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Mi manca sempre. So che se n'è andata. L'unica differenza è che mi sto abituando al dolore. È come scoprire un grande buco nel terreno. Per cominciare, ti dimentichi che è lì e continui a cadere. Dopo un po', è ancora lì, ma impari a girarci intorno. Rachel Joyce

Ero sempre stata contro lo spreco d'acqua e di energia, ma a causa di Jake stavo iniziando a tralasciare quei dettagli ogni volta che mi sorprendeva passando l'aspirapolvere per baciarmi a tradimento senza darmi neppure il tempo di spegnerla o anche quando compariva in doccia con me come in quel momento... Dopo qualche ora saremmo dovuti uscire di casa per andare al saggio di danza a cui avremmo partecipato quindi ne avevo approfittato per prepararmi da lui.

Errore gigante.

Avrei dovuto sapere che non mi avrebbe lasciata in pace tanto facilmente. Ero appena entrata in doccia e aperto l'acqua quando avevo sentito dei rumori in bagno e, l'attimo successivo, Jake era entrato nella cabina insieme a me. entrambi completamente nudi e ben consapevoli dell'unico modo in cui sarebbe potuta mai terminare quella situazione.

Per quanto cercassi di respingerlo o almeno di chiudere il sifone lui continuava a baciarmi e a riaprire l'acqua ignorandomi. Ad un certo punto avevo dovuto arrendermi al suo tocco, a lui, contro le mattonelle alle mie spalle mentre lui mi baciava il collo, poi l'attaccatura dei seni e anche i capezzoli. Ansimavo come mai prima, con l'eco della mia voce che risuonava ovunque e Jake ancora più famelico a quei suoni.

Gli passavo le mani tra i capelli e lo toccavo a mia volta, la schiena, i pettorali, lì sotto. I suoi grugniti erano diventati la mia sveglia, letteralmente perché lo avevo registrato con il telefonino e adoravo svegliarmi in quel modo, con quel suono.

-Cazzo se ti amo Harmonie- il tono del mio ragazzo era basso, gutturale, baritono. Credevo che sarebbe scoppiato da un momento all'altro se non sarebbe entrato dentro di me all'istante. Per questo gli dissi di prendere il preservativo che, di sicuro, aveva preparato e lasciato da qualche parte in bagno. Il secondo dopo si allineò alla mia fessura e stringendomi per i fianchi per non farmi scivolare via, l'acqua che continuava a scorrerci addosso come una cascata, e le mie mani già affondate nelle sue spalle entrò con una singola stoccata che tolse il respiro a entrambi.

La sua fronte contro la mia, il mio respiro che arrivava ai suoi polmoni, i nostri corpi uniti. Quello era il paradiso. Ogni volta che spingeva io salivo più su, strusciandomi contro le mattonelle che stavano graffiandomi tutta la schiena. Ogni volta che si ritirava io scendevo giù con lui. i nostri movimenti erano complementari così come i nostri respiri erano in sintonia e i nostri occhi non smettevano di specchiarsi in quelli dell'altro.

-Dicevi sul serio?- non capivo come riuscisse a parlare figuriamoci a pensare in quei momenti. Io mi distaccavo dal mondo intero per perdermi nel nostro, mentre lui invece sembrava dare il meglio di sé in quanto a ragionamenti e teorie che ci teneva ad illustrarmi proprio mentre lo facevamo perché si divertiva a vedermi stordita da lui.

-All'improvvisazione intendo. Troveresti egoista se cercassi di salvarti con la mia vita? Molti lo troverebbero eroico-

-Sì- ansimai contro il suo orecchio. Un po' come risposta e molto come segno di apprezzamento per ciò che stava facendo. Lentamente e senza esitazione. Mi stava torturando e non ne sembrava minimamente scalfito, anzi.

-Perché?- ancora? Più tardi avremmo fatto un bel discorsetto su cosa si potesse discutere in momenti del genere e su cosa no, ma in quel momento mi limitai a spiegarmi, cercando di formulare frasi di senso compiuto anche se avrei voluto solamente urlare e dirgli di fare più in fretta.

-Non lo pensi anche tu? Insomma...- deglutii affondando ancora di più le dita nella sua pelle affannata per ogni stoccata che mi riservava. Non riuscivo a riflettere su nulla figurarsi su una cosa così seria per me eppure, senza sapere come, trovai la voce e le parole per spiegare il mio punto di vista.

-Tu ti butteresti sotto un'auto per salvarmi, perché non riusciresti a vivere senza di me giusto?- era una domanda retorica, ma lui annuii comunque. Il viso di pietra mentre si sforzava di resistere il più a lungo possibile mentre mi schiacciava contro le mattonelle di continuo, portò una mano accanto alla mia testa per reggersi e con l'altra strinse di più il mio fianco.

