Cap.30

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Il vento mi scompiglia i capelli mentre il profumo del mare mi libera la testa, mi rilassa, ha la capacità di darmi una calma interiore.
Ma adesso non sembra sia possibile calmarmi.

Metto il cappello per proteggermi dal sole, come vorrei che mi potesse proteggere anche dall'angoscia che sta provando il mio cuore.

Jonathan non mi sta chiamando, sta rispettando la mia volontà di restare da sola, si aspetta che sia io a farlo.

Mi invia solamente messaggi la sera prima di dormire Buonanotte amore mio, spero che sarò nei tuoi sogni.

Quando sono arrivata qualche giorno fa ero più angosciata, più arrabbiata, ora sono più calma, devo pensare a cosa fare "dopo".

Dopo aver parlato con Lora, dopo l'università e dopo Jonathan. Forse.

Non so se riuscirei a vivere tranquillamente senza di lui, senza il suo amore, sarebbe come provare ad avere poca aria nei polmoni.

Ho dei ricordi indelebili nella mia testa, mi ricordo di noi, del nostro amore, dei nostri baci, ricordo tutto.

Raccolgo le mie cose dalla sabbia e torno verso casa, mia zia non mi ha chiesto nulla, sono io che sono riuscita a parlargliene ieri sera.

Ho pianto, mi ha abbracciato e ha detto che ce la farò, che sono come lei e riuscirò a superarlo, anche se si augura che possa chiarire con Jonathan.

Non le ho chiesto a cosa si riferisse, perché sono come lei, non vorrei farle rivivere dei brutti ricordi ora che li ha sepolti.

La vedo uscire in veranda e mi fa un cenno di saluto, ha il telefono in mano, segno che ha appena finito di parlare con mamma, nella loro telefonata giornaliera per chiedere della mia salute fisica ma anche mentale.

Potrei vivere in questo posto per sempre, sono isolata da tutti, ma devo ritornare a far parte della vita.

Ho inviato una prima stesura della tesi al professore, spero che possa andare bene.

Ho tratto delle ottime conclusioni sul caso di Las Vegas.

Ho voglia di pensare al mio futuro di avvocato, a quello che ho sempre sognato.

"Samantha ho pensato di pranzare in veranda, per te và bene?" Mi chiede con entusiasmo

Annuisco.

"Certo, posso aiutarti?" Mi spiace per questo mio isolamento, non sono molto di compagnia, lei è già molto solitaria e la mia presenza si nota poco.

"Non ti preoccupare, ho fatto una pasta all'insalata e tagliato già la frutta"

"Ti aiuto ad apparecchiare allora"

Vado a prendere la tovaglia e il resto delle stoviglie.

"Come stai oggi?" me lo chiede sempre con discrezione

"Bene, ma mi manca, non immaginavo che potesse mancarmi così tanto"

Mi prende le mani e mi carezza il viso,"mi auguro che tra voi possa risolversi"

"Ci sono troppe cose non dette, troppi segreti che saltano fuori all'improvviso"

"Ho la sensazione di non conoscerlo mai a fondo"

Non ci credevoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora