Epilogo

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(Lady D)

Ero stesa sulle gambe di Bucky, si era sdraiato a terra in silenzio, tamponandosi al ferita alla mano. Io guardavo la mia, il sangue si era fermato ed era sommersa da una patina rossa e dalla cenere. Non mi faceva male, almeno non rispetto a quello che avevo perso e la calma dopo la tempesta portò con sé la consapevolezza di altri problemi. Avrei dovuto andare dai maghi, riferire che Balthazar fosse imprigionato in quel cubo infinito e cercare una soluzione per i clan degli Antimaghi rimasti. Il Concilio non poteva spezzarsi di nuovo, non dopo quello che era appena successo. La gente meritava risposte e stabilità.

Ero stufa di combattere, ciò che volevo era andarmene via per sempre con Bucky e non tornare più in quelle terre. Mi avevano strappato ogni cosa, mi avevano fatto diventare un'altra persona e non sapevo ancora se mi piacesse o no. I miei poteri portavano con sé troppe responsabilità e non avrei avuto Balthazar ad incoraggiarmi e a consigliarmi. Mi aveva preparata a vivere in un mondo del genere, sola contro tutti, ma quello che volevo era dormire e non svegliarmi più.

Era ancora notte fonda, non seppi dire che ore fossero. Le stelle brillavano nel cielo, non erano più coperte da nubi temporalesche o offuscate dal Velo. La luna era uno spicchio sottile, donava un tenue bagliore alla proprietà e mi sentii meno trascinata a fondo. Le case erano a pezzi, così come ogni cosa nei giardini.

«Credi che gli altri siano riusciti a scappare?» domandai piano.

Bucky mi pettinò i capelli, rincuorandomi. «Certo. Callum avrà portato tutti in salvo. Quando tutto questo sarà finito li cercheremo. Dovrai venire con me al quartier generale a compilare alcune carte, Lady D è stranamente fiscale per alcune faccende. Era in combutta con i Graves, consapevoli o meno, i clan si aggrapperanno ad ogni cosa per avere giustizia.»

La casa di Bucky, pensai. Dentro di me ero eccitata. Non ero mai andata lontano e avevo un mondo intero da scoprire. Potevo andare ovunque, zero controlli, zero missioni e zero Graves. Qualcosa dentro di me mi impedì di essere davvero felice in quel momento: avevamo vinto, era vero, però molte persone erano morte per me, per quello che avevo dentro, e avrei dovuto convivere con il pensiero di aver scosso per sempre il mondo dell'antimagia.

«La gente mi odierà» feci pensosa. «Ho distrutto il clan al comando, ci sono traditori ovunque e pezzi grossi morti. Ho una taglia sulla testa, se non saranno i mercenari a cercarmi ci penserà qualcun altro.»

Bucky si sollevò sui gomiti, con la fronte aggrottata. «Stai davvero pensando a queste cose adesso?»

«Balthazar ti ucciderà, sai? Potevi almeno chiedermelo prima di sposarmi a tradimento» mi lamentai con tono finto.

«Allora la prossima volta ti lascerò morire, ti aggrada come idea?» propose e ridacchiai. Un dolore allo stomaco mi fece contorcere. «Stai ancora male?»

«Ho sprecato troppa energia. Non riesco più a controllare la magia. La tecnica maledetta ha costretto i miei chakra a produrre mana e scambiarlo in simbiosi, non ho avuto altra scelta che aumentare il flusso e il potere. Mio padre non ha potuto reggere il peso e i suoi chakra si sono distrutti nel processo. Ho dei danni considerevoli...»

«Risolveremo» affermò, con una lieve punta di preoccupazione.

Eravamo davvero troppo esposti, ma non avevamo nessuno a cui chiedere aiuto né un posto sicuro in cui rifugiarci. I maghi erano ancora lontani, forse non avrebbero accettato la mia presenza dato che fossi la figlia di Anselm Graves, colui che voleva farli a pezzi e di certo avrebbero escluso Bucky perché umano. Il brutto dell'essere un Ibrido era la solitudine, il non avere una fazione.

Se avessi potuto avrei dormito per giorni interi, il mio corpo necessitava di riposo e cure adeguate, cose che io non potevo darmi.

Stavo ancora guardando il cielo, immaginando e pensando cosa poter fare una volta usciti da là, quando avvertii una nuova presenza. Cercai di capire da dove venisse ed era come se fosse tutto intorno a me, ovunque nell'etere. Non era solo magia, ma qualcos'altro di più puro e semplice.

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