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Date parole al dolore: il dolore che non parla bisbiglia al cuore sovraccarico e gli ordina di spezzarsi. William Shakespeare

L'anno precedente non vedevo l'ora che arrivasse il Natale. È sempre stata la mia festa preferita in assoluto e, l'ultimo passato con Jake, è senza dubbio il mio preferito. Andammo al concerto di Tini a Buenos Aires poi arrivammo a casa dei nostri genitori stremati, ma felici. Stavamo insieme, dormivamo insieme come facevamo un tempo, lui sgattaiolava di nascoso fuori dalla mia camera prima che qualcuno se ne accorgesse anche se avevo l'impressione che entrambi i nostri genitori lo sapessero ma non dicessero nulla.

Poi ci fu l'ennesimo regalo, l'anello che ora portavo all'anulare della mano destra perché tenerlo su quello sinistro era troppo doloroso. Mi ricordava di continuo ciò che avrebbe potuto essere, ma non era stato. Invece in quel modo potevo ricordarmi la promessa del mio splendido uomo di un matrimonio da sogno, come lo avevo sempre voluto.

Quell'anno invece persino alzarmi dal letto per aprire i regali mi sembrava un'impresa ardua. La notte precedente, quando tutti stavano scartando pacchi come sempre secondo la nostra tradizione, io ero scappata in camera di Jake spruzzandomi il suo profumo sui vestiti, la sua felpa preferita e dei pantaloncini troppo grandi per me che dovevo tenere su di continuo, e mi ero illusa per un attimo che fosse lì con me. Vivo, alle mie spalle intento ad abbracciarmi, la testa tra l'incastro del mio collo che mi annusava e mi baciava come tanto gli piaceva. Svegliarmi da sola era stato tremendo, più delle altre volte.

Ero vigile dalle otto di mattina, ma mi alzai dal letto solo due ore dopo sperando di non crollare davanti alla sua famiglia e ai miei amici. Stacy e Byron. Sapevo che si trovavano lì ancora prima di andare in salotto e trovarli sul divano che si sbaciucchiavano. Erano adorabili ed ero davvero contenta per entrambi, si meritavano a vicenda. Due persone splendide che si sarebbero sposate di lì a un anno. ancora non riuscivo a crederci. La mia migliore amica sposata.

-Prendetevi una stanza- dissi in finto tono di disgusto. Le guance di Stacy si colorarono di un rosso tenue che non era affatto da lei. Tra le due era sempre stata quella più spavalda tra le mura di casa e timida fuori, mentre io ero il contrario. Timida a casa e fuori nessuno poteva fermarmi.

-Come stai?- con un balzo Stacy si alzò separandosi dal suo fidanzato e venne di fronte a me. Byron la imitò abbracciandola da dietro e posando il mento sulla sua spalla mentre lei avvolgeva le sue braccia attorno quelle di lui. Mi ricordavano me e Jake. Era una cosa che facevamo di continuo quella e mi mancava terribilmente, ma cercai di non darlo a vedere sorridendo come se nulla fosse. Come se le loro manifestazioni d'affetto avanti ai miei occhi non mi trapanassero il petto ogni singola volta facendomi ricordare ciò che avevo perduto.

-Bene, ieri sera ero stanca e non ho resistito, ma ora sono pronta per i regali- il mio tono quasi allegro e sereno stonava con il mio sorriso tirato, ma non potevo farci nulla. Era estremamente difficile per me affrontare tutto quello e stavo facendo del mio meglio per non mostrarmi triste davanti a tutti loro.

-A proposito di regali... Jake aveva organizzato una sorpresa per te. Le cose erano già in moto e volevo esaudire il suo ultimo desiderio. Avrebbe reso questo Natale indimenticabile per entrambi- Byron lasciò andare la sua ragazza e assunse un'espressione abbastanza seria per essere qualcosa di bello. Che si fosse dimenticato dei regali? Non mi importava, doveva saperlo, insomma mi conosceva. Stavo proprio cercando di spiegarglielo quando tutta la famiglia Sunset ci raggiunse guardandomi con occhi compassionevoli. Stacy venne verso di me, al mio fianco, e mi tenne la mano mentre aspettavo una spiegazione per quel comportamento.

-Jake aveva già organizzato tutto per questo Natale e ho pensato che fosse un peccato non mostrarti ciò che aveva fato solo per te- la sua voce divenne un rumore lontano mentre metabolizzavo le sue parole.

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