CAPITOLO 17

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"Entra pure" gli rispose una flebile vocina dall'interno.

Dominic entrò e si guardò intorno: la camera di Charlotte era un tripudio di vestiti, scarpe, borse e accessori che sbucavano dagli angoli più impensati dei mobili. Sorrise.

Lottie aveva una capacità nel trasformare anche il più spartano e freddo degli ambienti in una simpatica e calorosa confusione di colori. Quel piccolo posticino sapeva di casa.

"Che è successo? Dove sei stato?" chiese lei, mettendosi a sedere su delle morbide lenzuola.

"Ho fatto una lunga camminata in giro per la città che mi ha aiutato a far luce su alcune questioni" gli rispose sedendosi accanto a lei. Era in pigiama, struccata e portava una lenta coda di cavallo che lasciava cadere una parte dei suoi lunghi capelli biondi. Dominic la trovò più che mai stupenda.

"E quali sarebbero queste questioni? Posso saperle?"

"Jameson" rispose laconico Dominic.

Charlotte tirò un sospiro, "Già, lo so. Quel bastardo è ancora in giro a fare danni. Dammi un altro paio di giorni che mi rimetto e stai certo che questa volta lo prendiamo di sicuro!" e si tirò su la maglietta per controllarsi la fasciatura. Bruciava ancora, ma il dolore era sopportabile.

Dominic si mosse a disagio sul letto "No, Lottie. Niente "Noi" stavolta, solo "io". Non posso permettere che ti faccia ancora del male. Non riuscirei a sopportare se tu..." e si interruppe. Charlotte lo guardò e gli mise una mano sul braccio con fare consolatorio: "... Non succederà" lo rassicurò prontamente.

"Mi manca così tanto" disse all'improvviso Dominic, "So che non è passato molto da quando è morto, ma non sono abituato a non averlo tra i piedi..." e alzò gli occhi al cielo per evitare che le lacrime gli cadessero copiose, ma anche per rivolgersi a qualcuno che sperava lo stesse ascoltando...

Charlotte si avvicinò e lo strinse in un abbraccio: "Manca tanto anche a me quell'imbecille" sussurrò.

"Mi ricordo come se fossi ieri il giorno in cui ci siamo incontrati" fece ancora Dominic, tirando su con il naso.

"...Ero letteralmente fissata con quel vestito! Avrò fatto una testa grande così a Ray-Ray per convincere a prendermelo.... Anche se sapeva che non poteva permetterselo..." abbassò lo sguardo nostalgica.

"Era il cervello del gruppo, certo... aveva più fortuna di me con le donne e per questo lo odiavo", rise ricordandosi di come ad ogni colpo, non perdesse l'occasione per flirtare con una bella donna, "ma gli volevo un bene dell'anima... era e sarà per sempre mio fratello, anche se non sono mai riuscito a dimostrarglielo come volessi..."

"Lo sa." gli disse decisa Charlotte; su una cosa sarà sempre sicura: l'amicizia che lega quei due è uno di quei legami che non si può spezzare tanto facilmente, anche se uno dei due non è più qui a guardare le spalle all'altro.

Dominic la guardò grata. Fece un respiro per cercare di riprendere il controllo di sé.

"Lottie, sono venuto qui anche per dirti un'altra cosa che bisogna chiarire una volta per tutte..."

Charlotte lo guardò strana percependo il cambiamento del tono della sua voce. Che altro poteva esserci di così importante che gli doveva dire?

"Ehm,... non pensare che io non l'abbia mai notato... ho visto come mi guardi, come ti comporti nei miei confronti e la ... "gelosia" che hai dimostrato l'ultima volta me lo ha confermato.... Sarò un grandissimo scemo, lo ammetto, ma so quando una donna prova dei sentimenti per qualcuno..."

Charlotte arrossì, non si aspettava di certo un discorso del genere in quel momento.

"...Anche se quel qualcuno non potrò mai essere io e lo sai anche tu. Meriti di meglio di un uomo come me, che per primo non sa prendersi cura di se stesso e che non riesce a salvare il mondo da un altro imbecille....meriti un uomo che ti possa offrire una vita migliore, che ti possa offrire quella casa e quella pace che cerchi da una vita...e ovviamente dei nuovi abiti" aggiunse facendole l'occhiolino.

"Meriti qualcuno che ti tratti come una regina,... io posso solo offrirti la compagnia di un povero giullare di strada e l'aspetto di una principessa che prima o poi sboccerà per il re giusto."

Charlotte si alzò in piedi e strinse i pugni. Avrebbe voluto dire un milione di cose per farlo rimanere e guardarla con occhi diversi.... Ma sapeva che aveva ragione.

Si era innamorata di lui in una momento difficile della sua vita, lei e Ray era diventati da poco orfani e non sempre riuscivano a trovare qualcosa per arrivare a fine giornata, poi è arrivati lui come un fulmine a ciel sereno, con quella cicatrice e la sua aria da bel tenebroso che l'hanno catturata all'istante, i suoi modi un po' sfacciati ma tanto gentili, la sua risata genuina e la sua inaspettata simpatia... ma si accorse che era stato tutto una bellissima chimera.

Dominic si alzò e le accarezzò una guancia: "Sarai sempre quella temeraria ragazza che mi è salita sulle spalle e mi ha legato ad un manichino con un visone bianco, quella bellissima e agilissima ladra che con un niente è riuscita anche a rubarmi l'orologio e...un pezzo del mio cuore. La mia piccola Lottie e io ti proteggerò fino alla fine dei miei giorni."

Gli diede un delicato bacio e sparì dalla stanza rapido, senza che Charlotte se ne potesse accorgere.

Appena sentì il chiavistello della porta chiudersi a chiave e i suoi passi allontanarsi, Charlotte cadde in ginocchio e pianse tutte le sue lacrime.

IL RUGGITO DELL'OCEANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora