Capitolo ventisei

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*(T/n)'s POV*

La carrozza era riempita di emozioni negative, lo si sentiva dall'aria che c'era al suo interno. Per quelli con cui abbiamo perso e per quelli per cui speriamo di non avere lo stesso futuro. La sensazione di essere rinchiusi, sia fisicamente che emotivamente, li aveva segnati. Solamente nella nostra giovinezza splendeva, abbiamo visto solo tristezza che poteva trasmettersi per tutti gli altri anni fino alla vecchiaia, già lo avevamo notato in poche settimane.

Ed era il carico che stava diventando più pesante da tenere come la realtà che diventava più vicina mano a mano che ci si dirigeva verso la capitale.

"Bakugou...?" lo chiamai piano da dentro la carrozza. Ochaco, Mineta, e Kirishima stavano dormendo, che era un sollievo da una parte. Avrebbero avuto qualche ora di riposo e pace che meritavano.

"Cosa?" chiese, a voce un po' alta per parlare sopra il rumore del trotto del cavallo.

"Quanto pensi ci voglia per arrivare, è passata una vita." Uno sbadiglio uscì dalle mie labbra prima che potessi fermarlo. Sapevo che dovevo riposare , ma volevo rimanere sveglia per il essere aggiornata su tutto.

Sentii Izuku ridacchiare da accanto il biondino. "Ci vorrà un po' di tempo, (T/n). Sono passate solo un po' di ore da quando siamo partiti," spiegò. "Dovresti usare questo tempo per riposare anche tu. Ne avrai bisogno per la battaglia, ma comunque prego di non averne bisogno,"

Un altro respiro disegnato mi lasciò. "Non mi convinci in ogni caso, Izuku. Ho bisogno di rimanere sveglio."

"Ci vediamo domani mattina, (T/n),"

"Fottiti...tu e le tue....ragioni," Lentamente i miei occhi si chiusero.

*POV Terza Persona*

"Oi, Deku. Voglio sottolineare che la principessa ha fatto a me la domanda, non a te." sentenziò Bakugou.

Izuku si agitò. "O-oh, uhm, scusami tanto, Kacchan..."

"Ma che cazzo?! Chi ti ha mai detto che potevi chiamarmi con quel nomignolo di merda?!"

"Oh, uhm, avevo solo pensato che era un nome che ti si addiceva. S-scusa, non ti chiamerò più così." Izuku si scusò e silenziosamente cominciò a giocare con le sue dita.

Bakugou diede uno sguardo verso Izuku. Sembrava agitato e spaventato dal ragazzo irascibile. Diede un po' una fitta al cuore di Bakugou, ma poi di nuovo, aveva già dato quella sua immagine di sé al ragazzo dai capelli verdi e tutti gli altri, quindi non dovrebbe scioccarlo. Ma sognava che qualcuno potesse vedere oltre quel suo aspetto , che lo oltrepassasse dal piedistallo che si era creato e cambiasse tutto.

"Quindi, uhm, sai dove ci stiamo dirigendo, vero?" Chiese ancora il ragazzo vicino a lui, la sua voce sembrava un lieve sussurro, ma Bakugou riuscì a capirlo.

"Certo che lo so!" rispose subito. Avrebbe voluto urlare, ma il sonno degli altri era più importante del suo tono di voce.

"È proprio bellissimo qui, eh ?" esclamò Izuku.

Il biondo fu preso un po' alla sprovvista dall'improvviso cambio d'argomento. Ma lo fece un po' pensare. Non si era mai fermato a pensare a quanto lo circondasse.

Izuku aveva il viso incatenato di lato, verso il bellissimo tramonto che era esteso quel giorno sul cielo. Arancioni, rosa e gialli mischiati fra loro creavano un vero e proprio capolavoro. Il castello e le montagne erano coperte e nascoste, non si vedevano più dalla distanza, ma risplendevano comunque nei colori del cielo. L'aria era freschina, ma si stava bene. Le foglie cadevano gentilmente dai loro rispettivi alberi fino al terreno, segnando il cambio di stagione. Tutto in quel momento sembrava perfetto. Nulla sarebbe potuto migliorare di quella vista. Era proprio come un regno doveva apparire ai rispettivi abitanti : un posto tranquillo, bello e felice.

"Sì...credo sia bello e tutto" concordò Bakugou, rilassandosi leggermente. Dovrebbe provare a rilassarsi anche lui adesso, perché potrebbe essere la sua unica volta per chissà quanto tempo.

"Credi che tutti ne usciremo vivi?"

Sbuffò ancora, gli occhi di Bakugou rotearono verso Izuku. La sua vista non era più incantata dalla vista. Stavano sulla parte del retro della carrozza adesso.
"Non ne sono certo..." rispose. "Ma dubito che qualcuno di noi muoia. Non con me in giro."
Bakugou si aspettava una risposta. Che fosse una risata, o un'altra domanda da parte del ragazzo accanto a lui, ma non c'era niente. Ed irritò il biondo. "Oi, Deku, sarà meglio che tu mi dia una risposta"

E Bakugou ottenne il suo desiderio.

Ma non era quello che voleva.

Izuku lo guardò dal basso con le lacrime agli occhi. "Non voglio più che altre persone soffrano, Kacchan..."

E non era il solo.

Perché nel castello della capitale, un giovane ragazzo sedeva sul trono. Solo nella stanza, con le mani che gli stringevano forte i capelli, pregando che tutte quelle morti finissero.

Shouto bestemmiò dall'esasperazione, "il mio vecchio, si pentirà subito non appena arriverà. Si pentirà del giorno che mi ha portato qui. Si pentirà del giorno che mi ha portato lontano dal mio amore..."

'(T/n), se puoi sentirmi, per favore sappi che non intendevo fare nulla di tutto questo...Non volevo che delle innocenti vite morissero per mia mano! So di non meritare più il tuo amore, ma spero mi perdonerai per i miei errori... Ti amo, mia carissima (T/n).'

I pensieri di Shouto dissero più di quanto non avrebbe fatto con la sua voce.

Detto con la propria voce sarebbe stato portare alla realtà quello che è successo o potrebbe accadere.

Lui aveva davvero detto sul serio quelle cose, e lo avrebbe fatto anche ad alta voce. Ma sarebbe stato anche ammettere di aver perso (T/n). E non poteva farcela in un mondo in cui lei lo detestava. Ma se sarebbe significato la fine di tutto questo, lo avrebbe fatto molto tristemente. Non era più solo il suo amore a rischio, ma lo erano tutti.

E anche se (T/n) era l'intero mondo di Shouto, doveva prendere il rischio ed affrontare la realtà è vedere che lei non era veramente al centro della faccenda. Il contrario di ciò che avrebbe voluto lui.

Un ticchettio alla porta lo fece tornare alla realtà dalle nuvole. "Err, venite pure..."

La porta si aprì abbastanza per lasciar passare una servitrice che entrò. Quando ricevette l'attenzione di Shouto, tutto il corpo fu rivelato dalla porta.
"uhm, sire, ha un ospite che vi vuole vedere "

"Chi potrà mai essere? Mio pa- Re Endeavour?"

Lei scosse la testa. "Sono spiacente, no, sire. Ma sembra essere un reale. Lo dovrei far entrare? " chiese gentilmente.

"Sì, per favore" rispose.

"Arriverà in pochi momenti, è qui in fondo alla sala"

Ed in pochi momenti fu. Prima che Shouto lo sapesse, un uomo, un re era dinnanzi a lui.

"Salve, Shouto Todoroki. È un piacere per me incontrarvi finalmente di persona..." disse.

"Re Jiro (T/c)," Shouto sentì il cuore fermarsi. Era il padre di (T/n).

"In carne ed ossa, " aveva un ghigno che avrebbe potuto lacerarti dentro. "Come pensi di raccontare ciò che hai fatto ai regni... e a mia figlia..."

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