Capitolo ventinove

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Come (T/n) e Shouto vivevano il loro momento, tanto aspettato, di rincontro, tutti gli altri erano intenti a provare a frenare l'istinto che li avrebbe spinti nel perlustrare. Bakugou voleva interromperli, al contrario di tutti, che quindi cercarono di trattenerlo, tappandogli la bocca, per prevenire delle frasi inaspettate e poco gradite. Jiro, padre di (T/n), dovette persino voltarsi dall'altra scena, non riuscendo a guardare la faccia della sua preziosa figlia essere marcata dalle labbra di Shouto.

Ma molto presto, Bakugou non ce la fece più. Kirishima, che era colui che stava tappando direttamente la sua bocca, venne morso da Bakugou.

"Ouch!" portò subito verso di sé la mano, per il dolore, procedendo a sventolarla in aria come se questo potesse aiutarlo. "Ma che cavolo?!"

Gli altri, che stavano aiutando il primo, ritirarono anche loro le mani, per paura che i forti denti di Bakugou potessero ferire anche loro.
"Hey, la volete piantare di sbaciucchiarvi, abbiamo ancora un sacco di guardie da battere e non abbiamo intenzione di lasciare che vi baciate appassionatamente anche in quel momento."

(T/n) si staccò dall'abbraccio del suo amato. Diede uno sguardo infuriato a Bakugou. "Scusami, Bakugou," disse nel modo meno genuino che esiste. "Ma non ho visto il mio amato per settimane, quindi apprezzerei davvero tanto se te ne andassi per un secondo. Siamo nel bel mezzo di una guerra, quindi penso di volermi assicurare un momento di felicità. Non penso anche tu ?"

Il volto di Bakugou si fece intenso. "Penso che anche tutti noi lo vogliamo, ma non abbiamo le persone che amiamo accanto a noi. Quindi è un po' scortese se continuate a rinfacciarcelo quando noi non sappiamo neanche se potremo rivedere i nostri cari per un'altra volta." La sua voce aveva un tono delicato e vulnerabile, era molto strano vederlo in questo stato quando il suo atteggiamento era completamente diverso.

(T/n) si sentì in colpa. Non aveva pensato a come potevano sentirsi. Non le era neanche passato per la testa che potevano sentire la mancanza anche loro dell'abbraccio delle persone che amavano.

"Non hai nulla di cui preoccuparti, vecchio amico mio," disse Shouto alzandosi. "Rivedrete anche voi i vostri cari, lo prometto."

"O-oh, Vostra Maestà, Re Jiro," indirizzò Izuku al padre di (T/n). "Come sta mia madre...?"

Jiro diede finalmente uno sguardo appropriato ad Izuku, ed il suo cuore sembrava fermarsi alla vista del ragazzo che considerava quasi come un figlio. Era davvero lercio , e molto più magro di quanto non lo avesse mai visto prima, per non parlare della fasciatura al suo occhio sinistro. Le bende erano rosse dal sangue, e sicuramente sarebbe servito cambiarle. Jiro sentì il suo petto stringersi ancora di più. Tutto ciò era successo in pochi mesi.

"Tua madre sta bene, è solo un po' scioccata dalle notizie che girano sulla capitale, ma togliendo questo sta bene e sente la mancanza di suo figlio." enfatizzò sull'ultima frase, sorridendogli.

Izuku ricambiò. "Anche a me manca davvero tanto, ma tornerò a casa presto...no?"

Nessuno poté dare una risposta al ragazzo dai capelli verdi, non sapevano neanche se sarebbero sopravvissuti per vedere l'alba della mattina seguente.
Le loro vite erano ormai nelle mani del fato, non potevano farci niente, e questa era la cosa che li preoccupava più di tutte.

Jiro posò la sua mano sulla spalla del ragazzo. "Faremo del nostro meglio perché diventi realtà, figliolo."

Izuku riconobbe le sue parole. Anche lui era consapevole della situazione e sapeva che la guerra non sarebbe stata vinta se fossero rimasti con le mani in mano, però una parte di sé sperava che succedesse proprio così, sperava che tutto andasse per il meglio.
Ma non era l'unico. Dopo essersi riunita con il suo innamorato, ed aver sentito le parole di Bakugou, anche (T/n) pregò ad ogni dio vivente nel cielo che mostrassero misericordia a tutti loro.

Ma i fatti seguenti non sembrarono per niente essere favorevoli. Non troppo dopo, le guardie reali apparirono dinnanzi a loro, una ventina circa, ma significava solo che il peggio doveva venire ancora.

"Oi! Il principe Shouto ci ha traditi !! Allarmate gli altri, adesso !" urlò una guardia. Un cavaliere annuì, e corse via radunando gli altri. "Principe Shouto, preparatevi a sorbire la punizione che vi spetta dopo il tradimento di vostro padre, il Re della Capitale. "

"La Capitale non gli è mai appartenuta," sentenziò Shouto. " E lui non è mio padre....non lo è mai stato e non lo sarà mai."

Loro ringhiarono, prima di urlare "Forza!! Lottate nel nome del vostro Re!!"

"Bene, questo era proprio il momento che aspettavo!" rispose Bakugou. Prese una spada casuale da terra e con uno sbarramento di fronte a sé, si preparò per lo scontro.

"WOO HOO ! Andiamo!! Sconfiggiamoli tutti!" disse Kirishima urlando.

"BAKUGOU! KIRISHIMA!" li chiamò preoccupata Ochaco.

"Sono proprio degli stupidi! Così moriranno!" tremò Mineta nascondendosi. "Moriremo, me lo sento, ci finiranno, e subito dopo tutta la strada che abbiamo fatto per arrivare qui!"

(T/n) mise subito il broncio a Mineta. "Non stai affatto aiutando!" gli urlò. (T/n) era spaventata quanto lui, certo era stata allenata per situazioni del genere ma di certo non le augurava a nessuno. Ma era il suo compito combattere per ciò che credeva fosse giusto.

Anche se terrorizzata , deve continuare ad essere forte, perché non è solo la sua vita quella a rischio, ma anche delle persone a cui tiene di più. Shouto, suo padre, Izuku, Bakugou, Ochaco e Kirishima, per Mineta e tutte le vite che sono state perse a causa di questa tirannia, come Kaminari, ed ovviamente sé stessa e tutti gli altri.

Con una stretta forte della mano calda di Shouto, si gira verso di lui con un sorriso, "Sopravviviamo, va bene ? " si riusciva a sentire il timore nella sua voce, ma ad ogni modo lei cercava di nasconderlo.

Shouto la guardò, riusciva a sentire i tremori ed il sudore nei palmi delle sue mani. Sentiva il rumore dei suoi denti che si comportavano come quando si ha freddo. Eppure la sua faccia mostrava soltanto risoluzione. E Shouto non poteva essere più fiero della ragazza a cui aveva giurato il suo amore.

Lui le rispose annuendo, porto le sue nocche alle sue labbra, lasciandole un bacio leggero come una piuma.
"Sopravviveremo, oppure moriremo, in ogni caso lo faremo insieme, amore mio. Starò con te. Non importa cosa accadrà."

Parteciparono alla battaglia insieme questa volta, gli occhi volti verso avanti, il futuro. Izuku e Jiro li seguirono istintivamente, Ochaco e Mineta si bloccarono un attimo. Ochaco trovò un arco e delle frecce a terra, le prese affinché potesse usarle per aiutare tutti. Mineta preferì nascondersi dietro una colonna.

Tremando, (T/n) disse : " Facciamolo, andiamo. "

E così la battaglia ebbe inizio.

Se solo avessero saputo delle perdite che avrebbero avuto però...

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