Capitolo 144: dungeon break (3)

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La politica era un campo di battaglia necessario, e quasi impossibile da evitare di affrontare, quando si era un capo clan.

Specie se la propria famiglia era antica e potente.

Misumi Kenji lo sapeva fin troppo bene.

Era stato addestrato fin da giovane in questo campo, come tutti i suoi altri fratelli, ma solo lui si era distinto in questa forma di lotta.

Anche più del suo stesso padre.

Mentre Taro, il padre di Yuuto, aveva preferito essere un pacificatore (prima di abbondare il clan), e sua sorella gemella invece, la combattente, Kenji si era concentrato molto sull'essere un politico.

Dopotutto, mentre aveva un potere da [Rango S], che gli permetteva di vincere molti scontri fisici, grazie anche ai suoi geni e al suo addestramento superiore, il semplice "parlare" con le persone giuste poteva evitare una lotta tanto per iniziare.

Nonostante ciò, c'erano volte che lo zio del [Signore del Caos] odiava con tutto sé stesso la politica.

Come in questo caso.

"Non credo di aver ben compreso. Ora il [Primo Ordine] detta legge sugli affari interni dei clan?"

Il successore di Misumi Tamotsu, si trovava in chiamata, (con un [artefatto antico), con un importante capo del [Nuovo Ordine], in un modo non dissimile a quello dei Youkai di Tokyo.

Fin'ora la loro conversazione non era stata per niente piacevole, per entrambe le parti.

"Questa questione non è interna alla vostra famiglia, Misumi-sama. Ma riguarda anche la regione speciale sotto il comando degli Youkai. Come sapete la questione è sempre stata delicata e............"

"Instabile? È questo quello che volevi dire. Si da il caso, che con un Dungeon Break in atto, la situazione a Tokyo diventerà molto più che "instabile", nelle prossime settimane. Quindi perché la mia famiglia non dovrebbe intervenire per difendere i nostri alleati?"(Kenji)

"Come vi ho già detto, abbiamo prove di elementi sovversivi, anti-governativi sul suolo della città, probabilmente Youkai e umani. Sarebbe pericoloso per voi mandare uomini senza conoscere il pericolo."

"E dove sono queste cosiddette "prove", il capo [Inquisitore] non mi ha informato. In effetti nessuno l'ha fatto."(Kenji)

"È un caso ancora aperto, per motivi di sicurezza non possiamo dare queste informazioni sensibili, nemmeno a qualcuno della vostra importanza."

"(Un bel modo per dire che avete fabbricato prove scadenti, e non volete che chi abbia un po' di cervello ci metta gli occhi sopra.)"

Il leader dei Misumi sapeva da sempre che c'erano fazioni nell'organizzazione del [Nuovo Ordine] che non erano così aperti alle altre razze, o a chi non fosse del tutto umano.

Dei razzisti nel senso più puro del termine.

Kyoto era un luogo molto importante per tutto il Giappone.

In questo periodo di crisi, queste fazioni si stavano alleando per colpire duro i semi-umani.

Forse la loro idea era quella di distruggere gli Youkai usando il Dungeon Break come scusa.

Ovviamente non sarebbe andato come da loro piani.

Se fosse così facile eliminare tanti non-umani, il sistema mondiali, che teneva il mondo in uno status Quo quasi perenne, sarebbe andato in pezzi in pochi anni, invece di durare da millenni.

Comunque rimaneva la possibilità che potessero fare molti danni.

"(Tutto questo ha del ridicolo, per quanto sia di valore quella città come condotto tra i mondi, chi rischierebbe tanto? Quando la polvere si sarà posata, molte teste cadranno se gli youkai avranno delle perdite tra le loro fila...........che sia un atto di destabilizzazione nazionale?)"

"Capisco che il vostro clan metta l'onore sopra le regole, ma il [Primo Ordine] non tollererà atti di..........."

Fingendo di ascoltate il suo interlocutore, la mente dello zio di Yuuto inizio a viaggiare tra le molteplici ipotesi che stava creando.

