E se partire fosse invece tornare?
Lasciare, in realtà, trovare.𓁹
"Sei venuto qui per vedere me?"
Mattonelle bianche smussate. L'odore stantio di chiuso. Un bagno di servizio infondo alle scale di un castello nella campagna gallese. L'ambiente intorno a lui era un po' sfocato, ma la sensazione della porcellana fredda stretta intorno alla dita era dannatamente reale.
"Rispondimi."
Anche Camille era reale. Riusciva persino a sentirne l' odore, quel suo profumo irresistibile che gli faceva perdere il contatto con la realtà; percepiva le sue dita lunghe percorrergli lentamente il corpo come una mappa da esplorare e accendergli l'anima come un falò in un bosco.
"Sei venuto fin qui solo per vedere me, Harry?"
Certo che sono venuto qui per vedere te, Lille.
Ma nonostante gli sembrava di averle pronunciate, quelle parole non uscirono davvero dalla sua bocca.
C'era qualcosa che non tornava. Lui quella scena l'aveva già vissuta, c'era già stato in quel bagno ed era stato lì proprio con lei.
"Camille." La sua voce gli sembrò improvvisamente ovattata, distante, come se in realtà fosse altrove e quel suono non provenisse davvero da lui. "Camille, fermati."
No, non fermarti, invece.
La vide distintamente inginocchiarsi ai suoi piedi, lentamente, una gamba dopo l'altra, mentre non smetteva di fissarlo dritto in volto con quei suoi occhi grandi come il mare e quell'espressione sensuale che avrebbe voluto strapparle di dosso più di ogni altra cosa al mondo.
"Camille, smettila."
"No señor, yo soy Gonzalo."
Harry sussultò, aprendo a fatica gli occhi. "Gonzalo?"
Il cielo che si intravedeva tra le pagliuzze dorate dell'ombrellone sopra la sua testa era di un azzurro così intenso che, nonostante gli occhiali da sole, Harry riuscì a malapena a tenere gli occhi aperti. Si coprì il volto con una mano cercando dell'ombra e, quando mise finalmente a fuoco il posto intorno a lui, quello che vide era molto diverso dal sogno che l'aveva intrattenuto fino a pochi instanti prima.
"Oh ma certo: Gonzalo." Sospirò pesantemente. Harry si tirò su a sedere in un evidente stato di frustrazione e si asciugò la fronte madida di sudore. "E dimmi una cosa, Gonzalo: fa sempre così caldo in Messico?"
L'uomo dalla pelle ambrata e i lineamenti gentili annuì ripetutamente.
"Immaginavo." Il cameriere si chinò verso di lui e gli porse il drink che doveva aver ordinato prima di addormentarsi. Harry lo prese delicatamente tra le dita - non voleva che la complessa costruzione di ombrellini e frutta tropicale gli crollasse addosso - lo portò alle labbra e ne bevve un lungo sorso.
Delizioso, cazzo.
"Ed esattamente mi spiegate com'è che fate a sopportarlo? Bevete margarita tutto il giorno?"
Gonzalo restò a fissarlo immobile, con il vassoio ormai vuoto a mezz'aria e sul volto un'espressione interrogativa. Non proferì parola.
"Sei un uomo di poche parole, non è vero, Gonzalo? Beh, effettivamente, come darti torto?! Neanche io vorrei parlare con me stesso al momento." Harry si strinse nelle spalle, poi bevve un ultimo lungo sorso del suo margarita ghiacciato e poggiò il bicchiere vuoto sul vassoio che l'uomo teneva tra le mani. "Bene, allora amico mio, facciamo un patto. Tu continua a portarmi uno di questi ogni mezz'ora fino a che dimentico anche come mi chiamo e io ti prometto che non ti infastidirò più con le mie ridicole domande sul tempo, d'accordo? Comprendido?"

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This is not a love story [H.S.]
Fanfiction[COMPLETA] Questa non è una storia d'amore, è la storia di come ti ho perso. * * * * * * Cover by the one and only @cherryvig 🌸🍒