Capitolo 34: cani rabbiosi (7)

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Issei era nel panico totale.

Almira era più che una subordinata per lui: era una fidata amica, una persona speciale, insostituibile, e unica per l'ultimo Harab.

Il sapere che non solo era ferita, ma in fin di vita gli aveva fatto perdere la testa. Portandolo a mostrare addirittura il suo asso nella manica: la [simbiosi corrotta] che usava con il suo corvo. L'unica [abilità] [dell'attributo demoniaco] che conosceva.

Mentre volava per il suo territorio, l'uomo non si accorgeva di essersi messo in pericolo. Nessuno poteva sapere quante altre spie, e infiltrati ci fossero ancora in giro, anche se i [mastini] erano stati tutti uccisi.

"Dov'è!?"

Issei alla fine sorvolo, il luogo in cui si doveva trovare la sua fidata subordinata. Il problema era che non era lì. Il gruppo a cui l'aveva lasciata Daichi era già partito per un luogo più sicuro.

Nel suo panico il [mezzosangue] probabilmente li aveva superati senza neanche accorgersene. La visione a tunnel lo aveva portato a seguire alla cieca il suo obiettivo, ignorando tutto il resto.

L'intelligente e di buon cuore, signore del territorio imprecò rumorosamente. Se qualcuno dei suoi conoscenti lo avesse visto farlo, probabilmente sarebbe svenuto per lo shock.

"Maledizione! Perché è successo tutto questo!?"

Nella sua rabbia, gli occhi dell'ultimo Harab notarono delle fiamme viola in lontananza. Nel luogo in cui si sarebbe dovuto trovare la casa della famiglia di suo padre.

Il suo interesse per il maniero era minimo, se avesse potuto, avrebbe abitato in una delle case dei paesani. Il problema era il suo laboratorio.

La mente del [mezzosangue] si dimentico che il suo posto di lavoro si trovava nella parte più protetta dell'edificio.

I suoi sentimenti divennero più complessi e caotici a quella vista.

"Nooooo! Non anche il mio lavoro!!!!"

Con le sue ali, Issei, prese il volo dirigendosi verso la casa ancestrale dei suoi antenati.

Non molto distanze dal luogo c'era qualcuno, Uberto Bloodhound, il [Segugio Oscuro], che stava aspettando, non tanto pazientemente, il ritorno dei suoi tre cuccioli.

"Dove sono!? Dove sono?! Perché quelle stupide bestie ci mettono tanto!?"

"Sei tu il responsabile di tutto questo!?"

L'ultimo Harab, nonostante tutto, non poté sussultare leggermente alla vista del vero volto di Uberto. La tua interra faccia era deturpata da delle brutte ustioni, al punto tale che non aveva capelli, per via del tessuto cicatriziale che ricopriva la sua testa, e tutto il suo volto. Il suo aspetto era dovuto a quello a cui era stato sottoposto quand'era ancora un bambino, dai veri leader della sua fazione.

Gli occhi del demone erano grigi, forse quella era l'unica caratteristica che poteva essere definita "bella" nel suo aspetto.

"Chi sei tu e come osi interrogarmi!? Sai chi sono!? Probabilmente no! Sarai un altro plebeo incolto come quella lurida [Senza Corna]!"

"T-tu, come osi dire questo!? Hai ferito tu Almira-san non è vero!?"

"Quella donna stupida? Si, è mi sono divertito un sacco, ahahhahaha! Quasi quasi potrei tenerla in vita e usarla come giocattolo per i miei cani!? Sarebbe un posto adatto per una come lei, non credi!?"

Le parole del [Segugio Oscuro] fecero scattare un forte intento omicida, da corpo dell'ultimo Harab, che si avventò su di lui, volando alla massima velocità.

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