10 giorni dopo...
13/10/21
|HARRY'S POV|
Eravamo ritornati il giorno precedente; la prima gita annuale era passata, forse fin troppo lentamente, ogni giorno ritrovarmi i suoi occhi addosso era oppressivo.
Lui cercava imperterrito di parlarmi, più volte mi aveva chiesto di 'chiarire', ma non lo ascoltai, me ne andavo con semplicità, facendo finta di non averlo sentito.
Ormai mi ero promesso di non fidarmi più, di nessuno, mai più. Le persone portano delusioni, e non mi sono mai sentito pronto ad affrontarle, la paura di soffrire mi invadeva.
Decisi di lasciar viaggiare la mia mente, anche se non liberamente, trovavo confini e mi fermavo a riflettere, a volte per qualche minuto, altre impiegavo notti insonni.
Percepivo le stesse sensazioni di quando lo avevo visto le prime volte, non volevo parlare, specialmente con lui, la sua voce mi irritatava, la sua persona era troppo imponente come a sostituire qualcosa, i suoi occhi erano troppo blu.
E si, questa era solo qualcosa che mi imponevo di pensare, perchè la verità è che ero ancora innamorato,ma volevo dimenticarlo, o meglio, mi stavo costringendo a dimenticarlo.
Mi stavo forzando la strada, sentivo tutto teso, tutto appeso, tutto incerto, niente era certo, dubitai sulla realtà della mia esistenza.
Eravamo come dei pezzi di puzzle, ci completavamo a vicenda, ma quando un pezzo se ne va, niente sarà più come prima, ti senti vuoto e un po' più distrutto, mancava qualcosa, e quel qualcosa per me era Louis.
Ma lui aveva preso una decisione, aveva intrapreso la sua strada, e non lontano da me, anzi, estremamente vicino, forse troppo per lasciarmi pensare lucidamente.
Quella mattina il latte non aveva gusto, non lo sentii, ero troppo concentrato a guardare altrove per non finire con lo sguardo rivolto su Louis.
Mentre io mi impegnavo, non potevo dire lo stesso di lui, i suoi occhi mi fissavano, certe volte anche per diversi minuti, ma feci finta di non accorgermene.
Probabilmente era quello il suo metodo: ottenere un contatto visivo facendomi cedere, cosa alquanto futile al momento, dato che sprecò questa sua opportunità.
Poteva avere i miei occhi colore smeraldo tutti i giorni, forse anche per il resto della sua vita, ma decise di rovinare tutto.
Cercai di non pensare al giorno in cui mi aveva lasciato, le ferite sul cuore erano ancora aperte al solo pensiero, anche se era tutto molto impresso, cercavo costantemente di divagare con i pensieri.
Quella mattina le ultime ore erano proprio le sue, era più silenzioso, ma soprattutto più spento, delle solite ordinarie giornate.
Il suo sorriso smagliante non c'era sul suo volto, non avrebbe dovuto importarmene, ma invece, fece l'effetto contrario: la sola concezione che qualcuno sia riuscito a spegnere quel sorriso mi diede il terrore.
Ma subito dopo, una sensazione, si susseguiva: la coscienza di essere quel qualcuno mi faceva rigirare lo stomaco.
Pur sapendo che la colpa non mi appartenesse, non riuscii a non attribuirmene almeno una parte.
"Ragazzi, vi ho riportato i test di francese che avete svolto qualche settimana fa" disse impilando i fogli.
La sua voce era più roca, più profonda, in qualche modo si poteva percepire una sorta di malinconia e di tristezza.
Era completamente distrutto, ne ero consapevole, così anche per il fatto di non dovermi in realtà preoccuparmi, ma non ce la feci.
La decisione che presi fu uno scatto nella mia mente, sarebbe stata la svolta o il peggioramento: dopo mi sarei fermato a parlargli.
Arrivò da me e Zayn è ci consegnò i test, ovviamente con entrambi i massimi voti.
Non perse occasione per scompigliarmi i capelli, non mi spostai, non me la sentivo, lo avrei ferito di più di quanto era.
Il suo tempo si esaurì in relativamente poco, la classe si riversavanelle camere, io restai al mio banco.
Rimise al proprio posto i fogli, dopodichè si venne a sedere vicino a me, le mie orecchie cominciarono a riprodurre la sua risata incisa, era quello che facevo quando volevo sentirmi al sicuro.
I primi attimi di silenzio furono accolti dall'imbarazzo e dalla tensione, dopodichè lui cominciò a pronunciare le prime parole.
"Sono uno stronzo. Scusa, non volevo ferirti" disse per poi abbassare lo sguardo sulle sue mani che nervosamente passavano una sull'altra.
"Louis, non dire cazzate. Mi hai letteralmente detto che la tua carriera è più importante di me." Gli dissi facendogli aprire gli occhi sulla situazione.
"Lo so, lo so. In quel momento non stavo pensando, credimi se ti dico che non intendevo dire quello che ti ho detto. Piccolo, non vorrei andare in nessun posto che non sia dove ci sei tu"
Le ultime parole, ma soprattutto la sincerità con cui le aveva espresse, mi fecero vacillare, ma non solo, successivamente cedetti.
Stavo ritornando, pezzo per pezzo da lui, perchè era quello che avrei sempre fatto: ritornare dal mio uomo.
"Ma la verità, Harry, è che non riesco a lasciarti andare, a dimenticarti,perchè l'amore che provo è più forte di qualsiasi altra cosa. Amare te è l'unico modo che conosco per amare me stesso."
Non ci pensai più, smisi di pensare, lo baciai, lui sgranò gli occhi per la sorpresa, ma non si ritirò.
Il bacio assumò più passione con il passare degli attimi, ogni istante valeva oro per noi.
"Scusa se non ti ho permesso di conoscere i miei occhi, scusa se non ti ho permesso di esplorarmi. Ma da ora promettimi una cosa." Gli dissi con convinzione.
"Non ho un buon rapporto con le promesse, ma amore per te questo e altro" Pronunciò per poi lasciarmi un frettoloso bacio sull'angolo delle labbra.
"D'ora in poi non perderti nessun dettaglio di noi, vivi senza troppi pensieri, osserva, conosci e impara. Niente è infinito."
Sentivo i nostri cuori battere all'unisono, insieme, con ritmo, senza prendere pause, eravamo uniti da qualcosa che andava oltre all'amore.
Non credevo nelle anime gemello, o meglio, non ci credevo, fino a che non trovai Louis.
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I'm complicated
FanfictionLouis Tomlinson, professore di lingua francese, verrà assunto nello stesso liceo linguistico dove, due anni prima, si è iscritto Harry Styles. Harry Styles, si trova al secondo anno di liceo linguistico, ragazzo molto sicuro di sè, che però fa fatic...