CAPITOLO 16

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Stava andando tutto quanto a puttane.

La situazione stava peggiorando sempre di più e Jameson gli era sfuggito di mano con una velocità degna di una gazzella che scappa cercando di salvarsi la pelle.

Prima Ray e ora Charlotte era ferita. Certo, non era grave, ma avrebbe dovuto buttarsi lui invece che lei... in fondo era ancora una ragazzina.

Chi sarebbe stato il prossimo? Lui?... Evangeline?

Non poteva permetterlo. Perché sapeva che se avrebbe ricevuto un altro colpo del genere, non si sarebbe rialzato tanto facilmente.

Si sentiva così stanco.

In uno scatto d'ira si allontanò dall'ingresso del quartier generale e furioso, gridò al vento: "Al diavolo! Al diavolo la missione, al diavolo quello stronzo di Jameson e quegli idioti che si credono degli agenti segreti! Al diavolo tutti quanti!". Detto questo si diresse nella parte opposta a quella in cui si trovava.

Camminò a lungo e in silenzio.

Superò tanti posti che conosceva come le sue tasche; Piccadilly Circus, Trafalgar Square gli ricordavano tutti i momenti spensierati della sua infanzia. Si fermò persino ad ammirare la maestosità di Buckingham Palace... "Chissà com'è avere tutti quei bagni a disposizione" si chiese alzando le spalle.

Infine, quasi al calar del sole, raggiunse una piccola piazzola tra la vegetazione sulla riva del Tamigi. Quel piccolo pezzo di terra nascosto agli occhi di tutti è sempre stato il suo posto segreto fin da quando era un piccolo teppistello attaccabrighe di 5 anni.

Andava lì ogni volta che aveva bisogno di schiarirsi le idee.

Si sedette e osservò il sole calare sulla linea di un lontano orizzonte.

"Non doveva andare così..." iniziò a dare voce ai suoi pensieri, "...Si stanno facendo male troppe persone a cui voglio bene."

"Non può continuare in questo modo. Questa carneficina deve assolutamente finire."

"Devo fermare Jameson ma non so come fare,... Pensa Dominic, think think think!.... Se fossi un pazzo criminale, quale sarebbe la mia prossima mossa?"

E mentre si chiedeva tutto ciò, lanciò con forza un sassolino che, dopo tre inaspettati rimbalzi, cadde in acqua con un sonoro "Plof!"

Londra 2018, presente

"Scusi signorina Collins, posso andare al bagno?" alzò la mano Mark Green, alunno ribelle della Victoria Elementary School di Londra.

"Vorrei saltare la parte riflessiva e andare anche io se possibile" si unì alla richiesta la sfacciata Alison che guardando verso Jonathan, gli lanciò una linguaccia. "Ben ti sta, sfigato!" sembrò dirgli.

Il piccolo Jonathan si fermò un attimo e prese fiato.

Si era talmente concentrato che tutto quello attorno a lui era sparito da quando aveva iniziato il suo racconto. Ma in fondo, non se ne stupì più di tanto; ogni volta che ripensava alla storia del suo bisnonno andava a finire così e il più delle volte, si dimenticava persino di mangiare tanto che lo coinvolgeva. Non si stancava mai di leggerla.

Il suo bisnonno era stato davvero un grande al suo tempo.

1922, Londra

Era ormai sera quando Dominic rincasò al quartier generale.

Si sentiva ancora in subbuglio, ma aveva la mente e il cuore, un po' più rilassati di quando era andato via.

Invece di andare nella sua stanza si diresse al piano di sopra e bussò due leggeri "Toc toc!" alla prima porta che incontrò.

"...Lottie, posso entrare?" 

IL RUGGITO DELL'OCEANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora