Non ci credevo

Cap. 32

Il destino aveva messo nella mia vita Jonathan e me l'aveva stravolta, mi aveva catapultata in un altra dimensione.

Mi ero opposta, non volevo crederci, aveva fatto cadere tutte le mie certezze sull'amore.

Ho sempre pensato di essere innamorata di Paul, ma poi ho scoperto che l'amore è un altra cosa.
L'amore, quello vero, ti parla al cuore, all'anima e niente ha più il sapore che aveva prima.
N

ella nostra storia, ogni cosa era successa a causa del destino.

I genitori di Jonathan in quell'incidente sono morti, perché il destino ha voluto così.

La sera che sono andata in terrazza, perché volevo parlare, chiarire con lui, quello che stava succedendo, era voluto dal destino.

Come per il signor Vanvitelli, che ha incontrato l'amore della sua vita per via del destino ma che lo stesso destino gliel'ha tolto.

Il destino ha fatto sì che Carrie restasse incinta di Jonathan.

E ha tolto a me la felicità.
Non posso andare contro quello che è già stato scritto.

La vita ti traccia un percorso che devi seguirlo, anche se le tue intenzioni sono altre.

Bisogna accettare, accogliere il cambiamento, è una prova di coraggio, di forza, d'intelligenza.

C'avevo pensato e ripensato ma alla fine era sempre così che vedevo la nostra situazione, tutto pilotato dal destino.

Avevo affermato di amarlo, di non poter vivere senza di lui, ci siamo amati in un modo che non credevo fosse possibile, andava tutto al di là di quello che avevo immaginato possa esserci in una coppia.
Qualcosa di totale, unico e appagante.
Ma adesso dovevo accettare quello che mi era successo e andare avanti.

Quando il professore mi aveva chiamato e mi aveva detto che la tesi era molto interessante e che catturava un aspetto importante all'interno di una trattativa, avevo iniziato a pensare, a sperare che le cose potessero ritornare al loro posto.

Era molto entusiasta del lavoro che avevo svolto, al punto che mi aveva dato la conferma a potermi laureare alle prime date disponibili.

Ero soddisfatta, rappresentava un sogno che si avverava, potevo fare il lavoro che avevo sempre sognato di fare.

Gli confidai che ero per qualche settimana a San Diego, e anche in questo caso il destino disegnò il mio futuro.

Un suo caro amico di studi, professore ordinario all'università di San Diego.
La facoltà di Giurisprudenza era considerata tra le più prestigiose negli Stati Uniti e lui stesso sarebbe stato ospite per delle conferenze tra alcune settimane.

Quando mi offrí la possibilità di laurearmi a San Diego e poi di partecipare come assistente a queste lezioni, non riuscì a non pensare al destino che si era nuovamente intromesso nella mia vita.

Era un occasione importante da non poter rifiutare, sarei stata presentata a numerosi soci di molti studi ospiti a queste conferenze e avrei potuto presentare la mia candidatura presso uno di loro.

Non potevo di certo pensare di ritornare a lavorare con Paul allo studio.

Dovevo costruirmi la mia strada, ancora una volta me l'aveva indicata il destino.