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Sei tu che sei svanito nel vuoto, oppure son io che mi sono smarrita nel nulla?                       Giovanni Verga

Era giunto il momento che attendevo da tutta la vita. Il mio più grande desiderio che si realizzava grazie a Jake... Stavamo volando verso l'Argentina per il concerto di Tini e non riuscivo ancora a crederci. Avevo avuto il sorriso stampato in faccia per tutto il giorno, mentre preparavo la valigia e riascoltavo le sue canzoni, e sul volo non riuscivo ad evitare gli occhi lucidi se pensavo che stava accadendo davvero. L'avrei vista. Dopo nove anni a distanza, sarei stata nello stesso luogo insieme a lei.

-Voglio avvertirti Jake- eravamo in fila, una lunga fila, per entrare al Luna Park, lo stadio più importante di Buenos Aires e il più grande in assoluto. E sarebbe stato pieno. Per il terzo anno consecutivo Tini si sarebbe esibita lì con un tutto esaurito e io ero fiera di lei come se fosse mia sorella, perché per me lo era sul serio.

-Diventerò una pazza lì dentro. Urlerò che la amo in continuazione e piangerò mentre canterò e ballerò con lei e con altre migliaia di persone che proveranno le mie stesse emozioni- diedi uno sguardo veloce alle persone in fila attorno a noi, tutte con lo stesso sguardo eccitato e felice. bastava scambiarci un'occhiata per sapere chi era davvero sua fan e chi fungeva da accompagnatore.

-Dopo nove anni di relazione a distanza la vedrò... Non puoi neanche lontanamente immaginare cosa questo significhi per me Jake. La amo da molto più tempo di te quindi non essere geloso se dentro le chiederò di sposarmi- risi per fargli intendere che scherzavo, ma non più di tanto perché per quanto amassi il mio ragazzo amavo anche lei ed essere sua amica e parlarle tutte i giorni sarebbe stata un'utopia per me. la idealizzavo, lo sapevo. Non era perfetta come nessuno d'altronde, ma per me lo era. Non significava quello l'amore? Anche Jake per me era perfetto, la maggior parte delle volte, ma non come Tini. Lei mi aveva accompagnata nei periodi più bui per me e le sarei stata eternamente grata.

-Sei ancora in tempo per andare in albergo. Non ti biasimerò- non lo avrei fatto sul serio anche se ci sarei rimasta da schifo se fosse andato via, ma volevo sapesse che non era obbligato a essere lì con me.

-Scherzi? Non vado da nessuna parte. Sono proprio curioso di vedere questa famigerata Tini sul palcoscenico. Magari potrei innamorarmene perdutamente anche io- scherzava, era evidente, ma il solo pensiero me lo fece abbracciare forte fino a stritolarlo.

-Potresti anche andare con lei e te lo perdonerei. Io in primis ti lascerei per lei- con il sorriso sulle labbra gli presi il viso tra le mani e lo baciai. Gli succhiai la lingua e gli morsi il labbro inferiore prima di procedere con la fila. Era arrivato il nostro turno e io ero come una bambina sulla neve, cosa che diventavo sul serio quando vedevo anche la neve.

Come avevo detto prima al mio ragazzo, per la maggior parte del tempo cantai insieme al mio idolo e ad altre migliaia di persone. Ballai le coreografie di Tini insieme ad altre ragazze che si trovavano accanto a me e piansi. Piansi tra le braccia di Jake ringraziandolo per quello. Il miglior regalo della mia vita. ogni volta che mi voltavo verso di lui per assicurarmi che si stesse divertendo lui aveva sempre lo sguardo puntato su di me e un sorriso che mi faceva battere ancora di più il cuore. Dovevo avere l'adrenalina alle stelle in quel momento quando, durante una breve pausa in cui Martina stava bevendo un sorso d'acqua urlai quanto l'amavo. E lei mi sentì. Sentì me e io per poco non svenni tra le braccia del io ragazzo. Probabilmente senza di lui a sostenermi sarei crollata al suolo quando il mio idolo da quasi dieci anni incrociò il mio sguardo, mi sorrise come solo lei sapeva fare e mi disse che anche lei mi amava. In quel momento avrebbero potuto uccidermi e sarei morta felice. Eravamo in prima fila quindi, quando le chiesi un autografo e una foto, fu facile per lei scendere dal palco e raggiungermi. Eravamo separate dalle transenne e aveva guardie di sicurezza tutte intorno a lei, ma non era la prima volta che faceva una cosa del genere. Quella volta però ero io la fortunata.

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