Set fire to the rain

13.3K 517 35
                                    

Ho lasciato che il mio cuore si innamorasse
E mentre si stava innamorando, tu lhai reclamato
Era buio e mi sentivo sfinita
Finché non mi hai baciato sulle labbra e si hai salvato.
Le mie mani erano forti,
ma le mie ginocchia erano decisamente troppo deboli
Per stare tra le tue braccia senza cadere ai tuoi piedi
Ma cè un lato di te che non avevo compreso
Tutte le cose che dicevi non erano mai vere
E i giochi che hai fatto, li hai sempre vinti.

Ma io ho dato fuoco alla pioggia
L'ho osservata cadere mentre ti toccavo il viso
Beh bruciava mentre piangevo
Perché l'ho sentita gridare il tuo nome, il tuo nome!

Quando sono con te potrei stare lì,
Chiudere gli occhi, percepire che sarai qui per sempre
Io e te insieme, non c'è niente di meglio!
Perché cè un lato di te che non avevo compreso
Tutte le cose che dicevi non erano mai vere
E i giochi che hai fatto, li hai sempre vinti.

Ma io ho dato fuoco alla pioggia
L'ho osservata cadere mentre ti toccavo il viso
Beh bruciava mentre piangevo
Perché lho sentita gridare il tuo nome, il tuo nome!

ho dato fuoco alla pioggia
e ho gettato me e te nelle fiamme
Beh sembrava che qualcosa fosse morto
Perché sapevo che era l'ultima volta, l'ultima volta!

A volte mi sveglio vicino alla porta,
quel cuore che hai rapito deve aspettare te
anche adesso che è già finita tra noi
non riesco a far capire a me stessa che non devo cercarti

ho dato fuoco alla pioggia
L'ho osservata cadere mentre ti toccavo il viso
Beh bruciava mentre piangevo
Perché lho sentita gridare il tuo nome, il tuo nome!

ho dato fuoco alla pioggia
e ho gettato me e te nelle fiamme
Beh sembrava che qualcosa fosse morto
Perché sapevo che era l'ultima volta, l'ultima volta!
Set fire to the rain- Adele
-----------------------------------------------
Strizzai gli occhi come a capacitarmi che fosse la realtà, li riaprii e la situazione non cambiò. Era davvero davanti a me. Feci saettare lo sguardo tra lui e lei. Lei a casa di lui.
Ero frastornata, pensavo che ci fossero più probabilità che avvenisse l'Apocalisse anziché assistere a una scena simile. Sasha Sanders era l'incubo di ogni donna.
Mi sentii stupida a sorprendermi tanto, era logico fosse a Blacksburg, anche se non l’avevo ancora incontrata. Solo che non mi andava giù che fosse a casa di Harry.
E perché dopo due anni continuava a influenzarmi in questo modo?
Sasha non era niente di speciale, solo un mucchio di qualità che la rendevano fantastica. I capelli, una volta biondi, ora tinti di un castano tenue, gli occhi nocciola e fisicità era normale. Era il carattere che la rendeva meravigliosa, l’eleganza, la gentilezza e il modo di non scomporsi di fronte a qualsiasi situazione; in tutta onestà, Sasha non si incazzava mai, non sapevo come cavolo ci riuscisse. Era una di quelle donne che infliggeva duri colpi all’autostima senza saperlo. Quando avevo scoperto che Harry la frequentava… mi ero sentita uno schifo. Non ero uscita da casa per un mese e quanto avevo pianto! Come se fossi stata certa che se lo sarebbe preso.
Non me l’ha neanche rubato, Harry non era mio.
Eppure aveva fatto male.
Adesso vederli l'uno accanto all'altro, nel ritratto della perfezione, mi feriva. Schiusi le labbra per riprovare a parlare ma, ancora una volta, non ci riuscii. Tutto questo mi ricordava qual era il mio posto, che non sarei mai stata neanche la seconda scelta. Io non rientravo tra le scelte. Era questa la storia tra me e Harry. Avrebbe sempre preferito donne che sulla carta erano perfette per lui ma che, di fatto, non l'avrebbero reso felice.
《Vivienne》, trillò, entusiasta. Un attimo dopo mi ritrovai stretta tra le sue braccia di lei.
Ammazzatemi, per favore!
Non ricambiai, troppo stupita, mi limitai a qualche pacca sulla spalla. Ero l'unica cui sembrava grottesca tutta questa faccenda? Incrociai lo sguardo con Harry, era palese la mia espressione basita così come gli occhi lucidi.
《Quanto tempo》, continuò Sasha.  Ora, non era che mi desse i nervi, ma avrei vissuto ugualmente bene se non l’avessi rivista. Non ero mai stata arrabbiata con lei, mi aveva fatto rosicare il suo essere così eccezionale; avrei voluto fosse antipatica, acida, una bastarda senza cuore, ma Sasha aveva sorriso sempre nonostante la mia cotta per Harry di dominio pubblico.
Fingendo indifferenza sciolsi la sua presa. 《Già...》
《Sapevo del tuo ritorno, ma non ho avuto tempo》, balbettò, imbarazzata. 《Non preoccuparti anch'io sono stata indaffarata.》
Fu come comunicare senza parole, urlargli contro: "Tienitela, io me ne lavo le mani". E lui dovette comprendere perché sbiancò. Anche Sasha intuì qualcosa, infatti, arrossì, sembrava a disagio e fissò Harry come fosse un'oasi nel deserto. 《Io... vi lascio soli》, incespicò. E forse sarà stato il sesto senso che ogni donna possedeva o il modo in cui aveva chinato il capo o si era torturata le mani, ma la mia coscienza mi suggeriva che per lei non era ancora finita.
Lo ama.
Mi sentii soffocare a quella rivelazione. Era colpa di Harry. Lasciava una scia di cuori infranti e non se ne rendeva conto; di fronte a me c’era una ragazza ancora innamorata e io volevo andarmene. Lo salutò mordendosi le labbra, impacciata e Dio, intenerì anche me col suo atteggiamento.  Mi sorrise calorosamente e si allontanò.
Dire che ero arrabbiata era poco, avrei voluto dar fuoco a entrambi e ballare sopra le loro ceneri. Mi sentivo tradita e volevo uccidere lei, nonostante fosse dolce, anche solo per averlo guardato in quel modo.
《Ci hai scopato?》 Gridai, incurante che lei fosse ancora alle mie spalle poco distante. Ero lì, più distrutta di quanto non lo fossi stata nei due giorni passati, sul punto di piangere e volevo solo una risposta cosicché potessi schiaffeggiare l'ultima parte di me ancora ingenua, scacciarla via e di conseguenza eliminare tutto quello che Harry mi aveva dato inconsapevolmente.
《Cosa? No!》 Sbottò, con gli occhi sgranati e il viso infuriato.
《Non dirmi cazzate!》 Gli mollai uno spintone. 《Quello non è un atteggiamento da divorziati.》
Sospirò, passandosi le mani tra i capelli in un gesto di frustrazione. 《È accaduto mesi fa.》
Risi, derisoria. 《Vuoi farmi credere che avete smesso.》
《Sì, dannazione!》
Altra spinta. 《Bugiardo!》
《Vuoi la verità?》 Urlò. 《Sei tornata all'improvviso e io non volevo nessun'altra che non fossi tu, così ho smesso di vederla.》
Indietreggiai, non avevo neanche sentito cosa aveva detto. 《Sai che c'è? Vai al diavolo, basta. Qualunque cosa ci fosse tra noi è finita in questo  momento. Vai da lei!》
Mi afferrò il braccio. 《Cosa sono io per te?》 Mi provocò, sembrava indemoniato.
《Mi prendi per il culo? Tu incontri la tua ex moglie e poi vieni a farmi queste domande?》
《Due giorni fa sei sparita nel nulla!》
