Capitolo trentuno

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"Ugh! Non ci posso credere!" urlò Bakugou, calpestando i piedi dalla rabbia per tutte le scale. "Perché (T/n) mi ha messo in coppia con te ?!"

Izuku sospirò. "Non saprei, ma pensi veramente che sia il momento per lamentarsi di una cosa del genere?"

Bakugou procedette quindi col guardare male il ragazzo dai capelli verdi. "Sta zitto. Solo perché hai una preparazione da cavaliere non significa che sia più bravo di me."

"Neanche l'ho mai detto..."

"Ugh! Stai zitto e basta." sbraitò.

Izuku stette in silenzio, come ordinato, mentre seguiva Bakugou in giro per l'ultimo piano. Il castello era completamente diverso da come Izuku lo aveva visto la prima volta. Lui era nato nella capitale ma poi si trasferì nel Regno dei (T/c) con Inko. Tornò spesso nella città natale per vedere suo padre, una guardia del Re All Might. Era quasi sempre via per lavoro, quindi non lo vedeva già da un po'.

Dopo aver osservato in giro si resero conto che non c'era nessuna guardia da battere. Sembrava se ne fossero tutti andati ai piani inferiori. In ogni caso era bene non abbassare la guardia, potrebbero apparire e attaccarli in ogni momento.

Bakugou si spaparanzò contro un muro vicino alla finestra, braccia incrociate e strette vicino al petto. Izuku fece lo stesso, posando la spada davanti a sé e sedendosi a gambe incrociate.

"Uhm allora ...Kacchan—"

"Ti ho detto di non chiamarmi così, Deku."

"Scusami..." si scusò con il biondo prima di continuare. "Quindi... Bakugou, dove hai imparato a combattere? Se non ricordo male tu lavoravi come maggiordomo."

L'altro sospirò. "Mia madre," disse, un sorriso spuntava dalla faccia tanto dura. "Era una guardia di quel bastardo di un re e la regina."

Izuku ricordò immediatamente di quando lo menzionò una volta. Di quando aveva trovato il ciondolo di sua madre sopra una pila di ossa, sue ossa.

Deglutì dall'ansia, non sapeva se era il caso di continuare con la prossima domanda, ma la sua curiosità era troppo grande. "Lei com'era?"

"Fantastica," rispose immediatamente. " Coraggiosa, intelligente, furba e forte. Poteva fare qualsiasi cosa volesse, affrontandola con una compostezza che spaventava e allo stesso tempo inspirava gli tutti. Era una comandante, un ruolo che le si addiceva benissimo. Aveva anche una voce che arrivava a tutti, e la portava a dichiarare qualsiasi cosa con sicurezza e decisione." Guardò al suo lato opposto ad Izuku, per evitare il suo sguardo curioso. "Ma per quanto possa sembrare bello, se non fosse stata comandante, se non avesse proprio fatto parte delle guardie, sarebbe ancora qui. Ed io non dovrei svegliarmi la mattina cercando di ricordare il suono della sua voce, perché sarebbe con me."

L'aria si fece pesante e silenziosa. Non si poteva sentire nemmeno il suono degli spari. Izuku era senza parole, ma allo stesso tempo pieno di tristezza. Era stranito da come Bakugou parlasse così bene di lei, ma quale sarebbe il punto se lei non era nemmeno nelle vicinanze per poterlo sentire?

Izuku non riusciva nemmeno ad immaginare ad una vita senza sua madre, era tutto per lui. Lo aveva cresciuto e amato incondizionatamente giorno dopo giorno, senza mai smettere.

E allo stesso modo, anche se non poteva più mostrarlo, anche la madre di Bakugou amava il figlio allo stesso modo.

"Bakugou, dovresti essere orgoglioso di lei, non deluso che non sia mai tornata a casa. Lei non ha solo combattuto per il re , ha combattuto per tutti, specialmente per te. Ha lottato per tenerti al sicuro e perché tu potessi vedere il domani. La sua vita non importava quanto la tua per lei. Questo è quello che penso." conclude il ragazzo più basso. "Magari non riesci a sentirla, ma non significa che lei non ti stia chiamando in questo momento. Lo sento."

Non venne più scambiata nessuna parola dopo la sua risposta, non che fosse necessaria. Bakugou aveva capito, in realtà sapeva già il motivo per cui sua madre aveva lottato tanto, ma non poteva che rimanere arrabbiato.

Ma per qualche motivo, sentirlo da Izuku gli fece realizzare che non era soltanto arrabbiato con lei, provava sentimenti migliori dell'odio per una volta.

Era l'orgoglio. Orgoglio per sua madre e per tutte le sue azioni, che siano state per lui o meno.

E gli piaceva sentirsi così.

_______

Il giorno dopo fu l'inferno.

I nemici tornarono finalmente ai piani alti, accolti dai due intrusi.

Li attaccarono immediatamente, che non era per nulla piacevole. Ed erano molto più numerosi di quanto si aspettassero, ancora meno piacevole.

Mentre combattevano sembrava quasi che il numero di soldati non diminuisse, al contrario, sembrava stessero aumentando sempre di più, mettendo sempre più a rischio la possibilità di riuscire a stenderli tutti.

"Cazzo, dovremmo provare a svignarcela," confermò Bakugou vedendo sempre più rinforzi arrivare.

"Già... è la cosa migliore..." concordò il partner.

Le guardie però cominciarono a ridacchiare. "Non andrete da nessuna parte, vi uccideremo qui ed ora!" Si prepararono e tutti insieme attaccarono.

Velocemente, senza pensarci, il biondo afferrò il braccio del compagno, cominciando a correre fino ad arrivare alla finestra, da cui si buttarono, rompendo il vetro e facendoli cadere.

Durante la caduta, Bakugou strinse l'altro a sé girandosi a supino così da attutirci la caduta.

E prima che l'altro potesse processare quanto successo, sentì il suono delle ossa rompersi nelle sue orecchie.

Ma non erano le sue.

"No!" esclamò, scendendo dal corpo dell'altro e inginocchiandosi a lato.

Non era messo per niente bene. La sua nuca era ricoperta di sangue, per la maggior parte suo. Aveva dei tagli sulle labbra e sulle braccia dovute alla rottura del vetro.

Tossì sangue imprecando dal dolore.

"S-Stai fermo! Corro a prendere qualcosa per aiutarti!" Stava per alzarsi quando una mano lo fermò.

"Non ho bisogno del tuo aiuto, Deku. Lascia perdere."

Izuku lo fissò mentre le lacrime gli riempivano gli occhi. Voleva rispondergli, non dargli ascolto e cercare qualcosa che avrebbe potuto aiutarlo, ma lo sguardo che Bakugou gli diede lo fece cambiare idea.

Incurvò le spalle, mentre il suo corpo era sorretto dalle sue ginocchia. Guardava il ragazzo che accanto a lui stava sanguinando. "Perché?" gli chiese. "Perché mi hai salvato?"

L'altro rise lievemente, trattenendo la tosse sanguinosa. "Perché non lascerò che un Deku come te mi salvi o muoia prima di me."

"Non è il tempo per competizioni, Kacchan..." Gli rispose prontamente Izuku, nonostante non riuscì a nascondere un piccolo sorriso per il tempismo del biondo.

"Ti ho detto... di non...chiamarmi... così..." riuscì a dire Bakugou, mentre la sua voce moriva insieme a lui.

Finché non disse più nulla. Finché lui non era più in grado.

"Kacchan...?" esclamò Izuku."Kacchan, io giuro—!" voleva arrabbiarsi, voleva provare a salvarlo, ma non riusciva a le arrabbiarsi in questa situazione.

Quindi con un respiro profondo e gli occhi pieni di lacrime Izuku disse ciò che secondo lui Bakugou avrebbe voluto sentire in questo momento.

"Saluta tua madre da parte mia, okay?"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 04, 2023 ⏰

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