(Karen Graves)
Ibbie scortò il signor Scott fuori dal soggiorno, invitandolo a fargli visitare i terreni della proprietà. Un mero diversivo dalla discussione che si sarebbe tenuta in secondo luogo dopo la comunicazione, a giudicare dalle facce frettolose di Catelyn e Alex non mi aspettai buone notizie.
«Il Concilio pensa che quell'essere sia un pericolo» disse mio padre, serio, senza mai essersi mosso dalla sua poltrona.
«Il Concilio pensa sempre che qualcuno possa essere un pericolo. La vera domanda è verso chi» lo corresse Balthazar, pentendosi dopo aver capito che fosse una frecciatina a tutti i Graves.
«Non sappiamo nemmeno cosa sia!» gracchiai, tentando di dare un senso a tutto.
Per conto mio era inutile partire in quarta, specie senza indizi. Non era nessuna creatura di questo mondo, ergo non avevamo nessun testo o indicazione su come agire. Ogni essere magico aveva debolezze e punti di forza, se volevamo affrontarlo dovevamo prima tastare il terreno di gioco e capire.
«Per quanto mi duole dirlo, Emily ha ragione» mi diede corda Catelyn. Mi stupii. «Non possiamo mandare i nostri figli nella cava del demonio. Gli altri stregoni sono già morti per colpa dell'errore di giudizio del Concilio.»
«Esigeranno in ogni caso dei ragazzi, Graves o meno. Se ci rifiutassimo potremmo passare per deboli, o codardi. Non so cosa sia peggio» mormorò William assorto.
Catelyn si indignò. «E cosa dovremmo fare? Lasciarglieli?» L'uomo alzò le spalle. «Allora perché non cominci con il mandare Tommy?»
William la incendiò con uno sguardo furente. Mago, Antimago o umano, William aveva un suo modo di tenere al figlio e di certo non avrebbe permesso di allontanarlo per una simile campagna di morte. In aggiunta, il Concilio non avrebbe mai approvato Tommy. Era un intralcio.
«Il Concilio sa ripagare chi esegue gli ordini» concordò Donovan. «Cosa intendi fare, fratello?»
Mio padre si grattò il mento. Sapevo che avrebbe mandato me, e di sicuro Balthazar, dato che eravamo i meno importanti e il mio potenziale era ancora al massimo. I Graves non avrebbero mai permesso ad altre famiglie di impossessarsi del loro ruolo, Donovan aveva ragione, se mio padre si fosse rifiutato la sua posizione e autorità sarebbero state messe in dubbio ed era inammissibile.
«Manderemo qualcuno» sentenziò. «Ma solo volontari. Non voglio dei ragazzini spaventati in una missione di questo tipo. E non sarò io a guidarla.»
Alex fece un passo avanti. «E chi sarà?»
Inclinai la testa di lato, intenerita dal suo modo sottinteso di chiedere il potere. «Oh, il piccolo del papi vuole essere il capitano?» lo presi in giro. «Scodinzola ancora un po', non ho visto bene.»
«Silenzio!» fece Anselm Graves. «Deve essere ancora tutto deciso.»
«Perché non andiamo a Parigi e indaghiamo su quel Paladino? O, non so, chiediamo ai Demoni se...» iniziò Karen e tutti le rivolsero degli sguardi annoiati, non calcolandola.
I Demoni sulla Terra non erano al corrente degli intrighi del Pandemonium, oppure preferivano non immischiarsi. Erano creature molto strane, egoiste e solitarie, persino Rayk non avrebbe detto nulla.
Balthazar si massaggiò la testa e i capelli scuri, rasati quasi a zero. «Paladini e Cavalieri hanno aure umane. Hanno poteri, ma sono gli unici esseri ad esseri privi di energia magica. Per il mondo e la realtà sono catalogati ancora come umani» spiegò.
«Ergo è impossibile distinguerli. Non eri amico di una Regina?» domandò mio padre, sospettoso.
Il mago scrollò le spalle. «Quella prima dell'attuale. La generazione precedente è stata sterminata dai Cavalieri e da allora l'ordine tiene le Pedine nell'ombra. So che è stato un duro colpo per il vecchio Dio e gli Angeli, hanno dovuto iniziare tutto da capo...»
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The fallout
FantasyNel clan di Antimaghi Graves, situato nelle valli di Portland, nasce una bambina bastarda, Emily. Cresciuta con il cognome Incant a delineare il suo lignaggio, è la figlia illegittima del più grande Antimago della storia contemporanea: Anselm Graves...