Pov's Arianna.
"Drinn drinn" mi sveglio di soprassalto perché sento il mio telefono squillare.
"Mh" dico scocciata, buttandomi il cuscino in faccia
"DRIN DRIN" il telefono suona più forte.
"oh andiamo" dico sedendomi sul letto arrabbiata
"Piccré"
"Buongiorno anche a te Elena"
"We si scusm buon giorno"
"Devi dirmi qualcosa?"
"Si ma nun o voglij fa p telefn, ogg c putimm vré in da nu bar?"
"Elena non lo so ti farò sapere"
"Arianna credimi è importante"
"E vabbè, quale bar è?"
"O cunusc "il rifugio?"
"Si"
"Allora tra poco fatti trovare là"
"Va bene"
"Cià piccré"
Chissà cosa vorrà dirmi.
Sinceramente sono in pensiero.
Insomma era preoccupata e si sentiva.
Spero davvero nulla di grave.
Detto questo vado in bagno e mi faccio una doccia calda.
Dopo un po' quando esco opto per un pantalone militare e un top bianco sopra.Lascio i capelli sciolti e li faccio un pochino mossi.
Prendo la mia borsetta e scendo giù.
"Mamma io esco" dico
"Amore dove vai?" Chiede sorridente.
Amo il suo sorriso.
"Io e Lara dobbiamo vederci" invento la prima bugia passante.
"Va bene tesoro a più tardi" dice.
Esco di casa e mi dirigo verso questo bar che si trova stesso nei quartieri spagnoli, ma non l'ho mai visto prima.
"Mi scusi" chiedo ad una signora.
"Si ric" dice con antipatia.
"Sa dirmi dove si trova il bar "il rifugio"? Chiedo.
"Cioè tu vivi nei quartieri spagnoli e non sai dove si trova questo bar?" Chiede la signora.
"Signora non l'ho mai visto prima, tutto qua. Adesso me lo può dire? Mi farebbe un piacere" accenno un sorriso falso
Ma cosa vuole?.
Ma i fatti propri?
"Non devi fare nulla, devi solo camminare sempre avanti e poi vedi che ad un certo punto vedi delle sedie di legno poste fuori. È quello" dice
"Ok grazie" dico per poi andarmene.
Queste persone non si meritano nemmeno un sorriso.
Dopo 2 minuti arrivo finalmente fuori questo sacrosanto bar.
Si avvicina il cameriere
"Buongiorno come posso servirla?" Chiede.
"No ancora nulla, grazie. Sto aspettando una persona" dico con un sorriso.
"Va bene" dice per poi andarsene.
Da lontano vedo finalmente Elena.
Mi alzo e l'abbraccio.
"Marò piccré e comm si bell" mi accarezza la guancia
"Dai Elena mi fai arrossire" dico sorridendo.
Si accomoda di fronte a me e mi guarda
"Allora adesso parliamo di cose serie" dice con sguardo serio.
"Elena non mettermi ansia" dico con preoccupazione.
"No no, allora ti inizio con il dire che ieri pomeriggio verso le 3 mi ha telefonato Ciro" dice calma.
Cosa?
Cosa?
Cosa vuole Ciro?
"COSA?" urlo inconsapevolmente di essermi fatta sentire.
"Shh" dice Elena
"Poi?" Dico con la voce tremante
"Mi ha chiamata dicendomi che io dovevo andare da lui perché ci sarebbero stati dei colloqui. E così è stato, sono andata da lui e mi ha detto che si sente una schifezza ad aver fatto tutto questo male a te e a tua mamma. Se puoi dargli ancor-" la interrompo
"Un bel leccaculo devo dire. Elena cazzo come fai a non capire stava per ammazzare mia mamma. Dopo per convincere me ad andare da lui, ha chiamato te?" Dico arrabbiata.
"Arianna rifletti, ha chiamato prima me perché non sapeva come contattarti di prima persona. E poi più o meno sapeva che tu declinavi la sua richiesta di andare da lui" dice Elena
"Ma infatti così è. Declino, non voglio andare da lui Elena non c'è la faccio. È vero io lo amo ma non posso perdonarlo" dico piangendo.
"Arianna t preg fa nu sfuorz, t vo sul parlà. P favor" dice triste.
"O sfuorz? Ma pke c n sann l'at ij cagg passat cu iss ogni juorn, ogni notte. Nisciun o sap" dico piangendo.
"Chell so cos passat" dice Elena.
"E cos passat nun s scordn maij" dico triste.
"Si invec, perché a vita va annanz, e non puoi restare a rimuginare in da vita passat. Muor primm ro tiemp" dice Elena per poi continuare
"Arianna stamm assntí, guard ca evitann e situazion nun s risolv nient, quando meglio affronti una cosa meglio è" dice guardandomi negli occhi.
"Io non ce la faccio" dico abbassando la testa.
"Pensaci, quando sarai convinta, chiamami, così ci organizziamo" dice lei dolcemente.
"Va bene, grazie e scusami della mia aggressività" dico triste.
"Piccré è normal, sta tranquill" dice baciandomi la testa.
Ci alziamo entrambe dal tavolo per poi salutarci.
"Piensc buon, iss t vo vré. Gli manchi" dice per poi andare via.
"Lo farò" sussurro a bassa voce quando ormai lei era già lontana.
Mi incammino verso casa.
Sto pensando a cosa fare.
Il mio cervello è davvero in crisi.
Lui mi sta dicendo di non perdonarlo perché ha fatto male a mia mamma.
Però il mio cuore mi dice di farlo perché le persone cambiano, e poi lui per essere a Poggioreale sta pagando davvero le conseguenze.
Solo al pensiero che lui si trova là dentro, mi viene voglia di stare con lui.
Insomma è vero che è un boss del carcere, ma comunque ci sono pezzi più forti di lui là dentro.
Non posso negare il fatto che mi manca come l'aria, non posso negare che mi mancano le sue labbra.
Mi manca tutto di lui
Però credo che questa farà capire ad entrambi la cosa giusta.
In questo momento sta ragionando più il cuore che la testa, quindi equivale a dire che la voglia di rivederlo è superiore a quella non.
Spero solo di non star sbagliando di nuovo tutto.
E spero solamente che adesso cambi per davvero.
Io lo amo, come lui ama me, devo solo riuscire a perdonarlo.
Senza accorgermene sono fuori casa.
Entro dalla porta e mi dirigo in cucina.
È arrivato il momento di dire a mia mamma tutta la verità.
Spero solo mi comprenda.Pov's Ciro
"Jamm uagliú e faticat nu poc ca vicin jamm" dico vicino a quelli che stanno pulendo qua vicino.
"Si ma potresti pulire anche tu eh" mi dice d'un tratto un ragazzo che sembra del nord.
Si sente dall'accento.
Giro solamente la testa verso di lui guardandolo con uno sguardo omicida.
"Scus m ripeti quello che hai detto?" Dico avvicinandomi a lui con aria minacciosa.
"H-ho d-d-detto che puoi p-pulire anche tu" inizia a balbettare
"Ah sì?" Dico prendendogli la sua nuca nella mia mano.
"Ripeti questa cosa. Ciro non farà nulla, dai ripeti" esigo calmo.
"C-ciro" balbetta
"Non farà nulla" continuo io.
"C-ciro n-non farà nulla" dice tremante.
Lo accompagno con l'indice del dito come se fosse una canzone.
"La prossima volta che lo rifarai, questa canna te la troverai in gola" dico dandogli una pacca sulla nuca e sorridendogli sadico.
"S-si, scusami Ciro" dice il chiattillo.
"No qual scus, tant a prossima vot tu mi chiederai pietà" dico per poi girarmi e andare verso i miei compagni.
"Ua Ciro le fatt fa e vierm a chillu scem" dice Enzo sorridendo.
"Devo farmi rispettare" dico solamente.
"Tien ragion, pur ij aggià fa accussij" dice Enzo.
"Brav.."dice aspirando
"Ma chell accussij s fa" dice per poi espirarla.
"Ahh" butto la testa all'indietro beandomi del rilassamento che mi provoca questa canna.
"Cirú a pozz pruà?" Dice Enzo.
"Tiè, però tre tir e pass eh?" gliela passo.
"Ua è na bomb sta cos fraté" dice Enzo.
"Eh no bast ja, par n'aspirapolver" dico sorridendo.
Lui si mette ridere.Pov's Arianna
"Quindi Ciro è in carcere, e tu vorresti perdonarlo?" Chiede mia mamma tristemente
"Si è così" dico abbassando la testa.
"Mi spiace mamma" dico continuando.
"Hey amore guardami in faccia" dice mia mamma.
Alzo la testa e vedo che sorride.
"Il carcere di Poggioreale non è uno qualsiasi, anzi è molto peggio di un campo di concentramento. Ciro con le conseguenze, avrà capito lo sbaglio che ha fatto su di me e su di te. Se il tuo cuore dice che devi perdonarlo, fallo non devi mai dubitare dei tuoi sentimenti" dice mamma dolcemente.
"Quindi mamma tu mi stai dando il permesso di perdonarlo nonostante ti abbia fatto del male?" Chiedo a stento sorridente.
"Si amore si, insomma non mi ha uccisa, sono viva e sono qua" dice
"Oddio mamma grazie ti amo" dico piangendo per poi abbracciarla
"La tua felicità è paragonata alla mia" dice per poi accarezzarmi la testa.
Io amo mia mamma.
È una persona meravigliosa.
Non smetterò mai di ringraziare dio di farla stare qua con me.
È l'unica persona destinata a vivere sempre.
La amo.
"Ti amo mamma" dico piangendo sulla spalla.
"Anche io amore" mi accarezza.
"Adesso devo dirlo subito ad Elena che è confermato che devo andare da lui stasera" dico felice.
"Si certo vai" dice mia mamma dandomi una pacca sul gluteo.
Prendo il telefono e chiamo elena
"Elena"
"Piccré ric"
"Ascolta ho ripensato al fatto di vedere Ciro ai colloqui, e voglio vederlo stasera stessa".
"LO SAPEVO SI. MARÒ PICCRÉ SO FLIC P TE"
"Si anche io, solo che devi accompagnarmi tu, sai ho un po' paura"
"Non ti preoccupare a questo ci sto io. Tu adesso cerca di stare calma, verso le 17:30 t veng a piglià e o jamm a truà, però nun c ricimm nient c'amma fa na sorpres."
"Va bene sono contenta"
"Pur ij piccré"
Attacco e poso il telefono.
Scendo le scale e vado in cucina.
"Mamma" la chiamo.
"Dimmi amore"
"Oggi alle 17:30 vado a trovare Ciro"
"Oddio sii" dice mia mamma esultando per poi abbracciarmi.
"Sono felice per te" dice mia mamma
"Non lasciarmi mai" dico.
"MAI" dice stringendomi più forte a séCi vediamo tra poco Ciro
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Tu sei solo tutto|CIRO RICCI🌹
RomanceArianna Caputo è una ragazza di 17 anni che vive a Napoli precisamente nei quartieri spagnoli. Convive con sua madre, suo papà e la sorella. Ama tantissimo la moda, infatti da grande vorrebbe diventare una stilista e viaggiare tanto. È piena di sola...