I had never met a soul
who could speak my language,
until there was you.
You are fluent in me.𓁹
26 Dicembre 2016
Camille era tornata a Londra per le vacanze di Natale. A lavoro le avevano concesso giusto qualche giorno per raggiungere la sua famiglia nel vecchio continente e passare le festività con loro.
E, all'inizio, era filato tutto liscio: feste in famiglia con lunghe tavolate, pranzi e cene infinite, i soliti parenti inopportuni che domandano dove sia finito il fidanzatino. Niente di nuovo. Camille aveva letto molto ed era uscita poco, aveva evitato abilmente qualsiasi domanda sulla sua vita sentimentale e, in un baleno, le vacanze natalizie erano giunte al termine e lei era pronta per tornare alla vita vera, quella a New York.
Il pomeriggio successivo al giorno di Natale, mentre Camille aveva già preparato la valigia per il ritorno ed era stesa sul suo letto intenta a leggere l'ennesimo libro ricevuto sotto l'albero, sua sorella Brianne fece irruzione nella sua camera con l'espressione incerta sul volto.
"Potresti anche bussare ogni tanto, Brianne."
La sorella ignorò le sue parole. "Che fai?"
"Leggo."
"Ti disturbo?"
"No... affatto, dimmi tutto." Camille rispose con tono un po' antipatico, senza staccare gli occhi dalla sua lettura. In verità, la stava disturbando ma durante quelle vacanze di natale si era sforzata di nascondere il profondo senso di insofferenza che covava segretamente verso il mondo intero da qualche settimana a quella parte e aveva cercato di mostrarsi più cordiale - nei limiti del possibile.
"Ascolta..." Sua sorella sembrava titubante.
"Si?"
"Stasera..."
"Parla, Brianne, per l'amor del cielo!" Sbottò.
"C'è una serata al Cirque, stasera."
"Bene, mi fa piacere. Divertiti."
"Beh, ecco..." Brianne tentennò, stava cercando le parole giuste con cui informare la sorella di quanto aveva appena saputo. "Ci sarà anche Harry, me l'ha appena scritto Gemma."
A quelle parole, Camille staccò per la prima volta lo sguardo dal suo libro e lo puntò sulla sorella che se ne stava ancora sul ciglio della porta immobile, torturandosi le dita delle mani in attesa di una sua reazione.
Non si pronunciava quel nome, era una regola non scritta che tutti applicavano nella vita di Camille dopo quanto era successo il giorno della sua laurea circa un mese prima. Nessuno parlava di lui, nessuno faceva domande o provava ad informarsi. Era come se d'improvviso Harry fosse stato cancellato dalle vite di tutti loro, senza neanche bisogno di doverselo dire. Perciò, sentir pronunciare quel nome per la prima volta dopo tutto quel tempo fu strano, come se Camille si fosse dimenticata del suono che quelle cinque lettere producevano se pronunciate a voce alta (e non solo come eco nella sua testa).
La ragazza poggiò il libro ancora aperto sul petto - che tanto ormai non lo stava più leggendo - e intrecciò le dita delle mani tra loro, cercando di nascondere la sensazione di nervosismo nella quale era caduta nel medesimo istante in cui aveva sentito il suo nome. "E questa cosa dovrebbe interessarmi... perché?" Mentì lei, con tono di sufficienza, mentre in realtà lo stomaco le si contorceva per la notizia.
"Beh, non saprei. Forse perché l'ultima volta che l'hai visto vi siete urlati contro di tutto e ti ha strappato il regalo di laurea in faccia?"
Una stilettata la colpì direttamente al cuore a quel ricordo ancora troppo vivido nella sua mente.

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This is not a love story [H.S.]
Fanfiction[COMPLETA] Questa non è una storia d'amore, è la storia di come ti ho perso. * * * * * * Cover by the one and only @cherryvig 🌸🍒