CAPITOLO 8

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EVANGELINE

Cominciai a cantare.

Iniziai il mio repertorio con una delle mie canzoni preferite: "Love Makes You Feel Brave".

Amo questa canzone. Amo come mi fa sentire quando la canto.

Me la cantava ogni sera la mia mamma prima di addormentarmi.

Adoravo la voce della mamma, dolce e graffiante allo stesso tempo. Mi ha trasmesso così la passione per il canto.

E per questo, non la ringrazierò mai abbastanza.

Dio, quanto mi manca.

Quella sera non mi sentivo molto bene, però come da copione, diedi il meglio di me.

Lo faccio per lei che ogni giorno mi guarda da lassù.

Una volta questo era il suo palcoscenico, e lei ne era la sua bellissima regina incontrastata.

Finii l'ultima strofa della canzone con un acuto e la musica in sottofondo che scemava lentamente.

Mi guardai intorno per un attimo.

L'intera sala urlava il mio nome: "Evangeline! Evangeline! Evangeline Roberts!" e chiedeva il bis.

Bene, e che bis sia. Tutto per un pubblico così caloroso.

Poi lo vidi.

Era lì, seduto al bancone con il bicchiere del suo drink a mezz'aria e la bocca spalancata... Sembrava sorpreso.

I suoi occhi celesti, immensi con un cielo senza nuvole, erano fissi nei miei.

Un ciuffo ribelle gli ricadeva sulla fronte e gli ricopriva parte di quella che doveva essere una... cicatrice?

"Chissà come se la sarà procurata" pensai.

Anche se era seduto, potei notare che era molto alto e solido come una roccia. Come potrebbe essere stare in quelle braccia possenti?... Ma Evangeline! Che ti viene da pensare?! È solo uno sconosciuto che assiste alla tua performance...Vorrei potermi avvicinare di più per vederlo meglio... E conoscerlo? Not so bad in fondo...

Dopo quella che mi sembra un'infinità, gli accenno un piccolo sorriso. Dovrebbe essersene accorto perché distoglie lo sguardo subito dopo.

Imbarazzato, forse? Arrossito, oserei dire. Sarà stata solo una mia impressione o un semplice gioco di luci? Non saprei rispondere bene a questa domanda.

Mi riprendo.

Riesco a sentire le voci del pubblico che grida: "Tell Me How To Roar", un altro mio cavallo di battaglia.

Devo ammettere che ho viziato troppo il mio pubblico...

Con un cenno della mano dò il via al trombettista di partire con le prime note.

È tempo di ruggire.

IL RUGGITO DELL'OCEANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora