Capitolo ventidue

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*Terza Persona POV*

Il viaggio in carrozza era meno gradevole per Shouto, tralasciando la vista mozzafiato che si poteva godere dalla finestra. Il sole stava tramontando, un colore arancio-rosa si dipingeva su quella tela, che era il cielo, mentre esso calava.

Come Shouto fissava lo spazio esterno, la sua mente veniva ricoperta di pensieri su (T/n). Gli sembrò come se la carrozza si fermasse, ed infatti era proprio così.

Alzò un sopracciglio. Tirò la tenda che lo separava dal cocchiere. "Cosa succede?" chiese.

"Siamo arrivati sulla via per la capitale, vostra altezza, ma siamo stati fermati qui dalle guardie, dovrei fronteggiare voi o le guardie?"

Shouto sospirò e guardò in basso. "Fai come vuoi e come devi..."

Colui che guidava annuì e scese dalla carrozza. Shouto sentì il suo uomo parlare forte e gentilmente verso le guardie, ma senza dare spiegazioni del loro arrivo.

Loro, svolgendo solamente il loro lavoro, chiesero di andarsene a meno che non avessero qualche interesse nel entrare nella capitale del regno.

Shouto sussultò, e chiuse gli occhi stringendoli forte, all'urlo terrorizzato che sentì da una delle guardie. Non ci volle molto prima che tornò a regnare il silenzio.

Il fiaccheraio del principe torno sul veicolo, spostò le tende. "Mi dispiace, vostra altezza, ma non siamo in grado di andare più avanti." Sorrise come se non avesse fatto nulla, ma Shouto notò la piccola sfumatura di rosso sulla sua guancia.

"Io-i-io, capisco."rispose Shouto. "Ora dovremmo continuare.

"Sì, mio principe" Il cocchiere chiuse l'occhio
"Okay soldati!! Ripartiamo." ripartiamo.

Come i cavalli ricominciarono a trottare, Shouto era tornato ad osservare la vista del tramonto ed il suono dei cento mila soldati che ne marciavano indietro.

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Non era ancora buio che entrarono nel centro della capitale, e le strade erano piene di musica e ballerini. C'era una festa in paese, ma tutto finì quando videro la carrozza con i militari arrivare.

Prima che avessero il tempo di reagire, furono assaltati dai soldati. C'erano le urla che echeggiavano al posto della musica di prima, in quelle che erano, gioiose strade. La carrozza passò oltre il cittadino povero, che stava implorando per un soccorso. Shouto fissò il posto davanti a sé, cercando di distrarsi dalle urla ed i pianti, che sentiva dall'esterno, del popolo.

La carrozza si fermò di nuovo, ma questa volta, al cancello per il castello del re "All Might". Era famoso per la sua ricchezza e le sue molteplici mogli e figli, ma era comunque considerato un santo agli occhi di tanti. Arrivarono fino al punto di chiamarlo 'Il simbolo della pace'.

Il cocchiere si accordò con le guardie che lo lasciarono passare per il cancello. Shouto fece un respiro profondo, cercando di calmarsi per il suo prossimo compito.

La carrozza si fermò definitivamente, e Shouto scese subito quando gli aprirono la porta. Nonostante quello che la guardia avesse fatto, lui la ringrazio e fece il suo ingresso nel grande palazzo.
Circa duecento uomini lo seguivano. Il principe aprì il portone che rivelò un uomo incappucciato tra le ombre.

I soldati stavano per avanzare, ma lui li trattenne con un cenno della mano. "Sono qui per incontrare il Re All Might. Se non mi lascerete passare pacificamente, dovrò usare la mia forza."

La figura avanzò. "Sono proprio qui, Shouto Todoroki, figlio del mio re vicino, Endeavor," annunciò.

Shouto combattette contro l'urgenza di correggerlo e continuò con il piano di suo padre. "Egregio Re All Might, io richiedo che il potere della Capitale sia nelle nostre mani immediatamente." chiese richiese.

"Nessuno possiede la capitale, ragazzo." spiegò All Might. "L'unica ragione per cui il mio popolo sia qui è perché così posso vederli e proteggerli. Hanno le loro vite e volontà, per questo non hanno bisogno di un capo."

"Se fosse solo per quello, allora spiegate il motivo per cui sono capace di uccidere tanti paesani nella Capitale, e pure le guardie, con così tanta facilità," Shouto ghignò quando la faccia di All Might si abbattette. "Inginocchiatevi, vecchio uomo."

"Stai giocando con un piano pericoloso, ragazzo..." disse All Might inginocchiandosi. "Queste persone non hanno fatto nulla di sbagliato."

'Lo so...' pensò.

Le guardie attaccarono il castello. "Catturate chiunque vedete, non lasciate che ci siano posti non visti o avrò la vostra testa."

Shouto e due guardie si avvicinarono ad All Might prostrato. "Dovremmo portarlo con gli altri, Principe?" Chiese uno di loro.

"No, voglio che sia separato dagli altri, voglio che stia nella cella sotterranea più in profondità del castello, capito?" ordinò Shouto.

"Capito." risposero le guardie all'unisono.

Improvvisamente, Shouto ebbe un flashback di lui e (T/n). Stavano allegramente battibeccando sul fatto di  essere sempre d'accordo e di cosa piaceva a loro e cosa no. Aveva sempre amato quando (T/n) diventava rossissima in viso, anche solo indovinando i suoi gusti. Amava vedere le sue guance arrossate.

Shouto rimase imperturbato mentre le sue guardie trascinavano All Might, che non osò spicciare una parola. Shouto scosse la testa per liberarsi da tutti i suoi pensieri e dal suo stato di depressione avviandosi verso la sala del Re salendo le scale.

Portò via un po' di tempo, ma la trovò comunque. Si sedette sulla scrivania, prese un foglio ed una penna di piuma. Cominciò a scrivere una lettera al Re Endeavor sui suoi progressi e come stavano andando le cose, come gli era stato ordinato.

Mentre scriveva, non riusciva a pensare ad altro che alle cose vergognose che aveva fatto. Non avrà impugnato la spada, ma era stato colui  che aveva ordinato di farlo agli altri, infatti i morti avevano perso la loro vita a causa sua.

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Una guardia entrò nella stanza e spiegò che avevano appena portato via i cittadini e chi viveva nella capitale con successo, mille su diecimila totali furono uccisi. I rimanenti erano stati ricattati dalla nobiltà, il silenzio e la pace fu perduta anche da loro.

Questo assalto aveva portato via quattro giorni e da lì, tutte le notizie erano rivolte su quel fatto appena accaduto, ed i regni più piccoli, spaventati da quello che sarebbe potuto accadere resero vigliaccamente i loro terreni non appena chiesti.

Shouto, in questo poco tempo, aveva rovinato queste nazioni così pacifiche e le persone. Sapeva che le due mosse avrebbero causato una guerra, ma il piano non era suo, era solamente un mandato da parte del padre.

Però nessuno lo sapeva, neppure i suoi uomini, e lui era costretto a mantenere il segreto è stare zitto, o (T/n) sarebbe stata in pericolo e sarebbe stata uccisa.

Shouto aveva ucciso migliaia di cittadini...non poteva aggiungere (T/n) alla lista.

'Questo è solo per lei. Questo è solo per lei. Questo è solo per lei.' si ripetette tra i pensieri Shouto, cercando di rimanere sano mentalmente.

Amava (T/n) con ogni cellula del suo essere, ma sapeva bene che quello che stava facendo non sarebbe passato inosservato, neanche da lei.

Aveva combinato un casino seguendo il piano di suo padre.

Non meritava l'amore di (T/n).

Non meritava proprio (T/n).

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