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Quando l'amore ti brucia fino alle fondamenta, non vergognarti del tuo dolore e nemmeno della tua follia o della tua amarezza. (Charles Bukowski)

Avevo passato gli ultimi tre giorni più a casa Sunset che nella mia. Era sorta una specie di convivenza tra me e Jake da quando i suoi genitori erano in Oklahoma per aiutare Violet a trovare lavoro e ad ambientarsi. Avevo alcuni dei miei trucchi in camera del mio ragazzo, dei vestiti che puntualmente quando arrivavo lì mi toglieva per poi coprirmi con i suoi di indumenti. Lui cucinava, io pulivo. Lui puliva, io scrivevo. Sapevo che la vera convivenza non era così, ma era un buon inizio no? Se ci fosse stato qualcosa di lui ad infastidirmi lo avrei notato, eppure non c'era nulla di tutto ciò. I miei genitori, stranamente, non avevano detto nulla del mio semi-trasferimento, purché la notte dormissi in camera mia. Come se non avessimo opportunità di fare sesso anche durante il giorno, ma mi andava bene comunque perché Jake mi raggiungeva a notte fonda per dormire abbracciati e poi sgattaiolava via prima che si svegliassero. Non vedevo l'ora di andare al college e vivere davvero con lui, sarebbe stato fantastico.

Avevo portato con me anche il microfono, quello che mi aveva regalato lui per il nostro anniversario, più una piccola sorpresa come anticipo per il suo regalo di compleanno che, finalmente, era pronto e avrei potuto dargli la sera stessa.

Non appena misi piede in casa sua iniziò a supplicarmi di fargli uno spettacolo privato, usando il microfono per fingere di cantare. Lui non lo sapeva, ma a volte, quando ero sola, me lo stringevo forte al petto chiudendo gli occhi e immaginavo di essere sul palco insieme a Tini e di essere una star internazionale. Avevo anche potuto abbandonare l'idea di quel sogno, ma non avrei mai potuto abbandonare il sogno in sé perché era parte di me. esattamente come il ragazzo che, seduto sul letto con le braccia aperte sui cuscini e le gambe appena divaricate, mi guardava con desiderio e adorazione mentre ondeggiavo a ritmo di musica, col microfono in mano.

Iniziai, lentamente, a togliermi prima le scarpe piegandomi, mettendomi di schiena, così da assicurarmi che avesse un'ottima visuale sul panorama. Sbirciando da sopra la spalla lo sorpresi a fissarmi il didietro, la mascella contratta, i pugni serrati ancora sui cuscini e gli occhi ridotti a due fessure che seguivano ogni mia mossa. Specialmente quando mi raddrizzai e, con estrema calma, mi sbottonai i pantaloncini per poi scacciarli via con le gambe rimanendo solo con le mutandine. Posando il microfono sulla scrivania, avanzai verso il letto con passo sensuale, felino, e mi ci arrampicai su fino a sedermi su di lui e la sua, perenne, erezione.

Risi.

Lui mi fulminò con lo sguardo.

E io risi ancora di più per poi abbassarmi fino a sfiorargli il viso con il mio, i capelli portati tutti su di un lato.

Nel momento in cui tentò di afferrarmi e baciarmi lo immobilizzai prendendolo per i polsi e strusciandomi ancora di più su di lui per punizione.

-Vietato toccare fin quando non te lo dico io- gli dissi con tanto di occhiolino e voce suadente all'orecchio.

Lasciai la presa sui suoi polsi che, saggiamente, tenne immobili nella stessa posizione. Mi spinsi un po' indietro, proprio sul suo membro provando una scarica di eccitazione che per poco non mi fece gemere di piacere, ma non ero io a dover emettere quel tipo di suoni al momento. Portandomi le braccia sugli orli della maglietta che indossavo, una delle sue che finora mi aveva coperto anche un po' le gambe, la sollevai con la velocità di una lumaca.

Jake sgranò gli occhi e socchiuse la bocca.

Ero senza reggiseno, perché lo avevo tolto quando mi aveva costretta ad indossare i suoi vestiti appena arrivata, come faceva di continuo. Avevo voluto fargli una sorpresa e, a quanto pare, fu gradita perché se ne infischiò del mio divieto e affondò le mani nei miei capelli avvicinandosi al mio collo per morderlo e succhiarlo. Con tutta la mia determinazione lo respinsi via e lo bloccai ancora una volta per i polsi, avvicinandomi a lui tanto da portare il mio seno ad un soffio dalle sue labbra, sentivo il suo respiro irregolare su di me e mi ritrovai a muovermi leggermente su di lui per evitare di cedere prima del previsto.

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