-Be' è da egoisti. Perché non penseresti che, se succedesse qualcosa a te, anche io non potrei vivere. Penseresti solo a come staresti male tu e per me è egoistico. In una coppia bisogna essere alla pari, se uno dei due è indietro o avanti rispetto all'altro non funziona e se tu mi salveresti a costo della tua vita non sarebbe giusto per me. Credo che, dopo essermi assicurata che tu stessi bene, ti lascerei-

-Mi lasceresti eh? Lasceresti tutto questo?- il suo respiro divenne irregolare e potevo avvertire i battiti del suo cuore accelerare mentre aumentava il ritmo e mi disintegrava sotto di lui. Segno che la conversazione era terminata, finalmente. Emisi dei versi che non avevo mai fatto prima, ma ero al limite. Scontrai la testa con la parete alle mie spalle, ma non vi prestai attenzione, volevo solo che Jake affondasse di più. Lo tirai a me e lo baciai con foga e passione. L'attimo dopo venimmo entrambi e lui dovette sostenermi per impedirmi di scivolare a terra. Finalmente chiuse l'acqua. Finalmente! E mi sorrise come solo lui sapeva fare, la fronte contro di me, i nostri nasi che si toccavano e le labbra che tuttavia si bramavano. Era ancora dentro di me e lo tenni stretto il più possibile, non volevo separarmi da lui. Solo in quei momenti mi sentivo bene, in pace e completa, al posto giusto. Solo con lui.

-Dobbiamo andare o faremo tardi- sussurrò sfiorandomi le labbra, ma senza spostarsi di un millimetro.

-Già- concordai schiacciandolo ancora di più addosso a me. Amavo il modo in cui ci incastravamo, il suo petto contro i miei seni e il suo corpo che mi toglieva il respiro sovrastandomi. Nessuno dei due si mosse per la successiva mezz'ora. Eravamo in ritardo, ma questo non fermò il mio uomo da un secondo round, più veloce fatto solo di preliminari.

-Ti amo, lo sai?- non dovetti neppure sollevarmi un po' per raggiungere le sue labbra. Eravamo al teatro, dietro le quinte, in attesa di fare il nostro debutto. Il fatto che fosse così alto era una delle cose che preferivo di lui perché così io avevo potuto indossare tacchi vertiginosi che, se avessi messo per un'uscita con Stacy e le altre nostre amiche, loro sarebbero sembrate delle nane a confronto. Per quanto gli altri potessero invidiare le ragazze alte, non sempre era un pregio quella caratteristica.

-Solo perché hai potuto indossare quelli- con un gesto del mento indicò i trampoli che avevo ai piedi. Tacchi a spillo argentati abbinati al suo vestito e al mio, rosa cipria brillantino con tanto di pochette. Posò una mano sul mio lato B e mi palpeggiò come se non ci fossero altre persone intorno a noi mentre, con le dita dell'altra, mi accarezzava il viso e mi spostava i capelli dietro le spalle. Io avevo una mano intorno al suo collo e l'altra poggiata sul suo petto. strofinai la punta del naso contro la sua ridendo. Potevamo stare ore insieme senza parlare oppure parlando di tutto, ma bastava uno sguardo agli altri per capire quanto fossimo in sintonia. Per questo eravamo portati per il tango. Non perché fossimo dei ballerini così eccellenti, ma perché c'era complicità tra noi.

Miss Camp venne a chiamarci informandoci che fosse il nostro turno di salire sul palco. Ancora una volta, Jake, stava realizzando i miei sogni restando al mio fianco e non avrei potuto chiedere di meglio. Mi pose la mano, intrecciai le nostre dita e, scambiandoci un'ultima occhiata di trepidazione, andammo in scena. Mettemmo in piedi il miglio tango mai vito, a mio avviso. Di tutte le centinaia di persone che avevano gli occhi rivolti verso di noi io vedevo solo Jake e lui vedeva solo me. Quando alla fine mi fece volteggiare per poi attirarmi a sé, contro di lui, in lui, non resistetti all'impulso di baciarlo incurante delle urla e gli applausi delle persone che ci stavano osservando.

-Ti amo, mio Universo, mia stella binaria- accarezzai Jake restando ancorata a lui. Ogni volta che dovevo separarmene era come un pugno dritto nella pania che mi toglieva il respiro per qualche secondo, il tempo di abituarmi a quella nuova realtà senza di lui che sarebbe durata pochi attimi.

-Ti amo Sirio-

-Sai cos'ho scoperto? Sirio ha una stella binaria, una nana bianca, Sirio B. Questo significa che tu sei la mia Sirio B. La stella che gravita insieme a me, attorno a me come io gravito attorno a te. Siamo un'unica grande stella- ero pronta a baciarlo, ancora. Fino all'infinito.

-Sempre e per sempre- mormorò battendomi sul tempo e unendo, ancora una volta, le nostre labbra e non solo... Unendo l'uno all'altra. Sempre e per sempre. 

Le Note Nell'universoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora