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Elvezia, 60 a.C

Sgomento e gelo. Questo era ciò che accomunava la grande folla riunitasi presso il centro della città: "Elvezi!" aveva proferito Orgetorige, diventato ormai uno stimato capo per tutti coloro che si erano ritrovati in quella piazza che nulla aveva a che vedere con i centri lastricati di Roma. Uomini e donne che tenevano per mano o tra le braccia i figli ascoltavano l'orazione di colui che da poco si era imposto su tutti gli altri contendenti e aveva ottenuto la fiducia del popolo in pochissimo tempo. Dopo la morte di Brennos aveva preso il fratello minore a cuore, aveva frequentato la sua casa regolarmente prima del rapimento dei romani e gli aveva dato l'estrema considerazione chiamandolo "fratello": tra i giovani elvetici che si contendevano l'amicizia del più potente di loro aveva iniziato a serpeggiare una tacita invidia mossa dalla brama di potere, fama e onore che pensavano di poter raggiungere solamente appoggiandosi a qualcuno cui tutto ciò non mancava. Lo aveva ascoltato parlare di sogni di gloria e grandezza mentre andavano a caccia, piuttosto che quando sedevano nei boschi dopo una lunga giornata: "Dobbiamo ampliare i nostri orizzonti, Fearghal, non possiamo vivere confinati qui come degli animali in gabbia." ripeteva, ogni volta la convinzione era più forte della precedente. Fearghal, tuttavia, non capiva affatto che bisogno ci fosse di muovere guerra alle popolazioni vicine e ai confini transalpini che delimitavano i possedimenti di Roma allo scopo di espandersi. Il viaggio che lo aveva riportato nella sua Elvetia, che gli aveva restituito un titolo e uno scopo, oltre agli oneri che la sua posizione reclamava, aveva radicato la sua posizione in merito ad un possibile viaggio di espansione: muovere guerra alle popolazioni vicine per mobilitare un'intero popolo significava la strage di innocenti più grande mai vista, ma il nuovo capo sembrava completamente cieco e incurante dei veri bisogni del popolo elvetico. Tutti, quella mattina, si erano riuniti in quella che a Roma avrebbero chiamato "piazza", che non era null'altro che un vasto spazio verde circondato da boschi verdeggianti e case, grandi e piccini pendevano dalle labbra del nuovo re rivoluzionario. Fearghal aveva spostato lo sguardo al suo fianco, dove Bricta, ormai cresciuta palesava uno sguardo di paura e sgomento, mentre la moglie teneva per mano la loro seconda figlia che la rassomigliava in tutto e per tutto: stessi capelli paglierini, stessi occhi verdi e un nome anatema di una tacita vendetta Abrexta Elvetia. Un sorriso sereno e fiducioso attraversava il volto di Cantismerta, che, tuttavia era mutato pochi secondi dopo, rivolgendo l'attenzione verso il marito e la figlia, che parlavano fittamente tra loro: quando desideravano mantenere la riservatezza erano soliti parlare la lingua di Roma, ignota ai più dei cittadini dei villaggi delle Alpi; la cosa risultava fastidiosa alla donna, e strana a coloro che potevano sentirli in qualunque altra situazione. "Corrotto" era l'appellativo che, chi scherzosamente, chi con una parvenza di apprensione nella voce, dava al gallico; a ricordare come ormai la sua stirpe fosse in parte romana. "Avreste dovuto ucciderla appena nata" proferivano i saggi del villaggio, amaramente. Dal canto suo, per Fearghal, la figlia maggiore rimaneva la luce dei suoi occhi: non c'era giorno che passasse senza che lui elogiasse la sua straordinaria intelligenza, o che passasse senza il tacito pensiero di amara gratitudine che rivolgeva alla ragazzina, a Gaia, e a Roma che aveva permesso a lui di muovere un passo verso la felicità.