"(Una forza esterna o interna sta tirando le fila? Devo muovermi con cautela se non voglio........chi sto prendendo in giro, se stanno già bloccando i mio supporto alla regente, prima del suo arrivo, allora i Misumi sono già nel mirino.)"

Pochi sapevamo che la leader dei semi-umani di Tokyo sarebbe venuta direttamente da Kenji per chiedere aiuto.

Forse sarebbe stata una possibilità facile da supporre, con le giuste informazioni tra i rapporti delle due parti, e conoscendo un minimo la regente e il fratello gemello di Ayame.

Ma il fatto che questa conversazione stesse avendo il giorno dopo il quale, il patriarca dei Misumi, aveva formato le squadre di soccorso, e il giorno prima dell'arrivo della volpe a capo di Tokyo, la diceva lunga.

"(Devo stringere la rete di sicurezza del clan, non possiamo lasciare che chiunque siamo questi individui, sappiano delle mie decisioni così facilmente.)"

Lo zio del [Signore del Caos] sarebbe stato molto impegnato nei prossimi giorni. Anche delegando, sarebbe stato personalmente occupato nel trovare le "orecchie" e gli "occhi" che osservavano la sua famiglia.

"È per questo Misumi-sama che.........."

"Basta così, ho compreso le vostre motivazioni."(Kenji)

Il suo interlocutore non sembro aspettarsi una risposta così brusca. Infatti rimase leggermente scioccato per un paio di secondi.

"Ed è per questo che vi dico che la mia famiglia continuerà a navigare in questa direzione. Se avete un problema con questo, potete venire a parlarmene di persona, arrivederci."

La chiamata fu chiusa prima che potesse arrivare una risposta.

Era una sorta di dichiarazione di guerra, che avrebbe intensificato l'attacco dei loro nemici.

Specie adesso, con il Dungeon break un atto.

Ma un diverso sotterfugio era inutile, il problema di fare parte di un clan tanto famoso, era che si diventava prevedibili.

Kenji non sarebbe mai diventato primo Misumi a comandare il clan, ad abbandonare un alleato bisognoso e fedele nel momento del bisogno.

Né sarebbe capitata una situazione del genere finché sarebbe stato lui a comandare.

"Hai fatto la scelta giusta."

Lo zio di Yuuto sobbalzò al sentire la voce di suo padre alle sua spalle.

Anche nella vecchiaia, il [Guardiano Grigio] poteva nascondersi dai sensi di un [Rango S] molto più giovane.

"Da quanto...........?"

"Da poco. Ho capito quanto bastava per dare un giudizio. Chiunque essi siano hanno un bel coraggio. Fin troppo per essere degli sprovveduti. Ci attendono tempi..........."

"Padre, sei in pensione, lascia che ci pensi io. Non vorrei che la mamma si arrabbiasse di nuovo."

Tamotsu era ancora forte, ma l'età ormai lo aveva indebolito in molti modi.

Il tono freddo di suo figlio, servi a ricordare all'uomo anziano che i suoi familiari tendevano a trattarlo con maggiore cura, ora che la sua vita era arrivata nella sua ultima parte.

"*Sospiro* figlio..........."(Tamotsu)

"No, questo non è un tuo problema. Non preoccuparti, ci penserò io. E se mai il tuo aiuto sarà richiesto, ti prometto che ti avviserò. Non fa bene alla tua salute stressarti per queste situazioni."(Kenji)

"................mi sembra di ascoltare tua madre. Va bene, andrò a bere il tè, è dimenticherò questa conversazione."(Tamotsu)

"Bene."

Mentre padre e figlio parlavano, molto lontano dalla loro posizione, era in corso un altro incontro importante.

"I Misumi hanno fatto la loro scelta, come da previsioni."

"Non importa, la loro arroganza sarà la loro fine."

"Gli daremo una lezione di umiltà, a tempo debito, per ora, ci limiteremo a colpire Tokyo."

"Così sia, lasciatemi scorrere sangue Youkai, per la nostra vittoria sul [Primo Ordine]."

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