Anno 80 avanti Cristo: Elvezia, Gallia transalpina. Un ragazzo viene trovato armato al confine coi territori romani, quindi costretto ad abbandonare le sue montagne per seguire Publio Valerio Corvino, stimato centurione, a Roma. I segreti e gli intr...
Prima dell'inizio del racconto è doveroso dare un'indicazione precisa del contesto in cui si svolge quest'opera. Il periodo storico in cui si svolgono le vicende narrate è il periodo che va da prima delle Guerre galliche (campagne mosse dai romani contro le popolazioni celtiche abitanti il territorio della Gallia, della Germania e della Britannia) al periodo immediatamente successivo alla caduta di Alesia, che porta i romani, guidati da Giulio Cesare, alla conquista delle terre proprie delle popolazioni celtiche e germaniche (per anni indicativi possiamo riportare quelli delle campagne guidate da Cesare: dal 58 al 50 a.C).
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Nella cartina soprastante si può ben notare a divisione tra i territori già appartenenti a Roma (in rosso) e il territorio più settentrionale, di dominio celtico. È anche evidente come ci fossero molteplici divisioni all'interno di quell'unico territorio chiamato dai romani semplicemente "Gallia". Il casus belli che portò all'intrapresa di campagne mirate fu la migrazione degli Elvezi (popolazione abitante dell'Helvetia, attualmente coincidente con il territorio della Svizzera), sospinti, in maggior ragione dalla costante minaccia delle popolazioni germaniche, con cui intraprendevano costantemente azioni belliche. Di queste popolazioni celtiche, tuttavia, non si conosce molto a causa della scarsità di fonti: la maggior parte delle fonti esistenti è tratta dal commentario "De Bello Gallico" in cui Giulio Cesare parla ampiamente delle popolazioni nemiche, soffermandosi in particolar modo sulla popolazione elvetica. Descritti come temutissimi ed abili guerrieri, infatti, gli elvezi si erano guadagnato un discreto timore, anche da parte delle legioni che presto si sarebbero impossessate di una grande parte del mondo conosciuto, dando vita all'Impero. La sconfitta più clamorosa, viene subita dai celti (un'alleanza delle tribù galliche guidata da Vercingetorige) ad Alesia, nell'attuale Francia (località di Alise-Sainte-Reine) nel 52 a.C.
Mentre sulle tradizioni della società romana si è a conoscenza di moltissimi dettagli, grazie alla letteratura latina e ai resti archeologici che testimoniano usi e costumi applicati nella Roma pre-imperiale, lo stesso non si può dire della società celtica, che rimane per molti tratti ancora misteriosa. Di certo si sa che era una società divisa in tribù (questa è una dimostrazione della varietà di popolazioni che occupavano una stessa area, con nomi diversi), che a loro volta erano divisi per classi sociali, in una struttura piramidale che vedeva al vertice un capo. Figure estremamente importanti nella società gallica erano i druidi, praticanti di arti magiche che suddividevano la piramide druidica a loro volta, a seconda dei ruoli ricoperti da tali figure. Il ruolo di druido poteva essere proprio anche di donne, con gli stessi compiti che venivano affibbiati ai druidi di sesso maschile, senza differenze (nonostante le esagerazioni tramandate circa l'argomento rendano difficile stabilire se fosse effettivamente così, o se fosse semplicemente frutto, appunto, dell'accrescimento delle vicende reali). Le donne celtiche, infatti, vantavano anche la possibilità di diventare loro stesse capi famiglia, nell'eventualità avessero avuto possedimenti maggiori del marito. Della rilevanza delle donne nella cultura celtica si ha prova grazie alle numerose leggende che testimoniano di donne celtiche come Boudicca (della Britannia), che guidò una rivolta feroce contro i romani. Oltre a questo famosissimo esempio, Plutarco, in "De mulierum Virtute") cita altre due donne guerriere: Chiomara, una regina, e Camma.
Fatta questa premessa, lasciatevi portare dalla mente a questi tempi bellicosi, alla grandezza splendente di Roma che attendeva di sbocciare come un fiore, alle montagne dell'Elvezia, ai rituali druidici, agli scontri sanguinosi e furenti che caratterizzarono quegli anni.