Partenza

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Età: 17 anni
Quel giorno erano morti i genitori di Airi.

Non sapeva come era accaduto, sapeva semplicemente che la vita li aveva lasciati.

Può sembrare crudele, ma Airi non sentiva nulla.

Dopotutto, quei due non erano mai stati presenti nella sua vita, e le avevano impedito di fare ciò che più amava: utilizzare la katana.

Ma adesso che loro non c'erano più lei poteva tranquillamente partecipare al test per diventare una spadaccino ammazzademoni, che si sarebbe svolto di lì a poco.

Così, mentre tutta la servitù dell'enorme villa escluso il suo fidato Siosuke si disperava, lei andò a mettere abiti più consoni, recuperò l'amata katana, e si preparò al viaggio.

Quando uscì dalla sua stanza era una persona diversa da come ci era entrata.

L'elegante kimono blu era stato sostituito da un kimono da uomo nero, un girocollo bianco a coprire la cicatrice e un haori bianco che verso il fondo diventava color glicine.

Sul fianco sinistro pendeva la katana.

Sul fodero in pelle erano ricamati dei fiori di glicine, che simboleggiavano la sua famiglia.

Scese al piano di sotto e richiamò tutta la servitù, che la guardò stordita dal suo cambiamento.

"Io starò quasi sempre in viaggio per cui, devo decidere a chi lasciare in custodia la casa, vi comunicherò la mia decisione stasera, alla mia partenza." annunciò.

In realtà aveva già scelto a chi assegnare quel compito, ma voleva vedere in quanti si sarebbero messi a fare i ruffiani con lei solo per ottenere quel potere.

Come previsto, durante tutta la giornata, furono quasi tutti esageratamente dolci e gentili con lei.

La seguivano come dei cagnolini, e le facevano complimenti a caso per motivi inesistenti.

Airi era disgustata.

'Che falsi.' si ritrovò a pensare.

Cercando di non badarci, raccolse parecchio del glicine immortale che cresceva intorno alla tenuta, con cui parte fece degli orecchini e una coroncina anti-demone.

Subito le servitrici le furono accanto a decantare la bellezza delle sue creazioni, che a loro detta, 'esaltavano' la sua bellezza.

La violetta come al solito le ignorò e scese tornò in camera sua per prendere qualche kimono e i pochi affetti personali che gli servivano, e lo mise in una sacca, insieme al glicine rimanente.

Poi, visto che il sole stava tramontando, richiamò per l'ennesima volta la servitù al piano di sotto.

"Ho preso la mia decisione, a curare la mia tenuta sarà Siosuke, che si è sempre preso cura di me, senza pretendere nulla in cambio. Ah, e un'ultima cosa: se torno e scopro che gli avete anche solo torto un capello..." disse estraendo la katana dalla sua fodera.

"Vi uccido." aggiunse con voce fredda, puntando l'arma davanti a sé.

Tutti nella stanza apparte il diretto interessato deglitirono, chiaramente spaventati.

"Ottimo, vedo che avete capito." disse rinfoderando la katana.

Congedò i presenti e tutti si dileguarono per riprendere i propri compiti.

O meglio, quasi tutti.

Siosuke era rimasto lì, a guardarla con un sorrisetto orgoglioso in volto.

"Vedi di sopravvivere, peste!" le augurò il rosato.

"Ovvio, vecchio, con un maestro del genere non posso morire!" disse di rimando la violetta accennando un sorrisetto.

Dopo quel breve scambio di battute si diedero un abbraccio, poi la ragazza uscì dalla casa, per iniziare finalmente il suo percorso da spadaccina.

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