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Il freddo pungente dell'alba sferzava il volto del gallico, che si era lanciato al galoppo attraverso la campagna. Nonostante la sua priorità fosse la vita della neonata che teneva saldamente in braccio, tentando di reggere in modo corretto le briglie del destriero del colore del cielo notturno che gli era stato concesso da Publio Valerio, il viaggio proseguiva a passo sostenuto. Il suo unico punto di riferimento era il nord, aveva tentato di ricordare qualche caratteristica dei luoghi che aveva attraversato anni prima, in un viaggio che credeva senza ritorno, ma i ricordi erano risultati fin da subito frammentati. Nonostante non volesse ammetterlo a sé stesso né alla bambina che alternava momenti di sonno a pianti disperati, che ancora non poteva capirlo. Nella sua testa il ritorno in Elvezia era diventato un impegno secondario: la priorità assoluta era diventata la vita di sua figlia, quindi cercare accoglienza. La cosa avrebbe notevolmente prolungato il viaggio. Il sole si era alzato nel cielo concedendo una temperatura gradevole, nonostante gli alberi avessero già iniziato a colorarsi delle sfumature dell'arancio, quando aveva deciso di imboccare un sentiero naturale che si addentrava in un bosco: non avrebbe saputo stimare la sua estensione. Le strade di Roma erano costellate di pietre miliari, che indicavano la distanza dalla Città, tuttavia, aveva deciso di preferire la tranquillità dei boschi rispetto alla paura che gli suscitava muoversi in piena città: era certo che Bellicus avesse mandato qualche soldato per impedirgli di tornare vivo, ci avrebbe scommesso la testa. Immerso nel verde di quel luogo era sceso da cavallo per proseguire a piedi, quel luogo era decisamente più tranquillo. Aveva cullato Bricta fino a quando non aveva nuovamente chiuso gli occhi azzurri, poi aveva incitato il cavallo a seguirlo. 

Il suo senso dell'orientamento era ottimo, tuttavia si trovava decisamente più tranquillo nel segnare la corteccia degli alberi che sorpassava con un fendente del pugnale che aveva rubato al centurione, ma la speranza lo stava iniziando ad abbandonare: non avrebbe trovato facilmente un posto dove alloggiare, né qualcuno disposto ad ospitarlo: era pur sempre in terra romana. Il sole aveva raggiunto il suo picco più alto nel cielo, Bricta era visibilmente affamata e piangeva ininterrottamente da un tempo indefinito quando finalmente Fearghal aveva scorto una casupola di legno a poca distanza da lui. Si era avvicinato con circospezione e silenziosamente, sperando che nessuno udisse il pianto disperato della bambina, che, invece, aveva destato l'attenzione di un anziano intento a raccogliere dei frutti da un albero poco distante. Aveva camminato nella direzione del gallico, che aveva prontamente impugnato la sua arma, costringendo l'uomo a mantenere la distanza. Fearghal si era tranquillizzato poco dopo, all'evidenza delle sembianze dell'inquilino e aveva riposto il pugnale. Il vecchio sembrava aver capito la situazione, e lo aveva invitato silenziosamente a seguirlo in casa. Il calore del fuoco acceso aveva pervaso subito le ossa del gallico, infreddolito dal viaggio che, ormai, proseguiva da ore. L'uomo l'aveva fatto accomodare all'ampia tavolata in legno ordinando a quella che sembrava essere la figlia di portargli del cibo. "Sei stato fortunato, ragazzo, abbiamo avanzato del coniglio." gli aveva sorriso genuinamente. La ragazza, intanto era rimasta incantata a guardare la piccola creatura che il gallico teneva in braccio. "Ha fame." aveva proferito laconica, cercando l'approvazione di Fearghal mentre la prelevava dalle sue braccia, con un lieve sorriso. "Ha perso suo figlio appena nato pochi giorni fa, se permetti può occuparsi della tua, per tutto il tempo in cui rimarrai." aveva continuato il vecchio, mentre lui continuava a mangiare ferocemente. In quel frangente, la ragazza, che sembrava avere la sua età, aveva messo sul fuoco una tinozza colma d'acqua, cui ne era seguita un più piccola, probabilmente destinata a Bricta. 

"Ho sentito di un certo scompiglio in città, tu non sei di quei luoghi, vero?" aveva asserito pensoso, tuttavia non ostile. "Sto tornando in Elvezia." aveva spiegato lui velocemente destando la curiosità dell'uomo. "Elvezia... me ne hanno parlato. La madre della bambina? È morta?" aveva chiesto con un tono di compassione ricevendo uno sguardo confuso da parte del ragazzo: "Sì... cioè no. Sua madre non poteva occuparsi di lei." aveva concluso con gli occhi bassi, cercando di trattenere le lacrime. "È romana, vero?" aveva sorriso l'uomo con tenerezza, ricevendo un cenno in risposta da parte del gallico: "Gaia Valeria Corvina, lei è sua madre." aveva informato Fearghal, mentre l'uomo impallidiva. Le voci sul suo matrimonio erano giunte fino a lì, e il pensiero di trovarsi all'uscio qualche membro dell'aristocrazia militare lo terrorizzava alquanto. Aveva ripreso il controllo, tentando di nascondere l'espressione meravigliata e impaurita che lottava per mostrarsi sul suo volto. "Bhe, in questo caso, gallico, non ci saranno le presentazioni che abbiamo saltato prima, così potrò dire che nessuno sia mai stato qui." gli aveva strizzato l'occhio con fare amichevole. "Il marito di mia figlia viene dal territorio dei Belgi, sei in territorio amico." aveva provveduto ad informare l'uomo mentre sollevava la tinozza più grande, dove l'acqua si era ormai intiepidita, per poggiarla al suolo. Fearghal lo aveva immediatamente aiutato, ascoltandolo parlare del marito della figlia senza nome come se si riferisse a lui. "Siete ottimi cacciatori voi del nord, lo sai? È grazie a lui se abbiamo sempre del cibo in tavola, e a volte anche di più. Frequentiamo la città per vendere le nostre eccedenze di verdura e selvaggina. Sarà stato un lungo viaggio, puoi lavarti se lo desideri." aveva proseguito indicando il grande recipiente colmo d'acqua. Si era poi congedato momentaneamente, accompagnando la figlia che sorreggeva Bricta nella sua stanza, portando per lei la tinozza più piccola. 

