Qualche settimana prima......
"Samantha sei pronta?
"Si eccomi" uscì dalla camera velocemente.
Eravamo a casa mia, in ritardo per la festa, perché non sapevo cosa indossare.
"Sei bellissima amore"
Paul era a rimasto a bocca aperta, l'abito che avevo scelto dopo secoli, lo avevo acquistato da poco.
Era corto, rispetto a quello che era il mio abbigliamento abituale, ma mi piaceva, morbido, accollatissimo sul davanti ma completamente aperto sulle spalle.Si avvicinò con uno sguardo che conoscevo benissimo e cominciò a salire con le dita sulla coscia
"Facciamo tardi " gli sussurrai
"È già tardi, qualche minuto in più non fa nulla " e mi baciò sul collo, mi faceva impazzire e lo sapeva benissimo."Non ci provare, dobbiamo andare hai appuntamento col nuovo cliente e non è educato farsi aspettare".
"Hai sempre ragione, ma dopo dirai addio a questo vestito perché te lo strapperò di dosso"
"Ok, ma poi me lo ricompri uguale" gli dissi accarezzandogli la giacca"Non ci penso proprio, è troppo scollato "
"No mio caro, non strappi nulla, in questo caso penso di tornare a casa mia a dormire" scherzai mettendo le braccia conserte
"Vedremo" rispose strizzando gli occhi. Era bellissimo con lo smoking, la camicia bianca risaltava sulla sua pelle, lo avrei spogliato anch'io ma facevamo realmente tardi.Arrivammo alla villa nella zona di Santa Monica, era stata affittata dallo studio del padre di Paul per l'evento.
Era bellissima e dominava tutta Los Angeles, una vista mozzafiato stava davanti ai nostri occhi.
La cena stava quasi per iniziare, suo padre ci accolse con un sopracciglio alzato in segno di disapprovazione, ma un sorriso di Paul glielo fece svanire. Adorava suo figlio, lavoravano a stretto contatto allo studio e Paul era una punta di diamante nel suo lavoro.
Grazie a lui e alla sua genialità negli affari, lo studio legale adesso si occupava anche di immobili e questa cena infatti voleva sancire l'entrata in questo mercato.Erano presenti tutti quelli dello studio tirati a lucido, la cena era importante e in tanti sgomitavano per mettersi in mostra. Anche le nuove tirocinanti si aggiravano intorno a Paul, per avere un ruolo nella nuova acquisizione, ma mi fidavo di lui e del nostro amore.
Era molto professionale e per nulla interessato a questo genere di scambi.A tal proposito, seduto tra un gruppetto di ragazze spiccava lui, Jonathan, sempre circondato da donne che amava coccolare e farsi coccolare, sembrava che possedesse un harem a suo piacimento ovunque andasse.
Era scapolo, appena trentenne, ottimo avvocato nelle acquisizioni internazionali, socio dello studio.
E molto, molto affascinante e la cosa più intrigante e per me fastidiosa, è che sapeva d'essere tale.Con Paul erano molto amici, quasi fratelli, i genitori si conoscevano dai tempi del college.
Quando aveva 8 anni purtroppo morirono in un incidente aereo e lui restò solo con la nonna materna, ma crebbe con Paul e la sua famiglia, per questo il loro era un legame speciale.E adesso lavoravano anche insieme, Jonathan viveva quasi sempre al limite,
uno stile di vita che non approvavo donne, motori, sport estremi.
Era molto fatalista a causa di quello che gli era successo da piccolo, pensava che ognuno di noi avesse un destino già segnato e che fosse inutile cercare di voler cambiare le cose.Con lui non avevo un reale rapporto d'amicizia, sembravamo più conoscenti superficiali, parlavamo del lavoro, di Paul, ma non lo potevo definire amico.
E questo era strano, non lo avevo mai ben compreso, non restavamo quasi mai soli insieme, c'era sempre qualcuno con noi.
Quasi ci evitavamo consapevolmente.Adesso stava venendo verso di noi, con i primi due bottoni della camicia aperti e il papillon disfatto, ma completamente sicuro di sé, con il sorriso di chi sa di piacere.
"Ciao famiglia" ci salutò, non mi aveva mai nemmeno chiamata per nome a pensarci bene.
"Sei già nel vivo della festa Jonathan a quanto vedo, mio padre ti avrà già richiamato all'ordine presumo" e gli fece l'occhiolino complice.
"Naturalmente " rispose con quella voce profonda che lo contraddistingueva.Mi accorsi che mi stava fissando, avvertivo una strana sensazione, un brivido alla schiena, forse ho freddo pensai, l'abito era scollato praticamente fino al sedere.
Mi ritrovai a guardarlo negli occhi, era molto raro che lo facessi, ricordavo che fossero blu ma notai delle pagliuzze grigie.
Si stava rifacendo il papillon con maestria, senza nemmeno guardarsi allo specchio e continuava ad osservarmi mentre ascoltava Paul che lo stava mettendo al corrente delle ultime notizie sul nuovo cliente che dovevano incontrare.
Quando ebbe finito, espose la sua idea.