"Ci aspetta un lungo viaggio: partiremo, e troveremo finalmente una terra nuova che possa ospitare le nostre famiglie, i nostri figli: il luogo che un grande popolo come il nostro merita". Aveva generato un applauso scrosciante, il discorso di Orgetorige. "Ater"  Bricta aveva ripreso a strattonare lievemente la manica del padre: "Non voglio andarmene, succederanno cose brutte se partiamo." aveva detto con le lacrime agli occhi, "le ho viste" aveva continuato per poi asciugarsi gli occhi azzurri. Fearghal era rimasto pietrificato: visioni, erano ciò che avevano fatto cacciare il fratello maggiore di casa; i genitori erano spaventati e lo avevano spedito ai confini, traendo conoscenza sul suo stato dalle voci che serpeggiavano per il villaggio, e che confermavano il fatto che ormai tutto il popolo pendesse dalle sue labbra, in quanto druido. Era sicuro di non volere un futuro del genere per la figlia, ma, dopo quella confessione, non poteva più essere considerato un campo dove lui avesse potere decisionale: gli dei avevano già preso la loro decisione riguardo al cammino della piccola. "Due anni, due anni di preparativi, poi incendieremo il villaggio e ci sposteremo" aveva concluso Orgetorige, generando un ennesimo applauso. Fearghal aveva preso per mano la figlia, e raggiunto la moglie nel tentativo di raggiungere la loro abitazione, a tratti sgomitando tra la nutrita folla che si era riversata nella piazza. 

"È sicuramente un grande motivatore" aveva proferito Cantismerta, quando la folla si era leggermente diramata e aveva permesso un proseguire agevole di chi, come loro, si apprestava a  fare ritorno alla loro casa, il suo sguardo rivolto poco distante dove la figlia e Bricta stavano giocando e cogliendo fiori, mentre procedevano velocemente verso casa. "Indubbiamente lo è." aveva proferito stoico il marito, con lo sguardo rivolto verso la stessa direzione. "Potremo ricominciare, in un nuovo luogo..." aveva continuato speranzosa la moglie, Fearghal aveva potuto constatare dal momento in cui l'aveva sposata che le malelingue sulla figlia illegittima la ferivano e la mettevano profondamente a disagio, motivo per il quale aveva sempre limitato i contatti e l'affetto materno nei confronti di quella che per lei non era altro che una piccola romana nel posto sbagliato. Fearghal aveva motivato la sua presenza tra le montagne inventando una storia che vedeva Gaia Valeria Corvina morire di parto, per preservare sé stesso dalla gelosia e dal dolore. Sapeva benissimo che, nonostante i tentativi, non avrebbe mai potuto dimenticare la ragazza romana di cui si era innamorato. Il viaggio silenzioso portava con sé la sera e i ricordi che generavano una silenziosa, tuttavia usuale agonia per il cuore del gallico: si era leggermente voltato a cercare la presenza della moglie, e l'aveva trovata pietrificata poco più retrostante alla sua posizione: gli occhi sbarrati puntati verso le figlie facevano presagire il peggio: Fearghal aveva rivolto la testa velocemente nella stessa direzione, trovando le due figlie a poca distanza da un uomo che sembrava in tutto e per tutto proveniente da Roma: mantello scarlatto, armatura, spada appesa al fianco; non poteva che essere così. Abrexta gli si era avvicinata con fare curioso e gli aveva porto il suo mazzolino di fiori bianchi e violetti, con un sorriso. Il soldato romano si era chinato all'altezza della bambina, aveva accettato i fiori e le aveva accarezzato la testa, nonostante la maggiore si fosse frapposta a loro, nel tentativo di proteggere la più piccola. Il padre, istintivamente, si era mosso in uno scatto in avanti trovandosi poi a fermarsi a causa della lama romana puntata al suo collo. "Al villaggio hanno detto che avrei potuto trovarti qui... sono stato fortunato, Fearghal", aveva proferito generando meraviglia nello sguardo dell'elvetico, che aveva allontanato le figlie e si era armato del pugnale che utilizzava per la caccia. "Calmati, non sono qui a cercare problemi, sono qui su ordine della domina Gaia Valeria: voleva che recapitassi un messaggio." aveva continuato porgendo della pergamena e tutto il materiale necessario a rispondere. Il cuore dell'uomo aveva perso un battito, facendo cadere il coltello che teneva saldamente nella mano sinistra. Gaia Valeria, non pensava che avrebbe potuto reagire in quel modo solamente sentendo proferire il suo nome. Gaia era viva e stava bene, ciò gli riempiva il cuore di gioia, al contempo di preoccupazione nel vedere il soldato andarsene e nel portare il suo sguardo verso la moglie che, stupita e interdetta teneva per mano le sue figlie.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 27, 2022 ⏰

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