Mi alzai in piedi e Alex provò ad afferrarmi la gamba e tirarmi a terra, terrorizzato. Uscii fuori dal mio nascondiglio e guardai dritto di fronte a me, senza alcun timore o vergogna. Sfidai mio padre senza indugio, come non avevo mai fatto, e anche negli occhi di Karen intravidi un barlume di incertezza.
La prima linea di Antimaghi si misero di nuovo allineati e mi attaccarono all'unisono. Mi colpirono in pieno e li lasciai fare. Ressi tutto il colpo, lo assorbii e mi feci carico di tutto il dolore di quell'energia. Mi stava bruciando la pelle, mi pressava ogni parte del corpo e mi sentii svenire, tuttavia non mi lasciai scalfire minimamente.
Come mi aveva insegnato Balthazar, tenni la schiena dritta e camminai fiera, a mento alto. Alzai le mani e si bloccarono tutti, pietrificati. Un silenzio glaciale attraversò i superstiti, agghiacciati.
Tolsi ogni freno, ogni pensiero creato dalla parte più distante del cervello, quella legata al buonsenso, e lasciai che tutta la magia e l'antimagia si scatenassero. Avrebbero dovuto annullarsi a vicenda, spegnersi come un fuoco sofferente, invece divampai: delle fiamme accese mi avvolsero il corpo, onde calde rilasciate dai chakra che mi illuminavano come una stella, creando cenere e granuli brillanti in aria.
Con uno sguardo spensi il fuoco generato dagli Antimaghi, riducendolo a una singola striscia bruciata nell'erba. Le scarpe si sciolsero e sorvolai la terra, volando.
«È un mostro! Un mostro!» gridarono, spaventati da quella visione.
Mio padre mi guardava incantato, si godette quella scena apocalittica di me che governavo in aria il fuoco senza bruciarmi, mentre l'aria attorno a me era carica di particelle elettriche.
Vidi delle persone scomparire nel nulla, decidendo di togliersi di torno prima che fosse troppo tardi. Edward e Donovan non ne furono troppo contenti.
«È ora di farti vedere cos'è la vera magia» ringhiai.
Unii le mani, intrecciando le dita e premendo forte i palmi l'uno sull'altro. Sfruttai tutti i chakra disponibili, Cuore, Ventre, Testa, le quattro Porte e il Vuoto pulsarono, creando e invertendo magia. Chiusi gli occhi e, come mi aveva detto Balthazar, immaginai la terza tecnica proibita, la stessa che aveva usato lui nel primo scontro.
Toccai e plasmai le particelle con le dita, accumulai una grande concentrazione di mana e lo rilasciai fuori. Non creai affatto una dimensione distorta, non divisi la realtà tra le due, bensì mi circondai del caos. Mi avvolse in una finissima lastra, rendendomi distante da ogni cosa.
Mi attaccarono ancora e la dimensione creata dall'espansione magica mi protesse. Non subii alcun danno, né reagii. Immediatamente la magia si scaldò e si rafforzò. Cody e Gage mi corsero incontro, sbatterono contro la barriera invisibile e li feci volare via oltre le chiome degli alberi, mentre la madre urlò, in preda al panico.
Sebastian afferrò un coltello dalla tasca dei pantaloni e Percy e Yuriy lo seguirono senza battere ciglio. Non capii cosa volessero fare, però non li feci nemmeno avvicinare. Fermai il braccio di mio fratello in aria e da solo si impiantò la lama in gola. Mossi due dita e il ragazzo si schiacciò a terra e venne tirato a lato, facendo inciampare Percyval.
Yuriy, Dominic e loro padre attaccarono insieme, alle spalle. Vennero bloccati dall'espansione e si ruppero le mani. Feci calare una bufera dall'alto, un vento furente e gelido che gettò i tre lontani, risucchiati da quel vortice.
Mossi di nuovo le dita, modificando i flussi, e aprii una voragine al suolo. La terra si ruppe e plasmò sotto il mio volere, i massi si contorsero e il terriccio afferrò i piedi degli uomini e li accartocciò. Allo stesso tempo, ruppi le catene che tenevano segregati i tre maghi di famiglia e riuscirono a fuggire, pieni di sangue e deboli.
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The fallout
FantasyNel clan di Antimaghi Graves, situato nelle valli di Portland, nasce una bambina bastarda, Emily. Cresciuta con il cognome Incant a delineare il suo lignaggio, è la figlia illegittima del più grande Antimago della storia contemporanea: Anselm Graves...