Can we just be honest?
Il contrasto è onesto, mette subito le cose in chiaro e forse è proprio per questo che mette in disaccordo molte persone. Per molti non si può semplicemente dire che una persona è totalmente buona o totalmente cattiva. Per molti non è così semplice. Fra il buono e il cattivo. Fra il bianco e il nero. Fra la notte e il giorno. Lì nel mezzo ci sono mille sfumature.Il contrasto pone in modo chiaro gli antipodi, ma non specifica mai tutto ciò che si trova in mezzo. Estremizzare una situazione per renderla più chiara e semplice, è questo il suo compito, è nato per questo, e lo fa bene.
Caldo e freddo. Solamente altri due opposti, e nessuno, neanche la persona più intelligente o empatica al mondo sarebbe riuscita a cogliere ogni sfumatura che in quella stretta salda nasceva e moriva.
Le loro mani erano intrecciate in modo così stretto che sembravano essere nate per combaciare e dare vita ad una presa indissolubile. Le rispettive dita si intrecciavano e non lasciavano spazio ad alcunché di entrare. Non avrebbero dato il permesso a niente e nessuno di interrompere quella presa.
La mano di Maryanne si stava come aggrappando a quella di Eric per trarre da lui un po' di coraggio. Sentiva come le sue unghie un po' mangiucchiate incidevano la carne del ragazzo. Sembrava quasi che lo sentisse su di lei, perché sapeva quanta forza ci stava mettendo e quanto fosse necessario per lei tenere per bene quella mano.
Una mano dal tocco freddo che diventava tiepida e rinfrescava l'altra decisamente più calda e rosea. Le mille sfumature che stavano nascendo proprio in quel momento non erano note a nessuno, per gli altri potevano sembrare due semplici ragazzi che si tenevano per mano, ma solo loro sapevano che andavano ben oltre il concetto di semplicità.
Quella era una stretta così importante perché era una delle prime, le prime volta che Maryanne stava affrontando le sue paure e i suoi demoni senza che nessuno la costringesse a farlo. Nessuno gliela aveva imposto. Una scelta che a tratti stava rimpiangendo ma che era importante prendere.
Non aveva mai visitato la clinica. Oltre le due strade che prendeva ormai quasi ogni giorno per andare in refettorio e dal dottor Knight non ne aveva mai fatte altre. Non si era mai resa conto di quanto quel luogo potesse essere ampio e pieno di stanza di cui ignorava l'esistenza. A partire dal suo corridoio.
Aveva scoperto insieme a Eric che fuori dalle ampie porte che chiudevano quell'ala della struttura c'erano molti altri corridoi. Le sembravano tutti molto simili, eccezion fatta per alcuni quadri o poster appesi in giro, forse per dare un senso di calore o forse per evitare di perdersi.
Era sicura che quelle pareti tutte uguali tinte di un azzurro smorto, che quei pavimenti che quasi luccicavano ai raggi solari che penetravano dalle ampie finestre sigillate, che tutte quelle porte anonime fossero state create per confondere le idee, perché nessuno fosse in grado di districarsi all'interno della struttura in modo facile.
«Dove siamo ora?» pronunciò la ragazza guardando un corridoio uguale ai tanti altri, di fronte a loro c'era un'ampia porta che non sapeva dove conduceva. Quel corridoio aveva un poster che promuoveva la socializzazione. C'erano dei disegni che raffiguravano persone di ogni età e colore di pelle che stavano insieme e ridevano.
Un poster alqaunto stupido secondo Maryanne. Lei non ricordava di avere mai sorriso a quel modo quando si era ritrovata circondata dalle persone.
Eric si guardò intorno con fare circospetto. Si morse un labbro mentre continuava a guardarsi intorno per poter dare una risposta alla ragazza che sembrava dipendere da lui. «Nell'ala opposta alla nostra» disse evitando di guardarla in volto.
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When We Are Gone
Ficción GeneralNon era semplice mettersi nei suoi panni. Non era da tutti provare empatia nei suoi confronti. Agli occhi del mondo quello era l'unico posto giusto per lei. Per gli 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 sarebbe dovuta restare lì a vita, o almeno fino a pronta guarigione. Per...