La cena stava procedendo in modo piacevole , mangiavo, bevevo, parlavo con Paul, ma evitavo volutamente di guardare alla mia sinistra.
Sentivo il suo sguardo su di me, mi sembrava di avere un radar che lo captava, tutto questo mi faceva sentire a disagio.
Avrei voluto dirgli di smettere di osservarmi, perchè non volevo che mi guardasse, lui viveva nel suo mondo perverso, dannato che si era costruito intorno a sé, dove tutte le donne che puntava dovevano essere sue.
Ma con me aveva sbagliato, sentivo come un ticchettio nella mia testa, stavo per scoppiare, avrei voluto dargli uno schiaffo sulla sua bella faccia per farglielo capire.
Ma poi mi venne un idea diversa, usare le sue armi.
Mi voltai verso Paul, gli presi il viso con le mani e gli diedi un bacio sensuale e lungo, gli avrei fatto capire che con me era tempo perso.Paul rimase senza fiato, non se l'aspettava "amore, mi fai morire così, ti salterei addosso, ma c'è troppa gente"
"Anche tu" gli dissi ed era davvero così.Accanto a me lo sentivo muoversi sulla sedia.
Forse un gesto era più convincente di una chiacchierata per mettere in chiaro le cose.La cena proseguiva, Paul era magnifico ed un ottimo compagno, mi stavo quasi per rilassare.
Jonathan si alzò "Ci vediamo allo spettacolo, ho una cosa da fare" e andò via. Adesso potevo completamente rilassarmi, la sua vicinanza mi aveva innervosito per tutta la cena.
"Amore tutto bene?"
"Si, è una bella serata "
"Tra poco comincia lo spettacolo, possiamo andare verso la piscina "
"Certo "Il dopocena prevedeva dei spettacoli di funamboli con il fuoco, il padre di Paul voleva celebrare maestosamente la serata.
Lo spettacolo fu eccellente, la forza del fuoco che veniva dominata e controllata dagli artisti era inebriante.
Paul si allontanò per intrattenere il cliente e sua moglie, mentre io rimasi
A a bordo piscina, era una bellissima serata e stava terminando in maniera unica.Erano tutti più rilassati, bevevano drink e si erano formate delle coppie che danzavano in terrazza.
Avrei voluto anch'io ballare con Paul ma era pur sempre una serata di lavoro, mi bastava stare con lui più tardi.
Mi affacciai alla terrazza, era quasi buio ma le luci di Los Angeles erano uno spettacolo unico.
Ero immersa nel panorama, e all'improvviso mi sentì sfiorare la schiena con le dita, era un tocco leggero, scese su tutta l'apertura dell'abito
"Paul" sussurrai, aveva un tocco che mi mandava in estasi.
Lui non rispose nulla, continuo ad accarezzarmi con la mano e lasciava dei piccoli baci al suo passaggio.
Senti il suo respiro nella schiena, inarcai il corpo per farlo aderire alla sua mano e senza voltarmi gli presi l'altra mano e la misi sul mio fianco, lo volevo sentire vicino.
Mi aderiva come una seconda pelle, era eccitato, avvicinò la sua bocca al mio orecchio e mi sussurrò "piccola"
Mi gelai e mi voltai di scatto togliendogli le mani dal mio corpo. Era lui, Jonathan
"Ma che ti è saltato in mente?"
"Mi sembrava che ti piacesse"
"Pensavo fossi Paul, per questo mi sono lasciata andare"
"Hai una schiena stupenda, non ho resistito"
Alzai la mano, ma lui la bloccò, aveva capito che volevo schiaffeggiarlo.
"Non provare più a toccarmi, sei solo un maniaco, ci sono tante ragazze che puoi avere, lasciami in pace, altrimenti parlerò con Paul"
"Non credo che lo farai"
"Non essere così sicuro"
Mi liberai dalla sua stretta sul polso e me ne andai lasciandolo al buio.
Tante sensazioni mi stavano attraversando, perché si era comportato in quel modo, come si è permesso, ero furiosa.
Ma poi pensai che aveva un tocco sensuale e un fisico scolpito che avevo sentito sul mio.
Le sue labbra profumavano di muschio, era inebriante, sapeva come toccare una donna, questo di sicuro.
