14 - 2015 (part II): let me show you

1.5K 78 213
                                    

Per me
l'ago della bilancia
sei sempre tu.

M'hanno chiesto chi sei. Se lo sapessi
lo direi a gran voce. E sarei chiuso
tra quelle sbarre donde non s'esce più.

𓁹

31 gennaio 2015

Harry e Camille si lasciarono alla spalle la festa in fretta e salirono sul SUV nero che l'agenzia aveva preso a noleggio per il ragazzo per quei pochi giorni a Miami.

"Dove andiamo?" Chiese lei, senza riuscire a stare ferma sul sedile del passeggero.

"Hai fame?"

A quelle parole, lo stomaco di Camille si fece sentire in modo rumoroso, iniziando a brontolare come se non toccasse cibo da giorni. "Sto letteralmente morendo di fame." Ammise, mostrandogli un sorriso genuino.

Harry rispose con una smorfia soddisfatta sul volto. "Allora ti porto a mangiare il panino con il granchio più buono della tua vita."

Guidarono per le strade trafficate della città per qualche minuto, fino a lasciare il centro e dirigersi verso South Miami, una zona della città più tranquilla, al limite con la periferia.

Camille tentava di non guardarlo, si imponeva di tenere lo sguardo fisso sulla strada e lontano da lui, ma era più forte di lei. Harry aveva l'espressione serena, con un mezzo sorriso obliquo accennato sul volto che gli donava un aspetto un po' discolo. Aveva arrotolato le maniche della camicia rosa fino agli avambracci e guidava tamburellando con le dita sul cruscotto. Camille notò che i capelli gli erano cresciuti un bel po' dall'ultima volta che lei l'aveva visto e adesso gli arrivavano alle spalle. Forse era quello che lo rendeva così attraente? O forse era il modo in cui le sue mani stringevano il volate? O - ancora - il taglio netto della sua mandibola definita mentre si mordicchiava distrattamente la parte interna della guancia?

Camille pensò che era ingiusta tutta quella perfezione messa insieme. Era irresistibile. Se non avessero rischiato un incidente, avrebbe sul serio preso quel viso tra le mani e l'avrebbe baciato disperatamente. Di nuovo. In quel preciso istante, in modo famelico.

Cerca di darti un contegno, per l'amore di Dio, Camille - pensò con un sospiro.

Così distolse lo sguardo da lui e lo portò sulla strada, giusto in tempo per accorgersi che erano arrivati.  L'auto si fermò e lei cadde totalmente dalle nuvole perché aveva trascorso l'intero tragitto a fare pensieri licenziosi sulla sua mandibola squadrata.

Si guardò intorno titubante. Erano in un parcheggio desolato che costeggiava la spiaggia e il mare. C'erano solo un altro paio di auto intorno a loro e, infondo al parcheggio, spiccava un insegna luminosa e un po' datata che segnalava l'ingresso in una specie di ristorante: Rudy's recitava - anche se la U luminosa era ormai spenta.

"Vuoi per caso uccidermi, Harry?" Chiese preoccupata lei, continuando a guardarsi intorno. "No, perché questo mi sembra il luogo perfetto per commettere un crimine e farla franca."

Lui sorrise, mentre apriva la portiera dell'auto.
"Credimi, Camille, ci sono altre tipologie di reati che commetterei molto volentieri con te qui stasera. Aspettami qui, ci metto un attimo." Mormorò tranquillo, prima di lasciarla improvvisamente sola.

Camille trascorse il tempo in sua assenza torturandosi le dita delle mani in agitazione. Un po' perché era in quel posto desolato senza di lui e la cosa la spaventava, un po' proprio perché in realtà era lì con lui - il che la innervosiva ancora di più. Sussultò, infatti, quando Harry si palesò accanto all'auto e picchiettò con le nocche contro il suo finestrino per richiamare la sua attenzione.

This is not a love story [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora