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Pov's Ciro.
È passato un mese da quando io non sono stato in carcere.
Sono in casa con Arianna, mio padre e mio fratello per salutarli.
Devo ritornare in carcere.
Fuori la porta ci sono i carabinieri.
Quanto mi si spezza il cuore per tutto ciò.
Arianna piange, e vederla così mi viene collera.
"Amore quanto mi mancherai" dico io tristemente.
"Non mi lasciare Ciro" dice lei aggrappandosi alla maglia.
"ascoltami, t prumett ca quand esco a la dint, c spusamm e c n iamm in da na cas che figlij nuost" dico guardandola negli occhi.
"Ti amo" dice lei.
"Anche io vita mij" dico per poi baciarla.
Si avvicina mio padre e mi mette una mano dietro la nuca.
"T voglij ben figlij mij" dice mio padre con le lacrime, per poi abbracciarmi.
Non ho mai visto mio padre piangere.
"Pur ij" rispondo ricambiando l'abbraccio
Lo stesso fa mio fratello.
"Trattatemela bene" dico a mio padre e mio fratello per Arianna.
"Comm e na regin" dice mio padre stringendola nelle sue braccia.
"Signore mi spiace interrompere ma deve venire con noi" entra un carabiniere
"Vabbuò, cià v voglij ben" dico per poi uscire.
Sento le urla di Arianna che chiamano il mio nome.
Proseguo avanti cercando di non sentire le urla, anche se fanno male.
I carabinieri mi mettono le manette e mi fanno entrare in macchina.
Dopo un'ora di macchina arrivo finalmente nel carcere che fino a un mese fa consideravo estraneo.
Entro e mi incammino verso la mia cella.
Ad aspettarmi all'interno c'è Enzo.
"Cirú" mi chiama felice per poi abbracciarmi.
"Enzú, m si mancat" dico appoggiando solo la testa sulla sua spalla dato che le mani le ho bloccate per colpa delle manette.
"Pur tu Ciro" dice lui.
"Me luat sti manett?" Chiedo nervoso.
La guardia me li toglie per poi abbracciare meglio Enzo.
Metto una mano sulla sua spalla come segno amichevole.
"Allor famm sntí che fatt la for?" Dice Enzo.
"Agg chiest a Arianna e m spusà" dico felice.
"E ess ca itt?" Dice Enzo.
"A itt si" dico felice
"So flic p te, e tu vuo sapé nata cos? Ij e a uagliona mij amm fatt pace" dice Enzo.
"So cuntent p te" gli do una pacca sulla spalla.
"Accussij quand m spos, v invit" dico.
"Vnimm cu tutt o cor" dice Enzo.
Improvvisamente entra una guardia.
"Ciro hai una visita" dice la guardia.
"C cos? Manc so venut" dico per poi uscire.
Mi incammino verso la sala dei colloqui e quando entro trovo un uomo sulla sessantina, capelli brizzolati, occhiali e solito smoking.
Mi avvicino a lui e mi siedo.
"Piacere Ciro" allunga la mano.
"Piacere" ricambio confuso.
"Mi chiamo Alessandro Colita, e da oggi in poi sarò il tuo avvocato per farti uscire da questo posto" dice lui.
"Overament facit? Ma chi va mannat?" Chiedo.
"Vostro padre, è tutto merito di Don Salvatore" dice lui.
Mio padre ha fatto questo?
Oddio è un sogno.
"Ciro stammi a sentire, se qua dentro ti mantieni educato e rispettoso, e non farai stupidaggini al processo, ti prometto che la libertà è tua" dice l'avvocato con serietà
"Quindi m'aggià mantné calm? Chiedo.
"Esatto, pure se ti fanno incavolare, cerca di non impazzire. Tutto questo entro due mesi" dice.
"Uh maronn par nu suonn, ricitm che è over" dico
"È vero signor Ricci, è la realtà." Dice
"Ma a nammurata mij? O sap?" Chiedo.
"Presto glielo diremo anche a lei, ma questo adesso non è importante. Tu per il momento mantieniti soave, e cerca di non rispondere a tu a tu" dice
"Vabbuò sarà fatto" dico
"È stato un piacere, ci vediamo fra una settimana" dice lui porgendo la mano.
Ricambio annuendo.
Esco dalla sala e vado in cella.
"Chi er?" Chiede Enzo.
"Un avvocato che mi ha mandato mio padre. Servirà a farmi uscire da qua" dico felice.
"E mo m faij rimané sul a me?" Dice triste.
"Enzú c vrimm pur for, tranquill" gli do una pacca sulla spalla.

Pov's Arianna
Ciro è ritornato in carcere e io sto peggio di prima.
Mi manca come l'aria.
Quanto vorrei che tutto questo non fosse mai successo.
È che magari sarebbe stato solo in brutto sogno.
Sento bussare alla porta.
Vado ad aprire e trovo un uomo sulla sessantina brizzolato, con gli occhiali.
"Buongiorno, come posso aiutarla?" Chiedo.
"Salve lei è Arianna Caputo?" Chiede.
"Si sono io" dico.
"Beh io mi presento sono Alessandro Colita e sono l'avvocato di Ciro Ricci" dice
Oh dio.
L'avvocato di Ciro.
"O-oh s-si prego" balbetto per la felicità.
"Si starà chiedendo sicuramente cosa io ci faccia qui. Beh era per dirle che se il suo ragazzo entro 1 mese in quel carcere si mantiene soave, la libertà è assicurata. Quindi equivale a dire che mantenere la calma uguale a libertà" dice.
Oddio si.
Ciro potrebbe uscire.
Non sto capendo nulla.
Ho tante emozioni per la testa.
Piango a dirotto.
"Oddio grazie mille davvero, per me è importante. Sa io e lui ci vorremmo sposare" dico felice
"E ve lo auguro con tutto il cuore" dice lui sorridendo per poi uscire di casa.
"ELENA" urlo.
"Piccré dimmi" viene verso di me
"Ciro potrà essere libero" dico piangendo di felicità per poi abbracciarla
"Uh maronn ma tu che stai dicendo?" Inizia a piangere anche lei.
"Si è venuto il suo avvocato, e mi ha detto questo." Dico felice.
"Elena sono così felice. Quando uscirà da quel posto, ci potremmo finalmente sposare e avere una famiglia" piango.
""Si piccré è accussij"dice accarezzandomi la testa.






3 settimane dopo
Pov's Ciro
Sono nella sala delle visite e sto aspettando il mio avvocato.
Queste 3 settimane ho mantenuto la calma e non mi sono fatto prendere dalla rabbia, ho cercato di contare fino a 10, anche se non sono abituato dato che non lo faccio mai.
Però ne è valsa la pena.
Improvvisamente sento dei passi dietro di me e vedo l'avvocato.
"Avvocato che piacere rivederla" dico felice.
"Anche per me signor Ricci è un piacere dato che ho anche portato buone notizie" dice lui mettendo la cartella sul tavolo.
"Qual so?" Chiedo
"Allora la prima è che ho visto che hai mantenuto la calma qui dentro quindi non mi basterà un mese per rivalutare le mie opinioni, mi sono bastate anche solo queste tre settimane." Dice lui.
"E cu chest aro vulit arrivà? Chiedo confuso.
"Ciro quello che ti voglio dire è che il giudice ha detto che tu potrai fare il processo dopodomani e finalmente sarai libero" dice l'avvocato felice.
Metto la mano sulla testa avvertendo un dolore, sarà quello della felicità.
"Signor Ciro tutto bene?" Mi consola.
"Si è sul ca so tropp felice" inizio a piangere.
"Doveva vedere la sua ragazza, piangeva perché ha detto che quando uscirà da qua vuole sposarla. Io le consiglio di non farsi scappare questa ragazza, è un dono di dio" dice l'avvocato guardandomi negli occhi.
"Grazie avvocà, me la terrò stretta come l'oro" dico con tono possessivo.
"Esatto" dice sorridendomi.
L'avvocato va via, per poi uscire anche io.
Mentre sto andando in cella, vedo di nuovo Michele Elia.
Se questo prova solamente a farmi arrabbiare, lo ammazzo.
Ci sta sotto la mia libertà.
"oooo guarda chi si rivede, Ciro Ricci" dice lui con tono sarcastico.
"C vuo miché?" Dico mantenendo la calma.
"Nient,t vulev sul ricr ca sij nu povr dij e ca a uagliona toij a fatt nu uaij a s mettr cu te" dice provocandomi.
Chiudo gli occhi e cerco di portare il respiro regolare.
Li apro e sorrido.
"Ah sì? La pensi così? Bene ma poi non ti lamentare se tua moglie ti lascia pkke si sul nu piecr. Lo sai pkke faij accussij? Pkke tu sij debol, ta piglij cu l'at quand po o problem miezz a tutt sta situazion, si tu" dico senza arrabbiarmi.
Mi meraviglio di me.
Se fosse stato per me, a questo stronzo già l'avrei fatto trovare con la faccia spaccata in due.
"PIEZZ I MERD" urla lui vedendomi incontro.
Delle guardie lo fermano in tempo.
"IJ SO NU PIECR? E TU SI NU STRUNZ" dice lui cercando di farmi arrabbiare.
"si vede che soffri parecchio, nu cunsiglij. A ser fatt na camumill" sorrido
"AHHHH IJ T'ACCIR" urla.
"Ti aspetto a braccia aperte" dico aprendo le braccia.
"MICHÉ CALMT. SIJ PROPRIJ STRUNZ, TI SEI GIOCATO LA PENA. UNA SETTIMANA E AVEVI IL PROCESSO. MA CU CHESTA COS, MI SA CA NUN O VIR CHIÚ" urla la guardia.
"MA È COLP E STU STRUNZ" urla Michele.
"No no no no no" faccio il segno con il dito.
"Azz tu primm faij o strunz e po aropp a vittim? Ca dint vien annummnat sul comm strunz, a vittim nun fa part i te" dico
Le guardie lo trasportano via.
"CIRO QUAND AIESC A CA TIEN A FOSS SCAVAT" urla allontanandosi.
Rido per poi girarmi, ritornando allo stato di rabbia.
"Ah sì? E allor ij t aspett, po vrimm comm c vaij tu in da foss cu na cultellat in do stommc" ringhio
Mi meraviglio di come abbia mantenuto la calma.
Sono fiero di me
La libertà è assicurata.
Purtroppo non è da me, restare calmi in stati di provocazione, soprattutto se qualcuno tocca il mio tasto dolente.
Però questa calma l'ho dovuta mantenere, perché la libertà me la merito, ho bisogno di sposare la mia piccolina e avere una vita con lei.
Io l'ho fatto solo per questo.
Poi non me ne frega più nulla.
Solo di Arianna.
È lei quella che mi da la forza di andare avanti.
Solo se vedo una sua foto, mi rallegra la giornata, oppure chiudere gli occhi e immaginare il suo sorriso.
È una fonte di vita.
La amo con tutto me stesso.
Arrivo in cella e trovo Enzo.
"Wa Cirú agg saput chell che e ritt a Michele Elia" dice entusiasto.
Accendo una canna per poi guardarlo negli occhi.
"Enzú nun saij cu quand sfuorz l'agg fatt" dico buttando fuori il fumo.
"C vo ricr?" Chiede confuso.
"Non è da me mantenere la calma..." Sospiro sedendomi sulla sedia a gambe divaricate per poi continuare.
"Insomma nun sacc agí correttament. Sij nun so na person ca spacc a facc a coccrun, nun m sent complet" dico mettendo la canna alla bocca.
"Vabbuò tu sij accussij, nun c può fa nient. Però è fatt buon, ti stai per godere la libertà" dice lui.
"Si, e po l'agg fatt sul pa piccrell mij" dico guardandolo negli occhi.
"La ami eh Cirú? Dice sorridendo.
"Mammamij enzú, m fa ascí for ca cap" dico appoggiandomi alla sedia.
Lui mi da una pacca sulla spalla, mentre io ricambio il sorriso.
Mi giro dal lato della finestra guardando fuori.
"M manc comm a drog" dico con voce roca.






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