Il monte Natagumo

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Passarono un paio di giorni, e Airi impose ai ragazzi un ferreo programma per sistemare le loro ossa.

Una sera, finalmente, il dottore annunciò loro che erano guariti.

La mattina seguente, mentre Zenitsu ci provava con Airi e Nezuko, arrivò Mizuki, la candida corva di Airi.

"Mizuki, è tanto che non ci sentiamo! Dimmi, hai una missione per noi?" chiese dolcemente la violetta.

"Yes, my lady. La prossima meta è a nord-est, sul monte Natagumo. E' una missione per tutti e quattro." rispose la corva.

"Grazie mille, Mizuki." disse Airi poggiando la fronte contro quella della bianca pennuta.

Quando la corva del legame della violetta volò via dalla stanza, Airi si girò verso i suoi compagni, che la guardavano sbigottiti.

"No scusa, il tuo corvo del legame è bello, ha un linguaggio fine e una voce melodiosa, in più ha un nome. Inosuke non si sa se abbia un qualche pennuto, Zenitsu ha un passero e io una bestiaccia dalla voce disturbante. Ma ti sembra equilibrato?!" si lamentò Tanjiro.

"Sono stata graziata, probabilmente. Comunque vorrei partire subito, dalla presenza inquieta di Mizuki sembrava qualcosa di importante." rispose Airi, che avrebbe sorriso, se ne fosse stata in grado.

I tre annuirono, e in fretta prepararono per lasciare la casa.

Quando furono pronti avvisarono la vecchia padrona di casa, e si recarono al cancello per un saluto.

"Grazie per l'ospitalità, signora, è giunto il momento di salutarci, le auguro buona vita." salutò Airi con un inchino, subito seguita da Tanjiro e Zenitsu.

"Vi auguro di continuare a vivere con orgoglio in ogni situazione, buona fortuna." rispose la vecchietta.

I ragazzi lasciarono la casa correndo, con in testa Airi.

Dopo molte discussioni, litigate e pseudo-gare inutili, i quattro raggiunsero la loro destinazione, il monte Natagumo.

Zenitsu, da bravo fifone la quale era, si appallottolò per terra, facendo notare quanto la montagna fosse inquietante.

E in effetti, il monte Natagumo, avvolto dalle tenebre della notte, metteva davvero inquietudine.

Il naso di Tanjiro captò un odore, e Airi percepì una presenza dolorante, che si apprestano a raggiungere seguiti da Inosuke e da uno Zenitsu piangente.

In poco tempo davanti ai loro occhi apparve un ragazzo malconcio con una katana in mano, completamente crollato a terra.

"Ehi, guardate la divisa, è un ammazzademoni!" fece notare il rosso.

"A-iut-o..." sussurrò il ragazzo alzando a malapena il capo.

Airi fece un passo verso il ragazzo, che contemporaneamente venne rigettato nella foresta da una forza misteriosa invisibile.

Il gruppo di spadaccini non poté fare nulla per lui, se non guardarlo mentre spariva nella selva.

Dopo un minuto di silenzio e sguardi vaghi, Tanjiro si fece forza.

"Io vado." annunciò stringendo il pugni.

Contemporaneamente, Inosuke ed Airi lo superarono, avviandosi verso la montagna.

"Vado avanti io, tu resta pure dietro a tremare. Mi è venuta fame." disse il cinghiale sguainando le katane.

"Sono quella più protetta dei quattro, e la più forte. In più è dall'attacco a Siosuke non uccido demoni." disse la violetta freddamente.

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