Restai ancora un po' fuori per respirare un po' d'aria, mi aveva tirato un brutto scherzo, non si era mai avvicinato e stasera addirittura mettermi le mani addosso, aveva bevuto di sicuro.Dovevo recarmi in bagno, per rinfrescarmi prima di rivedere Paul e cercai un cameriere per chiedere dove si trovasse.
Mi indirizzò verso una serie di porte, in un corridoio lungo, non sapendo quale fosse quella giusta, decisi di provare ad aprirle per trovare il bagno.
Una valeva l'altra e con fare deciso, dopo aver prima bussato, aprì la prima porta che si trovava alla mia destra, era una camera degli ospiti con un grande letto matrimoniale e niente bagno in camera.
La seconda un ripostiglio, alla terza ero già stufa di cercare.
Ad un tratto sentì delle voci provenire da dietro una porta che si trovava più avanti, erano abbastanza alte, sembrava litigassero, erano un'uomo e una donna, ma non riuscivo bene a capire le parole.
La voce maschile si alzò forte"Non m'interessa quello che hai da dire, basta, la devi smettere" e riconobbi quella voce, era Jonathan, sicuramente aveva cercato di sedurre qualche altra ragazza ma che adesso forse non le andava più a genio, non aveva nessuna moralità.
"Ti prego non dirmi questo" rispose la voce di donna ed era Azuelia, ma cosa stava succedendo tra quei due?
"Basta ho detto" ora era arrabbiato, avevo avvicinato la testa alla porta per sentire meglio ma lui la aprì all'improvviso e mi ritrovai quasi a cadere addosso a lui.
Dopo quello che era successo prima, era tutta la sera che continuavamo a stare l'uno addosso all'altro."Cosa c'è, ti sei messa ad origliare alle porte?" ringhiò nei miei confronti
"Non stavo origliando, ma stavate urlando talmente tanto che si sentiva quasi dalla sala, ma cosa sta succedendo?"
Provai a guardare oltre le sue spalle per vedere dentro e lui mi bloccò
"Non sono fatti tuoi, mia cara"
"Come puoi dire questo? Azuleia è la sorella di Paul, cosa le stavi facendo?"
"Niente di quello che pensi, stavamo semplicemente discutendo, abbiamo una piccola divergenza d'opinioni su alcuni argomenti "
Nel frattempo lei ci avevi raggiunti con gli occhi gonfi di pianto "Non ti preoccupare Samantha è tutto a posto".
"Sicura?" Non mi sembrava a giudicare dal suo viso.
"Si, adesso è meglio che andiamo Jonathan "
Lui le prese il braccio e dopo avermi dato un ultimo sguardo sfrontato si allontanarono.
La mia mente cominciava già a volare coi pensieri, dovevo sapere cosa stava succedendo tra loro, non potevo parlarne a Paul non sapevo come avrebbe reagito, se Jonathan ci provava con sua sorella per poi abbandonarla e farla soffrire non gliela avrebbe fatta passare liscia.
Dovevo parlare con lei, da sola senza Paul nei paraggi. Ricordai quella volta che lei mi parlò di Jonathan con troppa passione, non volevo credere che ne fosse innamorata, conosceva il suo carattere, non lo poteva cambiare.
Non credeva possibile che riuscisse a provare amore nei confronti di una donna.Al termine della festa, andai a casa di Paul, ma la mia mente era altrove, avevo passato la serata come un falco a sorvegliare quei due, ma Azuleia andò via prima di tutti e Jonathan aveva il solito sguardo fastidioso e antipatico su di me, poi lo vidi andare via con una tirocinante del gruppo, il solito idiota.
Paul mantenne le promesse e anche oltre, non mi strappó l'abito ma me lo fece scivolare sul corpo in maniera così sensuale.
Ci ritrovammo sul letto nudi e facemmo l'amore, lo amavo, mi piaceva, lo trovavo sexy, affascinante ed era mio.
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Non ci credevo
Romansa❣️In revisione ❣️ Samantha non avrebbe mai immaginato di tradire Paul. La passione che l'ha portata tra le sue braccia è inspiegabile, incontenibile. Non avrebbe mai dovuto cedere a quegli occhi blu, ma quello che succederà dopo sarà incredibile. �...