23/09/21
|HARRY'S POV|
Quella notte non riuscii a dormire: sapevo benissimo che con Jonathan non era finita, i suoi occhi parlavano, ed il pensiero di doverlo affrontare mi intimoriva parecchio.
Mi riaddormentai solo per dieci minuti, dopodichè, il suono della sveglia arrivò dritto alle mie orecchie.
La sensazione che mi perforava era alquanto strana, probabilmente, causata dalle poche ore di sonno.
Quella mattina decisi di saltare colazione, volevo avere meno contatti , sia visivi sia fisici, possibili: quindi mi sembrò la scelta più ragionevole.
Quando mancavano circa venti minuti all'inizio delle lezioni, uscii dalla stanza, mi tirai sui ricci il cappuccio della felpa, e con sguardo basso, andai verso l'aula predefinita.
Sentivo perfettamente dei passi dietro di me, ma ero davvero troppo perso in me stesso per darci la giusta importanza.
"Styles, hai davvero così tanta paura di me? Non vieni nemmeno a fare colazione?" Disse affiancandomi.
Non gli risposi, cercai di togliere la sua presenza aumentando il passo, ma lui fece altrettanto : il fuoco nei suoi occhi non era normale, si poteva percepire la rabbia repressa da troppo tempo.
In qualche modo doveva scaricare la sua rabbia su qualcuno, e a quanto pare, quel qualcuno ero io: ero palesemente io.
Eravamo davanti alla classe, scelta poco intelligente da parte sua, cominciò a spingermi, il fatto che io non stessi reagendo è perché sapevo perfettamente chi ci fosse dentro all'aula: il professore di francese.
Non so bene cosa fosse succeso: sentii il flusso del sangue liscio cominciare a colare dal mio labbro, rimasi spiazzato, fino a quando vidi la sua mano ,racchiusa in un pugno, pronta a colpirmi, per la seconda volta.
La porta si aprì di scatto rivelando Louis, sembrò inizialmente confuso ma ci mise relativamente poco tempo per realizzare il contesto della situazione.
Sentivo che il sangue non si era fermato, il flusso scorreva senza pausa.
Lo sguardo del nostro professore scattò tra me e Jonathan in una frazione di secondo, ci mise altrettanto poco tempo a mandarlo in presidenza.
Rimanemmo io e lui, mi guardò negli occhi: il ghiaccio, il mare, era tutto nelle sue iridi, le quali, erano incastonate nelle mie.
Sentivo Il suo blu invadere il mio verde, ma fu proprio la sua voce ad interrompermi da quella visione.
"Vieni con me" disse accompagnandomi fino al bagno più vicino.
Prese un pezzo di carta e lo mise sotto il delicato flusso di acqua, per poi avvicinarlo alle mie labbra; ed estremamente concentrato, le sue labbra di un rosa tendente al rosso, erano socchiuse.
Volevo provare la sensazione di avere quelle labbra vellutate sulle mie: volevo baciarlo.
Lo feci, o meglio, avrei voluto farlo: ma non ne avevo il coraggio.
"Va meglio?" Mi chiese dopo avermi applicato il pezzo di carta impregnato d'acqua.
Annui debolmente portando due dita sul lembo di carta: ero abbastanza impaurito di ritornare nella stessa stanza con Jonathan.
Solitamente non mi facevo intimorire da qualcuno o qualcosa, ma al momento la mia mente non pensava ad altro se non a lui : Louis.
Il pensiero mi balenò in mente solo in quel momento: era un ragazzo, io ero un ragazzo, era poi così giusto?
Non mi importò notevolmente, le sensazioni che provavo quando mi stringeva a lui, quando sentivo il suo profumo, quando la sua mano passava tra i miei ricci,erano impagabili.
Non sapevo che cosa mi stesse succedendo.
Forse mi stavo innamorando.
Forse avrei ricevuto delusioni.
Forse avrei ricevuto false speranze.
Ma al momento non ci diedi peso: lo sentivo, non sapevo probabilmente la sensazione dell'amore, ma lo sentivo, e volevo solamente prenderlo con leggerezza.
Volevo l'amore senza pensieri.
Volevo vivermelo.
Volevo godermelo.
Ma una domanda mi sorse spontanea: lui provava lo stesso?
Non si può amare da soli.

STAI LEGGENDO
I'm complicated
FanfictionLouis Tomlinson, professore di lingua francese, verrà assunto nello stesso liceo linguistico dove, due anni prima, si è iscritto Harry Styles. Harry Styles, si trova al secondo anno di liceo linguistico, ragazzo molto sicuro di sè, che però fa fatic...