Si era immerso nel recipiente colmo d'acqua tiepida avvertendo subito un certo sollievo che gli pervadeva i muscoli tesi: aveva potuto notare molteplici lividi che percorrevano il suo corpo, frutto del pestaggio della notte precedente cui non aveva potuto sottrarsi: aveva rimosso le tracce di sangue che ancora gli macchiavano le mani e il volto: alla visione del colore che aveva assunto l'acqua aveva realizzato che doveva essere sembrato spaventoso al vecchio e a sua figlia. "Si è addormentata." aveva sentito proferire una voce alle sue spalle, si era voltato di scatto trovando la ragazza che cullava sua figlia: aveva subito sentito una sensazione di profonda gratitudine verso gli inquilini della casa.  "So che, per la nostra sicurezza, non dovremmo presentarci, trasgredirò, mi chiamo Lucilla." aveva sorriso rapidamente, prima di accorrere alla porta, che si era appena spalancata rivelando una figura statuaria che reggeva tra le mani due conigli selvatici morti. Doveva essere il marito. Lucilla lo aveva accompagnato dal padre e, mentre lo faceva, aveva iniziato ad accennargli la vicenda. Fearghal si era vestito, e aveva preso posto sedendosi per terra, guardando la figlia, avvolta in una coperta, dormire in una piccola culla: avrebbe dovuto crearne una simile a casa, aveva pensato. La famiglia era tornata nella sala principale e anche il nuovo inquilino lo aveva accolto con piacere, chiedendogli di aiutarlo a sventrare la cacciagione per la cena. Mentre uscivano, Bricta aveva ripreso a piangere, ed era subito stata soccorsa da Lucilla. La porta si era chiusa alle loro spalle e i due ragazzi si erano subito dedicati alla preparazione di una buona parte della cena. 

La luce flebile delle candele li aveva riaccolti quando il tramonto era ormai sceso: le prede erano state messe sul fuoco e Bricta sembrava sorridere tra le braccia dell'affettuosa donna. Una fitta al cuore aveva trafitto il gallico al ricordo del fatto che avesse perso il figlio neonato pochi giorni prima: sarebbe potuta essere una madre meravigliosa. Avevano pattuito che Fearghal sarebbe partito la mattina dopo, il vecchio aveva insistito perché si lasciasse offrire delle provviste per il viaggio, porgendogli poi una bisaccia con all'interno carne essiccata in quantità e i frutti rossicci dell'albero che si stagliava fuori dall'edificio. Aveva inoltre aggiunto un otre colmo di latte proprio di un particolare beccuccio che avrebbe reso agevole cibare la piccola. Le lacrime avevano iniziato a rigargli il viso quando l'anziano l'aveva abbracciato, e aveva congedato i due sposi per la notte: non era il momento per sprecare tempo prezioso, che avrebbe riportato le forze al giovane gallico, per continuare il suo viaggio. L'aveva salutato con un rapido cenno, mentre gli porgeva una coperta e spegneva la candela che si trovava accanto al giaciglio di fortuna che gli avevano ricavato. Bricta sarebbe rimasta con Lucilla, per ogni necessità. Il sonno si era velocemente impadronito del corpo dell'elvetico, trascinandolo in un abisso senza sogni, tuttavia pacifico. 

Un forte rumore lo aveva risvegliato dal torpore: aveva spostato velocemente lo sguardo alla finestra che si stagliava ad un'altezza elevata sulla parete, osservando il cielo stellato e scorgendo le ombre che alcune torce proiettavano nella casa. Il vecchio aveva fatto cenno di restare in silenzio, mentre apriva la porta: legionari. "Cerchiamo un gallico e una bambina per conto di Bellicus, hanno preso la strada del bosco questa mattina." aveva proferito uno di loro con fare solenne. "Oh... non abbiamo ricevuto nessuna visita quest'oggi, mi dispiace." aveva liquidato velocemente, ma con gentilezza, l'anziano. La porta era quasi completamente serrata quando il piede di uno dei soldati aveva bloccato l'azione: "È un vero peccato non poterle credere, signore..." aveva sentenziato sarcastico, mentre Fearghal impugnava la sua arma al suono di un solo ordine: "Perquisite la casa.".

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