Prefazione

292 10 7
                                    

Quando un Sogno diventa Libertà, e infine Realtà

Io e Gianmarco abbiamo passato quattro anni su cinque da compagni di banco. Ogni mattina, il suo bel visino stava a qualche centimetro dal mio, e per quanto personalmente preferissi avere a qualche centimetro dal mio il visino di un essere umano che non possedesse i cromosomi XY, era sempre un piacere vederlo ogni giorno. Gimmy (perché è così che lo chiama mezzo globo) portava i libri, i quaderni, i fogli protocollo, le penne, perfino i fazzoletti per il naso (i quali meriterebbero un ringraziamento a parte, ma non è questa la sede): in pratica portava tutto. Io non portavo nulla, molto spesso mi capitava di presentarmi anche senza zaino in classe, però mi occupavo di rimediare sedie comode, penne dimenticate in qualche aula e qualche gioco per passare il tempo (così da imparare almeno qualcosa a scuola).

Caro lettore, ti starai chiedendo: ma perché questa premessa?

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Caro lettore, ti starai chiedendo: ma perché questa premessa?

  Intanto perché io scrivo quel che voglio (se gli autori me lo permettono...!), e mi andava di raccontare anche solo per grandi linee il mio passato con Gimmy. Ma poi perché è da questo passato che nacque, quasi per gioco appunto, la storia di questo libro. Anni '10 (del 2000, si intende).

  Liceo Classico "Mario Cutelli" di Catania. Lezione: Storia dell'Arte. Quel giorno, la professoressa parla alla classe di un profeta, molto importante per lo sviluppo del cristianesimo nell'arte. Di questo profeta, ebraico, spesso raffigurato nell'arte paleocristiana, si ricorda la fuga via mare e il naufragio della sua nave. Da quelle parti, il destino volle che passasse una balena (o un Pistrice, se vogliamo essere fedeli a quel giorno di lezione), che non sapendo come impiegare tempo in quel dì decise di ingoiare sano sano il buon vecchio profeta. Dopo tre giorni (lasso di tempo non casuale per il cristianesimo), mentre il Pistrice si faceva i suoi affari oziando nel mare, magari pensando alla cena da preparare, ecco che il profeta riesce a uscire dal ventre del mostro marino, vivo e vegeto. Il profeta, secondo la tradizione, si chiamava Giona.

  Da questa storia, ne partirono infinite. Cominciammo a scherzare su questo fantomatico Giona, trasformatosi in Jona per conferirgli un suo proprio marchio. Lo unimmo idealmente in coppia a Judittha (sì, anche qui con la "J", naturalmente), che nella storia dell'arte ha anche lei un posto (basti pensare a Oloferne, ma non anticipiamo niente...) e creammo dei veri e propri personaggi, cui ci affezionammo quasi subito. Eravamo soliti firmarci "by Jona" per qualunque scemenza che scrivevamo e ci veniva in mente, divertendoci parecchio.

 Eravamo soliti firmarci "by Jona" per qualunque scemenza che scrivevamo e ci veniva in mente, divertendoci parecchio

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Maturammo sempre più una storia su questo personaggio, quali fossero le sue ambizioni, le sue velleità. Ma tutto a grandissime linee, mai niente di ben elaborato o concreto. E forse è proprio per questo che l'emozione di tenere tra le mani un libro che ha come protagonista il nostro Jona e la sua meravigliosa e strabiliante avventura è stata talmente grande che mi ha davvero commosso. Più di una lacrimuccia ho versato nel leggerne la storia, perché questo libro, in una qualche maniera, mi ricorda anche il me del passato, quel Federico scherzoso che si divertiva con Gianmarco e Aurora (che conobbi sempre al liceo) e che diceva minchiate. Non che le minchiate non le dica anche adesso, chiariamoci, ma ha un non so che di nostalgico ricordare e riassaporare le scemenze del passato.

  Caro lettore, devi sapere che in queste pagine non c'è soltanto la storia di Jona e di Judittha, che di per sé commuove e appassiona, ma c'è la storia di un'amicizia, fatta di teatro, di scherzi, di soldi per le macchinette, di "yes Weekend", di "Til", di canzoni sulle penne, di "quanto manca? Che ore sono?", di Piramo e Tisbi...

  Caro lettore, devi sapere che in queste pagine non c'è soltanto la storia di Jona e di Judittha, che di per sé commuove e appassiona, ma c'è la storia di un'amicizia, fatta di teatro, di scherzi, di soldi per le macchinette, di "yes Weekend", di...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Semplicemente fatta di gioie che mai se ne andranno, poiché fisse nella storia, nelle nostre minchiate passate.

  Avrei voluto parlare di più del romanzo, della sua storia, ma la nostalgia mi ha fregato (e forse non è un male dato che, conoscendomi, caro lettore, ti avrei spoilerato parecchio)

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

  Avrei voluto parlare di più del romanzo, della sua storia, ma la nostalgia mi ha fregato (e forse non è un male dato che, conoscendomi, caro lettore, ti avrei spoilerato parecchio). Scrivo soltanto, e non lo dico perché son di parte (un pochino lo sono, ma non sono l'unico a pensare queste cose del libro), che questa è davvero un'opera ben scritta, strutturata alla perfezione, appassionante e capace di suscitare riflessioni e considerazioni. I personaggi sono profondi e credibili, scritti bene e dalle mille sfumature. Gli autori riescono a passare con una bravura disarmante, davvero, da uno stile comico a uno stile più drammatico e nostalgico. È un libro che oggettivamente (non soggettivamente, è proprio così per chiunque, ne sono sicuro) cattura l'attenzione e riesce a teletrasportarti in un mondo fatto di sogni, idee, libertà, fantasia, risate e lacrime. È così che un sogno diventa libero, avendo la possibilità di diventare reale nelle pagine di un libro o nella mente di qualcuno.

  Grazie a Gimmy e grazie ad Aurora per questo sogno di libertà.

  Grazie a Gimmy e grazie ad Aurora per questo sogno di libertà

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Federico Mirabella
co-autore della storia

Sogni di LibertàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora