Friends

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Noi non siamo, no noi non siamo amici, né lo siamo mai stati.
Proviamo solo a mantenere questi segreti nelle nostre vite
E se lo scoprissero, andrebbe tutto sbagliato?
Non lo saprò mai, nessuno lo vuole

Quindi potrei prendere una strada secondaria
Ma i tuoi occhi mi guideranno dritto verso casa
E se mi conosci come ti conosco io
Tu dovresti amarmi, tu dovresti sapere

Gli amici dormono in un altro letto
E gli amici non mi trattano come fai tu
Bene, io so che c’é un limite a tutto
Ma i miei amici non mi amano come fai tu
No, i miei amici non mi amano come fai tu

Non siamo amici, potremmo essere qualsiasi cosa
Se provassimo a mantenere quei segreti al sicuro
Nessuno lo scoprirebbe se tutto andasse male
Non sapranno mai cos’abbiamo passato

Quindi potrei prendere una strada secondaria
Ma i tuoi occhi mi guideranno dritto verso casa
E se mi conosci come ti conosco io
Tu dovresti amarmi, tu dovresti sapere

Gli amici dormono in un altro letto
E gli amici non mi trattano come fai tu
Bene, io so che c’é un limite a tutto
Ma i miei amici non mi amano come fai tu
No, i miei amici non mi amano come fai tu

Ma poi ancora, se non siamo amici,
Anche qualcun altro potrebbe amarti
E poi ancora, se non siamo amici,
Non ci sarebbe niente che potrei fare, ped ecco perché

Gli amici dovrebbero dormire in altri letti
E gli amici dovrebbero baciarmi come fai tu
E so che c’é un limite a tutto
Ma i miei amici non mi amano come fai tu
No, i miei amici non mi amano come fai tu
Oh, i miei amici non mi ameranno mai come fai tu.
Ed Sheeran- Friends
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L'ultima volta che avevo fatto una cosa del genere, era il giorno del mio diciottesimo compleanno.
Mi era mancata la sensazione di leggerezza, nessun pensiero che offuscava la mente e la realtà appariva evanescente.  In questo momento, amavo Karine con tutta me stessa.
Ridacchiai mentre la guardavo fare un altro tiro.  Adoravo anche le canne. Io lo dicevo che Blacksburg faceva uscire il peggio di me!
Nate mi avrebbe odiato profondamente, se avesse saputo che non lo avevamo invitato alla nostra riunione illegale. Stese nel pavimento del salotto, ci eravamo sballate fin troppo.
《Dove l'hai trovata in questo buco?》 Biascicai. Fece le spirali di fumo mentre espirava.
《Dubito che, in questo posto, qualcuno possa vederla》, rise, 《l'ho portata dal Kansas.》
《Ai tuoi nonni verrebbe un infarto.》
《Almeno avrebbero un motivo plausibile, ieri al nonno stava venendo un aneurisma, solo perché ho detto "merda".》
Sorrisi. 《Esagerata!》
《Lo giuro! E la nonna mi ha messo in punizione.》
Scoppiai a ridere, soffocai, sentii i polmoni bruciare e, con la brace della canna, per poco non mi scottai.
《Cazzo!》 Karine rotolò a pancia in giù con le lacrime agli occhi. A tentoni arrivai alla bottiglia d'acqua, sul parquet, e ne bevvi un sorso.
《Dio!》 Ansimai.
《I miei nonni fanno danni, anche se non sono presenti fisicamente.》
《E menomale che dovevo essere io a portarti sulla cattiva strada》.
Mi diede uno schiaffo sul braccio.
Che male!
《Ehi》, piagnucolai.
《Non gridare》, mi ammonì, 《dobbiamo parlare di cose più importanti》, decise.
《Cioè?》
《Ieri ho visto tuo fratello.》
《Quale dei due?》
Mi fulminò con gli occhi. 《Quello che non conoscevo, cretina! 》 Sospirò, sognante. 《Nathan.》Aveva l'aria di chi avrebbe sbavato da un momento all'altro. Risi.
《Che diamine vi ha dato vostro padre da mangiare》, sbottò. 《Quando ho incontrato Richard per poco non ci sono rimasta secca》, si sventolò con una mano come se avesse caldo, 《se mi desse una possibilità,  saprei riempire il divario dell'età!》
《Karine》, strillai, schifata.
《Sono obiettiva》, si difese. 《Poi è stata la volta di Gabe》, gemette, mordendosi le labbra, 《non dirlo a Sharon, per quanto possa essere calma, ho l'impressione che mi strapperebbe i capelli.》
Feci una smorfia. 《Per favore, basta!》 Mi lamentai, 《Sono la mia famiglia.》
《E io credevo fossero solo loro due a essere belli da morire》, continuò, ignorandomi.
Vi prego uccidetemi.
《Non sospettavo fossi imparentata con un'altra statua greca.》
《Basta》, implorai.
Mi passò la canna e si legò i capelli. 《Per poco non sono stramazzata a terra.》
Oh mamma!
《Ho immaginato di leccarlo.》
《Che schifo!》Strillai, mettendomi seduta. In tutta risposta scrollò le spalle.
《Siamo amiche, dobbiamo essere sincere》, mi prese in giro. Si massaggiò lo stomaco.《Hai qualcosa da mangiare?》Chiese, subito dopo.
Sbuffai. 《Hai bisogno di un ragazzo!》
《Sii più specifica》, rise, maliziosa, 《tuo fratello.》
Grugnii disgustata. 《Sembri una ninfomane》, borbottai, coprendomi il viso con un cuscino.  Per quanto io e i miei fratelli fossimo in sintonia e discutessimo di cose intime, pensare a Nathan e Karine mentre fornicavano... Bleah!
《Taci stronza》, si alterò, 《almeno io non spreco la materia prima come fai tu!》
Alzai il capo, incerta. 《Eh?》
Mi fece la linguaccia. 《Harry. Occhioniverdi.  Il tatuato di Blacksburg. Vuoi che continui?》 Probabilmente la guardai come fosse l'Anticristo perché scoppiò a ridere. Scossi la testa.
《Non sono in vena》, l'avvertii.
《No》, protestò, 《parliamone!》
《Fatti gli affari tuoi》, farfugliai, disperata. Almeno per poco, volevo che uscisse dalla mia testa; sembrava che da quando fossi tornata la mia vita ruotasse attorno ai momenti passati con lui. Non c'era solo questo, non si stava creando solo un'amicizia particolare con Harry; c'ero io che avevo scoperto l'amore che si provava a essere zia, che mi ricredevo sugli abitanti del buco, che mi davo della stupida per aver allontanato la mia famiglia,  il rapporto con Sharon e Karine. Non volevo  che ci fosse solo Harry, mi terrorizzava l'idea, come due anni prima.
《Allora amica mia》, mi ignorò, 《adesso, te e io, facciamo un discorsetto. 》
《Non sono abbastanza lucida》, mi lagnai.
《È il momento migliore》, confermò, con un'espressione furba.
In tutta onestà,  non ero mai stata in sintonia con le ragazze, o almeno non avevo avuto un'amica come Karine. Sempre pronta a impicciarsi o farmi ridere se ero di cattivo umore, era bello.
《Ricapitolando》, esordì, come se complottasse. 《Ti ha accompagnato a Greenville.》 Alzò l'indice per tenere il conto. Alzai gli occhi al cielo.
《Non fare questa vocina, è inquietante.》
《Fatto una scenata di gelosia》,  continuò, sollevando il dito medio.
《Karine》, sospirai. Fumare erba come se non ci fosse un domani e, subito dopo, affrontare argomenti del genere, non era l'ideale. Il mio cervello stava lavorando il doppio, anche per il più stupido dei ragionamenti.
E mi sto deprimendo.
《E marcato il territorio con Dillon.》
《Sì, hai una buona memoria.》
《E’ stato carino》, affermò, sorridente.
Oddio l’ho persa.
Karine a dispetto del suo aspetto da dura, era irrimediabilmente romantica. Avevo scoperto che si nutriva di romanzi rosa e commedie in cui il lieto fine era d’obbligo.
《Niente di speciale》, ribattei.  Non capivo i suoi occhi a cuoricino, Harry non mi aveva portato sulla luna o regalato una stella, solo aiutato a scegliere gli arredi per Martha’s House; la storia di Dillon... Era semplicemente possessivo, c'era poco da spiegare. Non potevo neanche obiettare, era un lato caratteriale che avevamo in comune.
《Non essere cinica! Ha passato tre ore sotto i tuoi comandi senza piagnucolare.》
《Sì è lamentato eccome!》Esclamai divertita.
《Niente di serio se non ti ha mollato lì.》
Scoppiai a ridere. 《Hai una particolare adorazione per lui, eh?》 Scherzai.
Annuì. 《E’ così tenero》, si portò le mani sul petto e simulò il battito cardiaco,《con gli occhioni verdi e le fossette, se fosse un peluche lo spupazzerei notte e giorno》, aggiunse, sognante.
È un caso perso!
《Sembra che tu ti riferisca a un cane》, constatai.
Mi diede una leggera spinta.
《Viv sei troppo stronza! Rifiuti la realtà》, mi rimproverò.
《Non nego un bel niente》, replicai.
《Certo come no》, s' imbronciò. 《E che mi dici della sua gelosia?》
Non risposi, ormai era convinta della sua tesi e non avrebbe ceduto per nulla al mondo.
《Per cui sei abituata ad essere trattata come fa lui con te?》 Continuò, imperterrita.
《Sì! Mio padre-》
《Escluso gli uomini della tua famiglia!》Specificò.
Non comprendevo la sua crociata a favore di Harry.
《Bé, se non ricordo male, appena sono giunta alla Brown, un ragazzo mi ha aiutato a con i miei bagagli》, risposi, trionfante. Okay, era vero, nessuno avrebbe mai fatto ciò in cui Harry si era impegnato; scacciato il timore, costringendomi ad affrontare le mie paure, riempito le mie giornate con i suoi sorrisi e le battute idiote. Ne ero consapevole, ogni dannato giorno non pensavo ad altro, ma non lo avrei mai ammesso ad alta voce, sarebbe diventato reale e mi terrorizzava.
《Ah sì?》 Mi prese in giro. 《E questo ragazzo ti ha portato la colazione tutti i giorni o fatto da tassista e guardata come fossi l’unica in mezzo a una folla?》
《Che stai farneticando?》
Sono cresciuta sotto quello sguardo, Karine, conosco la sensazione che si prova ad esserne l’oggetto; sono impazzita nel chiedermi la ragione quando non mi considerava altro che una bambina, mentre io lo amavo follemente. Non ero più così stupida da illudermi.
《La verità!》 Si alterò. 《Vede solo te.》
《E’ sempre stato così.》
《Davvero?》 Chiese, raggiante. Mi sbattei una mano sulla fronte.
《Non in quel senso, stupida》, la rimproverai, 《è una sua abitudine, Harry ti fissa e ti fa sentire importante, come se solo tutto ciò che ti riguarda sia degno di nota》, chiarii, 《non lo fa soltanto con me.》
《Oh certo! Non dire stupidaggini, si comporterebbe così anche con un’anziana signora?》
《Soprattutto con le vecchiette, sono le sue preferite》, ammiccai. Rise sbuffando.
《Sei esasperante!》
《Una mia qualità.》
《Credi ciò che vuoi ma, secondo me, tra voi c’è tensione sessuale.》
Trattenni il respiro.
Solo attrazione fisica.
《Hai visto troppi film》, dichiarai, divertita e in parte, con l'amaro in bocca.
《Il giorno in cui vi troverò attaccati come conigli sul bancone della cucina, riderò tanto perché avrò avuto ragione e tu…》
Per poco non mi strozzai nuovamente, per un istante le sue parole si erano tramutate in immagini nella mia mente.
Non è salutare!
《Frena i bollenti spiriti!》
《Perché fingi di essere cieca?》 Si comportava come se fossi stata una persona crudele.
Presi un respiro profondo, Karine aveva ufficialmente rovinato il nostro attimo di svago.
Fissai il soffitto, i miei pensieri erano così caotici da farmi pulsare la testa.
《Hai mai amato fino a distruggerti?》Domandai seria. Mi parve che i suoi occhi si velassero,  come se un lontano ricordo venisse a galla. Si morse le labbra e guardò  altrove.
《Forse》, incespicò.  Era strano vedere Karine in questo stato.
《Cos'è successo?》
Sospirò passandosi una mano sul volto.
《Davvero stiamo facendo questa cosa?》Cercò di scherzare. 《Te lo dico fin da ora, il prossimo passò non sarà farci le treccine o comprare uno di quei stupidi bracciali dell'amicizia》, mise in chiaro, per alleggerire la tensione.
Chissà,  forse alla fine dell'estate saremo amiche per la pelle.
Inspirò, facendo una smorfia. 《Un anno fa il mio migliore amico si è trasferito in Canada, con la sua famiglia》, spiegò con la voce tremante. 《È sparito nel nulla, nessuna telefonata o stupido SMS.》
Bella merda.
《Stronzo》, farfugliai.
《Mi sono accorta che mi piaceva quando se n'è andato》, concluse.
《E poi?》
《Ho fatto qualsiasi cazzata per non pensarci》, mormorò. Cavolo, eravamo più simili di quel che credevo.
《Posso immaginare.》
《Okay, ora parlami dello scheletro nel tuo armadio》, pretese. M’irrigidii, poi ricordai che si riferiva a Harry.
《Non era una semplice infatuazione》, rivelai.《Ero innamorata pazza, qualcosa di incontrollabile.》
《Cazzo》, imprecò.
《Eccome!》Esclamai.《È stata tra le cose più difficili della mia vita, accettare che non fossi ciò di cui aveva bisogno.》 Era la prima volta in assoluto che lo ammettevo ad alta voce. 《È una bugia quando ti dicono che l'importante è amare, anche se non sei ricambiato.》 Adesso avevo la nausea e volevo sdraiarmi a letto, sotto le coperte. 《Amarlo mi ha spezzato, mi sono autodistrutta, ho fatto cose di cui non vado fiera.》
《Sono passati due anni, Viv!》
Non posso neanche colpevolizzarlo ma, quando lo guardo, una parte di me lo odia.
Dimenticare, uno dei miei problemi, non ci riuscivo, o forse era l'orgoglio.
Devo pur rimanere a galla.
《E a me è passata.》Avevo smesso di esserne innamorata tempo prima.Karine tacque per interi minuti, quando aprì bocca, pensai che avrebbe detto qualcosa di profondo, invece, scoppiò a ridere. Si mise carponi,  si stropicciò gli occhi e mi fissò attentamente.
《Dovrei essere comprensiva ma, se fossi in te, una bottarella gliela darei》, ammiccò. Sogghignai stupita.
Non mettermi strane idee in testa.
Si alzò in piedi. 《Ora scusami, ma vado a svuotarti il frigorifero.》 E sparì in cucina.
《Porta la cioccolata e le patatine》, strillai.

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