XXVIII

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Bucky mi strinse a sé, portandomi sotto braccio quasi temesse che un grosso uccello mi avrebbe potuta acchiappare dall'alto e strapparmi via. Nessuno disse nulla, ma udimmo William biascicare qualcosa di poco piacevole sul conto dell'uomo. Temetti che mio padre o mio zio potessero intervenire o fare qualcosa, perciò stetti con le orecchie tese e con la coda dell'occhio cercai di guardarmi sempre le spalle.

Singhiozzavo ancora, solo per il timore delle conseguenze delle mie parole e di quelle di Bucky, il quale trottava lungo il giardino. Aveva gambe lunghe, falciava e tagliava le distanza con meno fatica mia e quasi mi trascinò di peso. Era nervoso e tremava, proprio come me, solo che nessun Graves mi avrebbe mai uccisa senza il consenso di mio padre. A lui, al contrario, bastava un passo sbagliato ed era finita, nessuno dei suoi compagni avrebbe potuto vendicarlo o fare qualcosa, doveva saperlo bene.

La realizzazione di essermi opposta a mio padre, per la prima volta in più di vent'anni, mi fece rabbrividire. Come avevo presupposto non era cambiato niente, lo avevo fatto innervosire e basta, però ci ero riuscita. Gli avevo detto "no".

Balthazar ci aspettava sul limitare del bosco, battendo nervoso il piede a terra. «Che è successo?» domandò, allargò le braccia e mi ci gettai dentro, affogando il viso nella sua maglietta grigia.

«Hai la tua tecnica. Dovresti saperlo» borbottò Bucky, sistemandosi i guanti di pelle ai polsi e guardandosi intorno circospetto.

«Sono ancorato ad Anselm. La mia tecnica non funziona su di lui, non mi consente di spiarlo» specificò risentito. «Che ti hanno fatto?»

«Ero nell'orto e ho visto una persona nel soggiorno della casa. Era un mago del Concilio, si chiama Lucius Spellman» dissi e Balthazar tirò le labbra in una smorfia scontenta. Nessun mago gli andava a genio, ne parlava spesso male, ignorando che anche lui ne fosse uno. «A quanto pare è il nuovo insegnante guardiano di Alexander, lo allenerà fino a quando non prenderà il posto di capoclan. Ci ho discusso, mi spiace.»

Balthazar pensava al mio stesso problema: il legame lo teneva unito a mio padre e lui sarebbe morto prima del mago. Di sicuro i Graves avevano in mente qualcosa per tenere Balthazar ancora ancorato alla famiglia, ad Alex stesso, e non lasciare che la morte gli rendesse la sua libertà.

«Sono sorti ulteriori problemi» iniziò Bucky. «La creatura che avete cercato a Puerto Vallarta si è rifatta viva nella zona di Monterrey. Come nell'altro caso, sono avvenute varie sparizioni nell'area boschiva.»

«Gli stanno dando da mangiare» tradusse Balthazar.

«Sono stati registrati dei picchi di magia simile a quella di Parigi e di Puerto Vallarta. Ho parlato con la signora Graves, pochi giorni fa, e mi ha detto che il Concilio è preoccupato che gli Eretici possano creare un altro portale e condurre altre creature nel nostro mondo. Personalmente non so immaginare cosa vogliono ottenere, specie in un clima dove Inferno e Paradiso sono in pace, ma si stanno impegnando molto per tenere il collegamento tra i mondi attivi» continuò.

«Sono riusciti a creare un collegamento tra i due mondi?» replicò il mago con voce improvvisamente attenta e dura.

«Sì, ma non penso sia stabile o sicuro a giudicare dalle radiazioni emesse. Hanno chiesto al signor Spellman, al ragazzo, Emily e a me di indagare sul posto. Quando ha scoperto che non ti ha inserito nella missione si è alterata.»

«Ti ha picchiata?» domandò, sfregandomi il viso e avvertendo le dita umide per le mie lacrime.

«Lo zio si è alterato quando Alex si è schierato contro di lui. Bucky mi ha difesa» feci debole. «Non volevo andarci... Ho provato a dirgli di trovare qualcun altro, che io non... Ma non mi hanno ascoltata.»

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