I

267 21 1
                                    

(Anselm Graves)

Si diceva che quando nascesse un Antimago, da qualche parte nel mondo, un fiore appassisse nell'udire il pianto di quel misero neonato. Era solo una vecchia leggenda, tuttavia Alexander mi giurò che quando venni al mondo, non solo i bellissimi fiori nel vaso accanto al giaciglio di mia madre appassirono, le aiuole colorate della proprietà Graves morirono contemporaneamente.

Alcuni Antimaghi nascevano per caso, era successo che donne perfettamente sane, in poche settimane, partorissero strani bambini provenienti dal nulla. Talvolta una madre, al parto, si ritrovava in mano due gemelli. Alcuni gridarono al miracolo, la verità era che gli Antimaghi erano i parassiti del mondo magico e, non appena gli umani riconobbero quei poteri malefici, preferirono sbarazzarsi di loro. Li bandirono, li uccisero, e inventarono strane storie sul nostro conto. Miti. Altri preferirono dimenticare e basta.

Mio padre era il capofamiglia del più grande e antico clan di Antimaghi della costa occidentale degli Stati Uniti, il clan Graves. Ce n'erano altri sparsi nel mondo intero; alcuni con servitori, altri poveri nomadi o ai vertici della società, però mio padre era famoso per aver estinto in una sola notte numerose schiere di maghi che controllavano l'istituzione magica, il Concilio, sigillando una nuova epoca.

La famiglia Graves era la più benestante e conservatrice del potere magico stesso, per questo quando nacqui tutti mi detestarono. Ero una bastarda, una Incant. Era questo il cognome che veniva affidato a tutti i figli bastardi del ramo dei Graves, ne eravamo un bel po', eppure nessuno si aspettò la mia nascita.

Anselm Graves era sposato da anni con Catelyn Clint, avevano tre figli maschi, Alexander, Percyval e Sebastian, e Grace, la più piccola. I fratelli di mio padre avevano molti bastardi, benché questo fui la prima a essere odiata in quel modo, solo per essere la figlia non riconosciuta del grande capo. C'erano molte donne, umane e maghe, che lavoravano nella proprietà di famiglia e mia madre era solo una semplice sguattera. Patience Graves, mia zia, mi disse che tutto sommato fosse una bella donna, con lunghi capelli castani e occhi verdi. Fu solo durante il parto che tutti capirono che mia madre fosse idiota: quando partorì, nel modo più doloroso possibile davanti a tutti i membri della famiglia Graves, sorrise. Nessuno sorrideva nel mettere al mondo un Antimago.

Catelyn Graves, la mia matrigna (guai a dire così, detestava quell'appellativo) urlò e pianse per giorni interi contro il marito. Ero nata femmina, quindi non ero così importante per la famiglia, per di più bastarda, e implorò mio padre di gettarmi ai cani. Rimediare al suo errore, correggeva sempre il mio fratellastro Sebastian con un ghigno perfido tra le labbra.

Mio padre non lo fece. Nessuno seppe mai cosa gli fece cambiare idea. Mi sfilò dalle braccia di mia madre e mi diede a una balia, in attesa del mio primo Giudizio, esame che avrebbe certificato se fossi dotata di magia oppure se fossi un disgustoso essere umano. Una maga, mossa a compassione, le diede un cuscino incantato da stringere al mio posto. Lei lo abbracciò e non notò alcuna differenza. In ogni caso, non visse a lungo.

Ben presto mi rivelai la delusione che il resto dei Graves si aspettava da me: ero piccola e sottile. Non ero veloce o forte. Non sapevo cantare, ero lenta a leggere e per colpa dei miei silenzi balbettavo spesso, specie quando uno dei miei zii, per prendermi in giro, faceva fluttuare la spazzatura accanto alla mia testa. Non dimostrai alcuna capacità innata alla magia o a qualche materia umana, al contrario di Alexander e Grace.

Al contrario, non fui soggetta ad alcun male. Non mi ferivo mai, ero più resistente degli altri e i malanni che si presero i miei fratelli non mi sfiorarono nemmeno. Quando Grace si beccò le febbri notturne e restò un mese a letto, Catelyn Graves non fece altro che rimirarmi con aria insospettita. Mio padre non mi calcolava nemmeno.

The falloutDove le storie prendono vita. Scoprilo ora