19 - 2016 (part I): your hands

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Ovunque tu sia,
sono sempre le tue -
le mani
più vicine alle mie

𓁹

2 maggio 2016

"Non posso crederci."

La voce lamentosa di Victoria raggiunse le orecchie di Camille mentre la ragazza era nel bagno in camera; aveva ricominciato a lamentarsi, così come aveva fatto nel corso dell'ultima ora.

"È una tortura, è tutto una vera tortura."

Camille sbuffò, affacciandosi alla porta della camera di Victoria giusto in tempo per trovare l'amica stesa supina sul letto, con le braccia spalancate e lo sguardo affranto rivolto al soffitto.

"Non fare così, Vic, non mi sembra una-"

"Invece lo è, chiaro?! Con tutti i giorni dell'anno, con tutti i fottuti giorni dell'anno, ti sembra normale che debba venirmi la varicella proprio oggi!" La ragazza sollevò le braccia in aria e le lasciò cadere nuovamente sul letto, con fare teatrale. "Ti rendi conto? Domani è il primo lunedì di maggio!"

Camille uscì definitivamente dal bagno e varcò l'ingresso dell'enorme camera da letto della casa di New York di Victoria - che era più o meno grande come un qualsiasi bilocale costosissimo fuori dal centro città. Osservò l'amica con espressione comprensiva, sedendosi sul letto al suo fianco.

"Hai ragione, Vic, lo so che ci tenevi tanto ad andarci ma... il MET sarà lì anche l'anno prossimo. E quello dopo ancora." Strinse le labbra in una smorfia incerta. "Non trovi?"

Victoria sbuffò, tirandosi a sedere. "Forse."

Camille aveva ovviamente ragione e Victoria lo sapeva bene ma... odiava ammetterlo. Così, la ragazza si strinse nella spalle e si lasciò cadere di nuovo sul letto stesa supina. "Darei qualsiasi cosa per essere al tuo posto, Camille. Qualsiasi cosa."

"Io neanche voglio andarci, invece." Ammise.

"Questo perché sei una stupida." Decretò la bruna, tirandole una leggera ginocchiata per attirare la sua attenzione. "Non ci sono altre spiegazioni sul perché tu non voglia andare all'evento più esclusivo dell'anno, per di più invitata da tu sai chi."

"Mi sento a disagio, avrà speso una fortuna per-"

"Puoi smetterla di creare drammi inutili nella tua stupida testolina e provare semplicemente a goderti la serata, Camille?"

A quelle parole, anche la bionda sbuffò; poi, imitando la posizione statica dell'amica, si lasciò scivolare sul grande letto e prese a fissare il soffitto immacolato sopra le loro teste, in posizione speculare a quella di Victoria.

Non vedeva Harry da qualche settimana e quando lui le aveva comunicato che sarebbe stato a New York per due giorni per partecipare al MET gala ne era stata entusiasta, perché in quel periodo complicato anche poche ore rubate tra un suo evento e un esame universitario della ragazza erano una grande conquista. Poi, lui se n'era uscito con quel biglietto preso a posta per Camille e lei aveva cominciato a dare di matto.

La ragazza stava per ribattere qualcosa ma Victoria fu più veloce e parlò per prima.

"E sappi che non ti mando al MET gala con quel noioso tubino nero che hai portato qui. Se non posso metterlo io, sarai tu a dare lustro a quel meraviglioso Valentino che avrei dovuto indossare. Non accetterò un no come risposta."

This is not a love story [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora