5 - 2010 (part I): this is how it all started

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I could fall or I could fly
Here in your aeroplane
And I could live, I could die
Hanging on the words you say

And I've been known to give my all
And lie awake, every day
Don't know how much I can take

𓁹

10 Maggio 2010

"Brianne, hai usato il mio shampoo! Me l'hai quasi finito... di nuovo!!"

Camille entrò in stanza, al buio, tamponandosi i capelli con una asciugamano che teneva stretta in testa. Fece giusto in tempo a fare qualche passo all'interno della stanza buia prima di sentire un tonfo sorto e la finestra della sua camera sbattere rumorosamente.

"Hey." Sentì una voce sussurrare nell'oscurità e, per lo spavento e la sorpresa, Camille tirò un urlo fortissimo, convinta che un malintenzionato si fosse appena introdotto nella sua stanza.

"Camille, hey, shh sono io! Sono Harry!" La voce continuò in poco più che un sussurro. "La finestra era aperta, così sono entrato."

A quel punto, la ragazza indietreggiò di qualche passo fino a raggiungere la porta e accese la luce in fretta, mentre aveva ancora la tachicardia e si teneva una mano sul petto con il terrore che il cuore potesse saltarle fuori da un momento all'altro.

Harry era di nuovo lì, nella sua stanza, dopo chissà quanto tempo. Non lo aspettava ed era praticamente senza fiato.

"Va tutto bene, Camille? Cosa è stato quel rumore?" La voce di sua mamma dal piano inferiore arrivò forte e chiara e la riportò alla realtà mentre si stava perdendo nei suoi soliti pensieri sconclusionati. Per un attimo, Camille credette sul serio che sua mamma stesse per raggiungerla in camera per sincerarsi che andasse tutto bene e immaginò la sua espressione sconvolta nel trovare la sua adorabile e perfetta figlia quattordicenne chiusa in camera con un ragazzo più grande.

Lei sì che avrebbe avuto un infarto.

Così si affacciò dalla porta e rispose rapidamente per tranquillizzarla. "Niente Mamma, tutto ok! Solo una folata di vento. Vado a letto. Buona notte!" Si affettò a dire, alzando la voce in modo da farle arrivare il messaggio; poi richiuse la porta dietro le sue spalle e girò due mandate.

A quel punto, si voltò nuovamente verso Harry che, al contrario, sembrava piuttosto tranquillo. "Sei per caso impazzito? Vuoi farmi venire un infarto?" Disse, senza fiato. "Cosa ci fai qui, Harry?"

"Beh scusami, non pensavo ti mettessi ad urlare in quel modo." Si giustificò lui, accomodandosi sul suo letto tutto rosa con il solito sorrisetto borioso. "Di solito non ti spavento così tanto."

"Beh non esiste più un 'di solito', Harry. Semplicemente non mi aspettavo di trovarti qui." Rispose lei in modo piccato. Camille non rincarò la dose ma quello che voleva dirgli in realtà era che lui non si presentava in casa sua da mesi, ormai quasi un anno. Non vedeva come poteva aspettarsi una sua visita così all'improvviso a tarda sera.

Harry chinò il capo verso il basso, nascondendo appena il volto alla visuale della ragazza."D'accordo, hai ragione Camille. Mi dispiace. Forse avrei dovuto avvisarti."

"Si, avresti dovuto."

Da quando Harry aveva compiuto sedici anni, loro due si erano allontanati: lui era preso dagli allenamenti, dai suoi stupidi amici e, ovviamente, dalle ragazze. Era cresciuto e diventato più popolare; girava persino voce che avesse baciato Kylie Smith, la ragazza più popolare della scuola. Si lasciava almeno una volta al mese con Ashley e, quando succedeva, lei metteva su delle sceneggiate ridicole al centro della mensa, del cortile o della palestra - ovunque si trovasse in pratica.

This is not a love story [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora