CAPITOLO 3

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Ray e Charlotte Cooper vivevano più a sud della città...

"Ehi, ma aspetta! Chi sono questi due?" lo interruppe bruscamente Henry, dalla seconda fila.

"Già, non era la storia del tuo bisnonno? Che c'entrano questi due ora ?!?" si intromise la signorina Collins agitando le braccia al cielo.

Si girò verso la voce di Elizabeth: "Non avevi detto che era un lupo solitario?"

Mpf, dilettanti.

Allora, in fondo lo stavano ascoltando.

Jonathan accennò un mezzo sorriso e rispose agli quegli interrogativi: "Ricordatevelo, nessuno è mai davvero solo, che lo si voglia o no."

Detto questo riprese a leggere (doveva ammetterlo, il suo tema era un pochino lungo): "... vivevano più a sud della città, in un quartiere della media borghesia londinese, ma la vita gli presentò inaspettatamente il conto da pagare.

All'età di otto anni morirono i loro genitori in un drammatico incidente: di ritorno da un viaggio di lavoro oltreoceano, la loro nave colò a picco nel bel mezzo del Pacifico a causa di una violenta tempesta.

Non toccarono mai terra, se non sul fondo dell'oceano.

Da quel momento in poi cominciò quel giro infinito sulle montagne russe che fu la loro vita; orfani, vennero immediatamente spediti in un istituto gestito delle suore che ai loro poveri occhi di bambini sembravano " vecchie e arcigne megere" , impossibili da addolcire.

Numerosi e vani furono i tentativi per scappare da quella gabbia , da quella vita che gli imponevano.

Volevano essere liberi, padroni della propria vita e del proprio destino.

Bello o brutto, roseo o difficile che sarebbe stato.

Compiuta la maggiore età spiccarono il volo da quel posto.

Nessun rimpianto, non si voltarono mai indietro.

Con il tempo Ray, il fratello maggiore, si fece sempre più protettivo nei confronti di sua sorella minore, Lottie, un angioletto biondo dagli occhi scuri e ... agile ladra dalle mani di velluto.

Mentre lui era un incallito "womanizer"; alto, biondo cenere proprio come sua sorella e on dei vivaci occhi grigi ripresi dalla compianta madre, in poche erano a resistergli.

Davvero poche.

Che dire, le sue abilità di travestimento e persuasione ogni tanto portavano i loro frutti.

"Forza sorellina, vieni! Voglio comprarti quell'abito rosso che ti piace tanto tanto!" le disse un giorno Ray mentre la spingeva verso la vetrina del suo negozio preferito.

"Comprare? Serio?" lo rimbeccò Charlotte con le mani sui fianchi.

"Uff, hai ragione... Diciamo che lo prendiamo "in prestito" solo per questa sera, okay?"

Lo guardava con un sorriso complice.

"Oh, ma dai! Non fare così! Se stasera dobbiamo imbucarci a quella festa, almeno facciamolo per bene!" le rispose lui e, non resistendo alla tentazione di farla ridere, le fece il solletico.

In fondo era il suo compleanno, avrebbe fatto di tutto per vederla felice quel giorno.

Sentirono un rumore.

Proveniva dall'interno del negozio.

Si guardarono entrambi: "Non è possibile!" urlarono.

Si resero conto solo allora che la porta era aperta. "Mmmh, abile..." bisbigliò Ray.

Entrarono di soppiatto.

Si voltò di scatto. Chi altro c'era dentro quel negozio?!

Ma poi, quando guardò meglio si accorse che sua sorella aveva fatto cadere tutte le collane per terra.

"Lottie!!" la rimproverò a denti stretti.

"Che c'è??" rispose lei con un'alzata di spalle.

Alzò gli occhi al cielo e proseguì verso il centro del negozio.

"NON OSARE MINIMAMENTE!" urlò all'improvviso Charlotte rivolta al ladro in questione. Stava rubando il suo abito!

In un attimo gli fu addosso. Non in quel senso. Non lui. Charlotte!

Lo stava picchiando a suon di borsetta rosa in testa!

"Ahi, ahi, ahi!" gridava lo sconosciuto non sapendo come liberarsi di quella pazza.

Ray smise di ridere e accorse subito in suo aiuto.

Lo legò ad un manichino con un ingombrante visone bianco. Morbidissimo, tra parentesi.

"Preso!"

"Ah ah! Beccati questo! Non entri nel mio negozio preferito, rubi l'abito dei miei sogni e te ne vai tanto facilmente! Non quando incontri i fratelli Cooper!" lo canzonò soddisfatta Charlotte.

Lo sconosciuto sbuffò rumorosamente.

"Lo trovi così divertente?" ringhiò pronta a suonargliele ancora, questa volta con i tacchi.

"Stavo pensando a quanti soldi mi avete fatto perdere! Avrei potuto rivenderlo a buon prezzo! Damn it!!" imprecò con voce profonda.

Ray guardò quella cicatrice e rabbrividì per un instante, poi gli domandò: "Io sono Ray Cooper e questa è mia sorella Charlotte... Come ti chiami?"

L'uomo alzò lentamente la testa e lo guardò dritto negli occhi: "Sono Dominic. Dominic Sky. Lasciatemi andare, ora!"

IL RUGGITO DELL'OCEANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora