As an anchor

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25/09/21

|HARRY'S POV|

Quella mattina non fu la sveglia a svegliarci, bensì, la causa del nostro risveglio fu un allarme, percepibile dall'esterno, che rimbombava all'interno dell'edificio.

Lo scopo di questo improvviso suono ci fu sconosciuta per qualche istante ancora, fino a quando, non lo sentimmo avvicinarsi, ogni momento di più, così decidemmo di uscire dalle stanze per capire meglio quanto stesse accadendo.

Io e Zayn, ancora parecchio assonati, ci vestimmo e ci lavammo in un istante, altrettanto curiosi quanto gli altri individui.

Una volta che lasciammo la nostra stanza ritrovammo tutta la nostra classe nell'atrio posto davanti alle camere.

Ci unimmo ai nostri compagni, i quali, formavano un miscuglio di voci, alquanto rumoroso per la data ora del mattino.

L'unica persona che mi interessava trovare al momento era lui: Louis.

Ci misi qualche minuto prima di individuarlo, era davanti alla grande finestra con il cellulare posto all'orecchio destro, sembrava una telefonata piuttosto importante, così io e Zayn ci mettemmo in un angolino a parlare, senza interromperlo.

"Ragazzi, ho bisogno della vostra attenzione" esclamò il prof. Tomlinson

Riconobbi subito la sua voce acuta, poichè per me non era una voce, per me era la voce.

"Ho appena parlato con il preside al telefono, mi ha avvisato del fatto che per oggi ci sarà un' interruzione delle lezioni temporanee, poichè, il consiglio si dovrà riunire per stabilire la data della prima gita fuori porta, che si svolgerà a breve. Dovremmo ritornare qua solo domani mattina, in poco tempo dovremmo lasciare l'istituto, quindi, vi prego di fare il più presto possibile."

Ritornare da solo in quella casa solitaria, dove per molto tempo avevo abitato, mi metteva un po' di tristezza.

"Harry, vieni a casa mia?" Mi propose Zayn, nello stesso momento, nel quale, stavamo rientrando nelle nostre stanze, per metterle, il più possibile in ordine.

"Non lo so, sai forse mi farebbe bene un po' di silenzio" Gli dissi cercando di non avere un'impronta scortese e fredda.

La serratura in ferro, posta sulla manopola marrone, scatto d'improvviso, avvisandoci che qualcuno stesse entrando.

"Allora, tornate un po' da mamma e papà?" Disse Louis richiudendo la porta, precedentemente aperta, alle sue spalle.

Quelle parole mi ferirono particolarmente, sentivo la lama della frase appena pronunciata scontrarsi contro il mio petto, e affondare ogni secondo di più, verso il mio cuore.

Zayn tossì molteplici volte, conoscendo la mia situazione, e facendo capire a Louis che qualcosa nella sua citazione, non andava.

"Che ho detto?" Chiese rimanendo spiazzato dal silenzio improvviso che si era creato.

Guardai qualche istante gli occhi color cioccolato del mio migliore amico, per capire se avessi dovuto dirlo o meno: lui mi fece segno di sì con il capo.

"Non ho più i genitori" dissi versandomi un bicchiere di acqua, presa dal piccolo frigo della stanza.

Quella mia indifferenza era solo apparente, quando in realtà, la mia mente era ancora ferma a sette anni prima, quando la macchina sbandò e finì in un burrone: mamma è papà morirono sul colpo, fui l'unico, presente nella vettura, a sopravvivere, pur riportando varie ferite, alcune delle quali, piuttosto gravi.

Non volevo sentirgli dire le solite frasi inutili, su quanto gli dispiacesse, perchè per quanto fatte con buone intenzioni, non facevano altro che aumentare il dolore e la consapevolezza di non aver potuto vivere l'amore di una mamma e di un papà.

Perchè io la cravatta avevo imparato ad allacciarmela da solo, non fu mio padre ad insegnarmelo.

Così uscii dalla stanza e mi avviai verso la Toyota rossa, la quale, mi avrebbe riportato verso la mia silenziosa dimora.

Lo vidi avvicinarsi, mi aveva raggiunto, era tornato da me, e non potevo allontanarmi nuovamente, dopo tutto non era colpa sua, lui non ne sapeva nulla.

"Harry" mi disse sospirando dispiaciuto e passandomi una mano tra i capelli: da quel gesto capii tutto.

"Ti va di venire con me?" Mi disse inclinando leggermente il capo per avere una migliore visione dei miei occhi illuminati dalla luce mattutina.

Annuii sorridendo, mi si formarono le due fossette profonde sulle ai lati delle guance, e lui non perse tempo a infilarci un dito all'interno.

Dopo aver salutato Zayn, salimmo nella sua macchina, partendo per un luogo a me sconosciuto, nel quale, ci misimo relativamente poco ad arrivare, davanti a quella che era casa sua.

Oltre ad essere sorprendentemente bella, era anche alquanto privilegiata, ed era davvero enorme.

Una volta usciti dall'autovettura, i cancelli, pitturati di un blu mare, mi si aprirono davanti ,presentando la maestosa villa del mio professore.

Avanzando sul rettilineo, a sinistra, si poteva scorgere un laghetto , all'interno del quale, nuotavano liberamente dei pesci rossi.

Sul lato destro, un campo da calcio ben delineato, invase completamente la mia vista.

Una volta entrati all'interno della casa potevo affermare che il mio professore aveva buon gusto, per quanto riguardava la scelta dei mobili.

Subito ci mettemmo sul divano e cercammo un determinato film da guardare, per passare il tempo, alla fine guardammo un film, il quale, non sapevamo nemmeno di cosa parlasse: le pagine della nostra vita.

Non ne guardammo nemmeno metà, dato che finimmo per baciarci sul divano, fino all'ora di cena.

Continuammo ad osservarci e a scoprirci.

Alla fine finiamo per mangiare del pollo, avvolto in del prosciutto, con all'interno della mozzarella: l'aspetto non era dei migliori, ma il sapore contraddiceva il tutto.

Quella sera il tempo non era altrettanto buono, infatti, i tuoni rimbombarono all'interno della casa, con una certa potenza nel rilascio del suono.

Quella sera dormimmo insieme, per la prima volta.

I tuoni, una volta che ci infilammo sotto le coperte non cessarono, anzi, fecero tutto il contrario.

La mia non era stupida paura, semplicemente mi riportavano a quella sera di sette anni fa, perchè si, quella notte tuonava.

"Qualcuno qua ha paura dei tuoni?" Mi chiese Louis, notando che ad ogni botta, le mie mani andavano a coprire le mie orecchie per attutire il rumore.

Mi strinse a lui, ed io mi appesi con tutto me stesso a lui, come un ancora, proprio per non pensare a quella sera.

Non ci misi tanto a prendere realmente sonno: mi stropicciai un occhio assonnato  e mi addormentai tra le sue braccia.

Per la prima volta dopo sette anni dormii tranquillo in presenza dei tuoni.

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angolo autrice

Ciao a tutti!
Volevo ringraziarvi per le 1,08k letture, spero che la mia storia vi stia piacendo!
Se avete piacere condividete con più persone possibili questa fanfiction, mi farebbe davvero molto piacere!

All the love xx.💚💙

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I'm complicatedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora