Diversamente da te»
rispose «Jace dice la verità.» Maryse respirò a fatica, poi si rivolse a Jace. «In definitiva deve essere una decisione tua» disse. «Se vuoi il processo, puoi rimanere qui fino all'arrivo dell'Inquisitrice.»
«Rimango» disse Jace. Nel suo tono c'era una risolutezza priva di rabbia che sorprese Clary. Sembrava che guardasse oltre Maryse con un lieve lampo negli occhi, come se vi si riflettesse il fuoco. In quel momento, Clary non poté fare a meno di pensare che Jace somigliava molto a suo padre.

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