Enmu

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Airi era in leggermente in difficoltà, cosa mai successa prima.

Il demone era decisamente più forte del previsto, palesemente pazzo e nessuno dei suoi compagni si faceva vivo per darle una mano.

Il mostro, che si era presentato dicendo di chiamarsi Enmu, era di fattezze ignote: benché fosse di forma umana, il suo aspetto non dava indizi chiari sul suo sesso, poteva essere un maschio con non troppi muscoli o una donna con scarso seno.

Comunque, come già ribadito, era completamente fuori di zucca.

Da cosa lo si capiva?

"Ih ih ih, sei proprio interessante umana! Non mi stupisce che la Terza Luna Crescente è così tanto ossessionato da te e dal controllarti! E' un peccato che non ti possa uccidere, ma Lui mi ha ordinato di uccidere un Pilastro e il ragazzino con gli orecchini simili a carte Hanafuda, quindi avrò modo di divertirmi dopo!" disse con un espressione da fanatico Enmu.

Airi lo guardò con il respiro affannato.

Era pronta a riattaccarlo quando colse un pezzo della frase che prima il suo cervello non aveva elaborato.

La Terza Luna Crescente?

Ovviamente Airi sapeva chi era e che ruolo ricopriva tra i demoni, così come chiaramente sapeva di tutta la storia di Muzan.

Ma perché era interessato a lei?

Non lo aveva neanche mai incontrato, santi kami!

E poi, quando mai i demoni si interessavano agli umani senza il secondo fine di farli diventare la loro cena?

"Che cazzo sbraiti fanatico?" chiese mettendosi in posizione da combattimento.

"La verità! Ih Ih, quando Akaza-san saprà che ho avuto uno scontro con te prima di lui darà di matto!" urlò ridendo in modo malato.

Airi, seppur disgustata, partì all'attacco sfruttando la distrazione di Enmu.

Il colpo andò miracolosamente a segno, però la testa del mostro non fu l'unica cosa a cadere.

Enmu, prima di essere colpito, aveva attaccato a sua volta la sua avversaria, puntando al collo.

Il girocollo di Airi si schiantò contro il tetto del treno con un rumore secco, squarciato.

Sulla faccia del mostro comparve un ghigno compiaciuto, mentre su quella di Airi un'espressione disgustata.

"Lo vedi piccola umana? Akaza-san ti ha scelto, la cicatrice sul tuo collo ne è la prova. La hai da quando sei piccola vero? Ti ha marchiato, segnata per l'eternità come sua."

La ragazza si tastò il collo, inorridita.

Non voleva essere di un demone lei!

Lei voleva stare con la sua Shinobu, non con un mostro mangia-uomini!

Enmu scoppiò in una grassa risata.

"Povera umana, non hai mai avuto controllo sulla tua vita! Dimmi, come ci si sente a scoprirlo?"

"TACI!" urlò Airi sul punto di esplodere.

Il demone continuò a parlare, ignorandola.

"TI HO TAGLIATO LA TESTA! ORA DEVI MORIRE! DEVI SCHIATTARE, TACI E MUORI IN SILENZIO BRUTTO BASTARDO FIGLIO DI PUTTANA!"

"Perché piccola umana vuole questo? Io pensavo fossimo diventati amici! Dopotutto dobbiamo andare d'accordo, no? A Lui non piace sentire i nostri litigi, e quando sarai tra le mani di Akaza-san ci dovremo vedere molto, quindi dobbiamo stringere amicizia!" disse Enmu.

Airi iniziò a produrre scintille.

"Ti ho detto-"

L'aria iniziò a caricarsi di elettricità.

"Che devi-"

I suoi occhi si scurirono interamente, oramai erano due bulbi neri.

"MORIRE E TACERE"

I suoi capelli si tirarono improvvisamente verso l'alto, le scintille creavano dei giochi di luce che li facevano sembrare la chioma di un glicine in fiamme.

Enmu aveva smesso di parlare e ora restava immobile, terrorizzato e allo stesso tempo stregato da quello scenario.

"PERCHE' CAZZO NON MUORI? DIMMELO!" chiese mentre i suoi piedi iniziavano a staccarsi leggermente dal suolo.

Il demone lottò disperatamente per tenere la bocca chiusa ma quando, ad un certo punto vide un marchio a forma di spada iniziare a formarsi sul collo, si lasciò scappare tutto.

"M-mi sono fuso con il treno. Questo corpo oramai è s-solo superficiale." mormorò piano.

Airi urlò frustrata e diede un forte pugno alla testa decapitata, riducendola in polvere e distruggendo poi anche il corpo.

Piano piano si calmò, ritornando normale, e si accasciò al suolo, sull'orlo di una crisi.

Si portò le mani sul viso tenendo le dita ben distanziate tra loro, fissando il soffitto sotto di sé.

"Perché proprio a me?" mormorò piano.

Rimase ferma in quella posizione per un paio di minuti, prima che una mano si appoggiasse alla sua spalla, facendola reagire d'impulso e stendendo a terra e bloccando di peso chi avesse avuto la geniale idea di coglierla di spalle.

Tanjiro, appena svegliato dal "sogno" che lo aveva raggiunto per farle da supporto, la guardava confuso, immobilizzato.

"Airi-san...?"

La violetta scattò in piedi e gli porse la mano per aiutarlo a fare lo stesso.

"Scusami Tanjiro, ma ora abbiamo di meglio da fere che starci qui a raccontarci tutta la storia delle nostre vite. Il demone si è fuso con il treno, tutti i passeggeri sono in grave pericolo." disse velocemente la spadaccina.

Il rosso gli lanciò un'occhiata indecisa, ma lo stesso obbedì e seguì la ragazza dentro il vagone.

Airi lo guardò tornare nel vagone, per poi decidersi a seguirlo qualche minuto dopo.

"Ora... Cosa dovrei fare?"

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