Prologo

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I'll wait a thousand years just to see you smile again


Le molle del suo letto cigolavano ad ogni suo movimento, ogni volta che spostava anche di poco il suo corpo il letto produceva un fastidioso rumore metallico. Lei lo odiava. Aveva paura che da un momento all'altro il letto avrebbe ceduto. Le sarebbe stata data la colpa, sicuramente, ma lei non ne aveva. Non era colpa sua se quel letto non voleva stare zitto. Aveva deciso di starsene ferma, con le gambe ben strette al petto, vicino alla testata del letto. Non ci sarebbe stato alcun rumore, nessun fastidioso lamento metallico.

In quella posizione i suoi capelli coprivano, anche se parzialmente, le sue braccia, nonostante questi non fossero poi così lunghi.

Se ne stava lì a fissare nella penombra la sua stanza. La sua nuova stanza tre metri per tre. Era piccola, ed era bianca. Tutta bianca, tranne la facciata di fronte al letto, quella dove c'era la scrivania, quella era azzurrina. Lì, nella stanza, c'era solo lei, in quel luogo avevano camere singole per tutti. Quello era il lato positivo. Anche se lei non era sola.

Un sorriso si accese nell'ombra. Lo conosceva molto bene quel sorriso. Era un sorriso amichevole. L'unico amico che le era rimasto accanto, o che era riuscita a tenersi accanto.

Quell'unico amico, un'ancora di salvezza per lei, l'unica escludendo la sua famiglia. Lui era il motivo per il quale si trovava in quel posto. Un posto così ostile. Non ci voleva stare lì. Stava bene solo quando non c'erano loro con lei. Perché loro non la capivano. Altrimenti lì dentro non ci sarebbe finita.

-NOTA-

Questo è il breve prologo della mia nuova storia. Non so cosa dire, non posso parlare troppo, voglio che sia la storia a parlare per sé, quindi vi informo che pubblicherò una volta a settimana e spero che questo breve inizio vi invogli a leggere tutto il resto. Non so cos'altro dire se non buona lettura, ci vediamo tra una settimana.

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