Paul mi strinse a sé, mi tenne la mano nella scollatura sulla schiena accarezzandomi, come a sussurrarmi promesse che avrebbe mantenuto più tardi.
Sapeva come e dove toccarmi, adesso lo stava facendo alla perfezione, ma davanti a Jonathan mi sentivo a disagio.
"Amore meglio di no" gli sussurrai all'orecchio.Mi resi conto che stavo ancora guardando Jonathan e i suoi occhi, i quali erano diventati quasi più blu, anche lui mi stava fissando già da un po' e la cosa non mi piaceva affatto, come non mi piaceva lui.
Non mi piaceva come trattava le ragazze che frequentava, anche se con Paul scherzavamo sul tempo che ci avrebbe impiegato per sedurla, io non lo trovavo giusto.
Poteva essere anche colto, bello ed educato ma era semplicemente uno stronzo e non volevo frequentarlo.
Avevo sempre rifiutato le uscite con Paul, lui e la sua preda del momento, non mi andava di stare seduta a guardare negli occhi una ragazza, parlare del tempo e già sapere che fine avrebbe fatto. Una serata al massimo due e poi nient'altro, erano tutte così le sue storie.
Non tutte le ragazze erano così innocenti, molte sapevano a cosa andavano incontro ma a me non interessava partecipare.Un tintinnio di campanelline annunciò che la cena era quasi pronta, ci avviammo verso la sala elegantemente preparata con tovaglie candide e candelabri su ogni tavolo.
Era un atmosfera fiabesca, le luci erano molto soffuse e calde per via delle candele accese.I posti erano naturalmente assegnati, io sedevo sempre di fianco a Paul e un socio dello studio all'altro lato.
Ci sedemmo al nostro posto e mi sentì chiamare, mi voltai già sapendo chi fosse e sorrisi.
Era Azuelia, la sorella di Paul, mia coetanea, eravamo molto legate, lei era la sorella che non avevo avuto, compagna di baldorie e scherzi alle spalle di Paul.
"Samantha hai messo l'abito che abbiamo comprato insieme, ma sei bellissima " e ci abbracciammo, naturalmente facendo attenzione a non rovinare il trucco e i capelli.
"Dovevo immaginare che non era tutta un idea sua l'abito, ma che c'eri di mezzo tu" disse Paul sorridendo alla sorella.
"Si caro fratellino, hai una ragazza bellissima che non so come ti abbia fatto a scegliere col tuo carattere geloso, ma devi fare in modo che anche altri la vedano"
"Non direi però che debbano vederla mezzanuda però "
"Ah ah" rispose lei, per nulla intimidita dal fratello, era sempre stata un peperino da piccola e anche ora aveva un bel caratterino."Paul prima mi hai detto che l'abito ti piaceva" e mi avvicinai a lui, gli diedi un bacio a fior di labbra e gli sussurrai
"Dopo ne puoi fare quello che vuoi"
"Dell'abito o di te?" Mi rispose in modo seducente
"Di entrambi" lo abbracciai facendo aderire tutto il mio corpo contro il suo.
"Sarà una lunga cena" sbuffò e sorridemmo entrambi.
Da sopra la sua spalla, lo vidi che ci stava osservando, e lo vide anche Azuleia che gli fece cenno di unirsi a noi.
Jonathan la considerava come una sorella più piccola, ma una volta parlando con lei ebbi la sensazione che provasse di più di amore fraterno.
Mi sedetti al mio posto e Paul si accomodò accanto a me, mi versò del vino e una voce che non mi aspettavo di sentire si sedette al mio fianco.
"Credo sia la prima volta che siamo seduti vicini ad una cena " lo disse a voce bassa, Paul non lo poteva sentire perché era quasi un sussurro alle mie orecchie.
Non avevo intenzione di rispondergli, mi faceva sentire strana stare così vicina a lui, non capivo il perché di quella scelta dei posti, ma poi guardando davanti a me, notai il cliente importante accompagnato dalla bellissima moglie.
Adesso era chiaro, avevano tenuto Jonathan lontano per evitare che mandasse l'accordo all'aria, visto l'avvenenza della moglie che lo aveva già adocchiato.
"Sei stato messo in castigo stasera" gli dissi senza guardarlo bevendo il mio vino.
"Non lo chiamerei castigo stare vicino a te, devo dire che quello che sto guardando è molto interessante " e sentì il suo sguardo su tutta la schiena scoperta. Mi girai fulminandolo con gli occhi, era la prima volta che mi parlava in questo modo, non aveva mai fatto allusioni, non gli avevo mai concesso tempo e modi, ma è pur sempre un donnaiolo era solo questione di tempo che ci provasse con me.
Ma aveva sbagliato preda, non mi conosceva bene e non sarebbe andato oltre con le sue ridicole provocazioni.

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Non ci credevo
Romance❣️In revisione ❣️ Samantha non avrebbe mai immaginato di tradire Paul. La passione che l'ha portata tra le sue braccia è inspiegabile, incontenibile. Non avrebbe mai dovuto cedere a quegli occhi blu, ma quello che succederà dopo sarà incredibile. �...