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Le persone non muoiono immediatamente, ma rimangono immerse in una sorta di aura di vita che non ha alcuna relazione con la vera immortalità, ma attraverso le quali continuano ad occupare i nostri pensieri nello stesso modo di quando erano vivi. 

 Marcel Proust

Era inquietante rendersi conto che a volte c'erano persone che conoscevano la tua vita meglio di te. Byron era una di quelle. Mi aveva raccontato tutta la mia storia con Jake, il suo migliore amico, il mio ragazzo e ad ogni cosa avevo sentito che era sincero, avevo visto davanti agli occhi quelle stesse scene descritte da lui per poi dimenticarle dubito dopo. Non riuscivo a capire come fosse possibile dimenticare qualcuno che si era amato tanto. Forse era per quello che io, in realtà, non avevo dimenticato Jake. Ma lo avevo custodito gelosamente nel cuore.

Tutto ciò che avevamo passato, che avevamo fatto l'uno per l'altra... Era la storia d'amore che avevo sempre voluto. Romantica, passionale, rigenerante, solo nostra e di nessun altro. Un amore in grado di bruciarci dall'interno e dare fuoco a tutto nel raggio di chilometri. Volevo ciò che avevo avuto, ma che non ricordavo. Ciò che gli altri conoscevano meglio di me al momento. Ciononostante, mettendo da parte tutto il dolore e le lacrime, ero contenta di aver scoperto finalmente di non essere pazza, ma di essere semplicemente innamorata di un ragazzo splendido che mi aveva ricambiata per tutta la sua vita.

-Voglio vederli- fu la prima cosa che dissi dopo attimi interminabili di un silenzio che stava schiacciando entrambi ma per ragioni diverse.

-Portami dalla sua famiglia. Ho bisogno di andare da loro- incredibilmente la mia voce restò calma, non si incrinò, non si spezzò, non tremò, ma io conoscevo la verità. Sarei crollata. Di lì a poco sarei crollata in lacrime per la vita che avevo perso e che non sapevo se l'avrei ricordata completamente un giorno. Volevo approfittare di quegli ultimi istanti di calma per vedere i Sunset. Io avevo perso qualcuno di importante, ma loro avevano perso un fratello e un figlio.

Non immaginavo come sarebbero potuti stare, ma di certo non mi ero aspettata della musica udibile sin dal pianerottolo della casa. PJ Morton - Don't Let Go risuonava all'infinito anche quando Byron suonò il campanello e una donna ci venne ad aprire. Era una musica lieve, di sottofondo, ma mi struggeva l'anima ascoltarla. Non quanto la reazione della donna al vedermi in piedi, fuori casa sua, in attesa che dicesse qualsiasi cosa però. Gli occhi sbarrati, le labbra tremolanti e un fiume di lacrime che le riempirono gli occhi. poi, di colpo, si protese verso di me e mi abbracciò. Mi sembrò così familiare il suo tocco e pensai che nel corso degli anni dovetti averla abbracciata un'infinità di volte, per quello era così accogliente. Così caloroso e giusto.

Separandosi da me, ma senza lasciarmi andare del tutto, ci fece cenno di accomodarci all'interno. Casa sua era simile alla mia, salotto all'entrata, cucina sulla sinistra invece che sulla destra come da me, a destra il corridoio che portava alle camere. Ci sistemammo in salotto, sul divano davanti il quale un tavolino era pieno zeppo di fotografie. Mi bastò prenderne una e riconoscere il viso di Jake che tanto avevo sognato per arrivare al limite ed essere sul punto delle lacrime.

-Come fa ad andare avanti signora Sunset? Io non ricordo neppure tutto eppure mi sembra di non riuscire a respirare a causa del peso sul petto che porto e lei invece...- serrai gli occhi e chiusi la bocca il un linea retta cercando di tenere a bada le emozioni. La foto di un Jake sorridente ancora in mano per darmi la forza di affrontare tutto. Tuttavia fu la mano di sua madre che si poggiò sulla mia a farmi aprire di nuovo gli occhi.

-Credi che Jake avesse voluto vedermi triste e piangere tutto il giorno rannicchiata in un angolo? No e non vorrebbe neppure che lo facessi tu- il sorriso che mi rivolse, quello di una madre lacerata dal dolore, mi devastò completamente. Io ero lì senza alcun diritto a chiederle come fare per andare avanti quando anche lei stava cercando di fare del suo meglio per scoprirlo. Byron ormai non esisteva più per me, ero completamente concentrata sulla donna sedutami accanto che cercava di darmi conforto, quando avrei dovuto essere io a darlo a lei.

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