(Donovan Graves)
La mattina mi alzai presto, lasciando Balthazar russare nel suo letto. Dormiva scomposto, con la testa sotto il cuscino e le braccia a penzoloni verso il pavimento. La casa era leggermente fredda, il fuoco spento della sera prima e c'era ancora un vago odore di bruciato, derivante dalle verdure grigliate che avevamo lasciato troppo sulle fiamme.
Preparai il caffè per il mago, mi infilai gli scarponi e uscii. Il sole era appena sorto e annunciava una calda giornata estiva. Aveva piovuto da giorni, la terra dell'orto era morbida e piena di fango, avrei dovuto sistemare le zolle più tardi e raccogliere le fragole mature. I boschi si svegliarono, ricchi di selvaggina e il rumore selvaggio della foresta mi destò.
Sul pendio più lontano della boscaglia si trovava un albero di ciliegio, lo avevo scoperto poco tempo prima e avevo costruito una recinzione per tenere lontani gli animali. Le piccole biglie rosse stavano appena maturando, ne presi due e le aprii, vedendo se i vermi si erano cibati della polpa. Erano ottime, due giorni ancora e sarebbero state perfette. Ne raccolsi alcune e le misi nel mio marsupio, decidendo che avrei fatto una marmellata per il mago.
Rayk calò dal cielo e si appollaiò su un ramo dell'albero, tenendosi saldo grazie agli artigli. Gli sorrisi e gli lanciai un frutto e lui lo prese al volo, masticandolo con gusto. Non era la peggiore compagnia che potessi chiedere, a volte persino quel Demone riusciva a strapparmi una risata con il suo tetro senso dell'umorismo.
Mi sistemai il borsello e rimasi a penzoloni a testa in giù. «Un po' presto per chiedermi il cibo, ti pare?»
«Non sono qui per il sangue» brontolò, scontento che lo avessi accusato su due piedi. «Tuo padre mi manda a chiamarti. Alle nove ci sarà una riunione alla dimora Graves e mi ha raccomandato di dirtelo.»
Mi tirai su, attenta. «Un nuovo lavoro? Va be', ti offro qualcosa, vieni con me.»
Rayk mi volò vicino e mi calò piano a terra, aiutandomi. Tornammo a casa e svegliai Balthazar. Quando si fu lavato e pronto abbastanza da capire il senso delle parole, gli dissi ciò che mi aveva riferito Rayk, il quale stava giocherellando con il tappo di una bottiglia.
«Devo proprio andarci?» borbottai. «Insomma, pensi che si arrabbieranno? Hanno Alex e Waymond che possono sostituirmi.»
Balthazar aprì la finestrella della cucina e un'aria fresca entrò, facendoci rabbrividire. Si versò il caffè e io sbocconcellai la mia fetta di torta alle carote. «Direi di no» disse. «Però dato che sei scappata per cinque giorni lo scorso mese, e Randall ha dovuto chiamare dei segugi per rintracciarti, non penso prenderebbero bene la tua ritirata strategica.»
Aprii la bocca e feci un lungo lamento forzato. I Graves avevano accordi con molte creature magiche, tra cui i Vampiri. Non era la razza che preferivo, specialmente perché avevano i segugi, creature dotate di un intuito e olfatto fuori dalla norma. Se mi allontanavo troppo usavano loro per rintracciarmi.
«Lo prendo come un sì» tagliai corto.
«Il tuo adorato padre non è mai arrabbiato con te, ma potrebbe dirlo a Catelyn o Alex e loro potrebbero arrabbiarsi» precisò. Fantastico, il trio dei miei incubi: papà, Catelyn e il mio fratellastro spocchioso. «Chiedi a qualcuno di sostituirti.»
«Lo sto già facendo» ammiccai e Balthazar ci impiegò alcuni secondi per capire.
«Oh, io non ci penso nemmeno! Mai, ma proprio mai!» esclamò.
«Grace?» domandò Rayk.
«Mi odia.»
«Tutti ti odiano» sottolineò lui e il mago gli lanciò un chicco d'uva, zittendolo.
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The fallout
FantasyNel clan di Antimaghi Graves, situato nelle valli di Portland, nasce una bambina bastarda, Emily. Cresciuta con il cognome Incant a delineare il suo lignaggio, è la figlia illegittima del più grande Antimago della storia contemporanea: Anselm Graves...