《Ti sei consolato velocemente.》
《Ascoltami! L'ho saputo da tuo padre e mi sono sentito un coglione perché solo poche ore avevamo dormito insieme.》 Mi strattonò. 《Non un fottuto messaggio, niente, ho creduto che te ne fossi andata per sempre e ho dato di matto con tutti.》
《Pensi fossi in vacanza? Ho dovuto risolvere tutta la merda in cui si è trasformata la mia vita. Non dormo da due giorni, puzzo di aereo, sono appena tornata e questo è il primo luogo in cui sono venuta perché mi sei mancato come l'aria. Non respiro, cazzo! Senza di te non respiro, non respiro neanche quando mi guardi o mi tocchi. E ti sento dappertutto, negli occhi, nel cuore, nelle mani e in ogni parte di me.》 Impietrii, la consapevolezza di ciò che dissi mi colpì dritto allo stomaco. Ansimante, osservai la sua presa poi di nuovo lui che aveva gli occhi sbarrati dallo stupore. E fu quell'immagine a farmi sbattere il muso contro la realtà. Quei mesi, dormire insieme, le scenate di gelosia, considerarci proprietà dell'altro, i baci a stampo e gli abbracci spaccacostole che arrivavano dritto al cuore.
Cosa mi prese un attimo dopo fu un mistero, seppi solo che mi ritrovai in punta di piedi e con la bocca sulla sua. Lo stavo facendo di nuovo, dopo due anni gli stavo dando la possibilità di rifiutarmi e schiacciarmi il cuore.
Mi tenni con una mano sul suo petto e timidamente mossi le labbra, infine lo sentii ricambiare. Un bacio impacciato, di sicuro non il primo bacio migliore della storia ma era giusto, da noi. Mi sembrò come se due tessere di un puzzle trovassero il loro posto.
《Oddio》, gemetti, facendo un passo indietro.
No, non di nuovo.
Ero così scioccata, sorpresa da me stessa per non averlo compreso tempo fa. A furia di giocare c'ero ricascata. Come un automa gli diedi le spalle e con una calma che non mi apparteneva, mi allontanai.
Stupida, cretina, autolesionista. Non sono come le persone normali che imparano dai loro errori.
《Vivienne!》
Merda! Avevo baciato Harry.
Di colpo mi ritrovai a mezz'aria sulla sua spalla mentre si dirigeva dentro casa. Lanciai un urlo allucinante e scalciai come un cavallo. 《Lasciami!》 Strillai. E lo fece, solo una volta che fummo a casa e con un piede chiuse la porta alle sue spalle. Mi vergognano come una ladra, evitavo il suo sguardo e muovevo i piedi sul parquet come una bambina. Il ricordo di quella sera, mi fece riempire gli occhi di lacrime. 《Scusa》, pigolai, gesticolando come un'ossessa.《Non avrei dovuto fare... quello. Non so cosa mi sia preso, davvero.》 Deglutii rumorosamente. 《Io...》
Stavolta fu lui a prendermi in contropiede. Mi baciò, così, dal nulla. Rimasi rigida, con gli occhi sgranati e i polsi bloccati dalle sue mani, poi schiusi la bocca quasi disperata, il sapore delle lacrime si confuse col suo e mi scostai malamente. Lo osservai: la guance rosse, il corpo scosso dalla tensione, le labbra che tremavano.
E mi arresi. La mia mente era improvvisamente vuota.
Un secondo dopo il delirio. Mi afferrò il volto e io il suo e le nostre bocche si schiantarono, letteralmente, con tanta foga che sentii male. Mi scappò un profondo gemito appena la lingua toccò la mia e forse ero ubriacata, ma sembrò che ogni cosa accaduta nella vita, fosse per regalarmi quel momento. Mi chiesi se tutti gli altri baci che avevo ricevuto potevano ancora considerarsi tali dopo questo.
E fu frenesia, passione, morsi al limite del doloroso, denti che cozzavano, respiri spezzati, ansimi; così piacevolmente straziante. Ci stavamo aggrappando all'altro e a me bastava.
《Gesù》, esalai.
《Voglio farlo da quando sei tornata》, gemette.
《Letto》, bofonchiai, telegrafica e mi dedicai al suo collo. Non ero lucida, sapevo solo che volevo quel momento da sempre. Ero in punta di piedi e dovette sollevarmi, con un braccio sulla vita, per facilitarmi. Riuscivo a immaginare una piccola Vivienne, che rappresentava la razionalità,  battere i pugni contro il mio cervello affinché smettessi di essere incosciente. Non sapevo quanto tempo fosse passato da quando lo avevo trovato con Sasha, non mi importava. Harry, per qualche strano motivo, voleva me e mi bastava.
Ridacchiammo come stupidi appena corse su per le scale e per poco non ruzzolammo giù. Effettivamente non era facile con me aggrappata al suo corpo mentre lo baciavo dappertutto. In corridoio sbattè contro un  soprammobile, poi fu la volta della mia testa. 《Ahia》, mi lagnai.
《Mi dispiace》, farfugliò. Fece scivolare le bretelle della canotta, poi quelle del reggiseno lungo le braccia e iniziò la sua tortura. 《Mi fai sentire un ragazzino eccitato.》
Aprì la porta della camera con tanta fretta che per poco non cademmo per terra. Repressi un sorriso e gli tolsi la t-shirt. Una meraviglia per gli occhi.
《Gesù.》 Era imbarazzante che non smettessi di nominare ogni Santo? Solo che... Harry era mozzafiato.
《Stai bene?》
《Non rivestirti mai più》, balbettai. Sperai mi capisse, infondo era un bel pò che non mi trovavo in una situazione simile.
Rise per la battuta e mi fece mettere i piedi per terra. Ci fu un secondo di silenzio e iniziai a sudare freddo.
《Ti voglio...》
Fu come ricevere un pugno allo stomaco. 《Davvero?》
Annuì e mi posò la mano sulla guancia, gliela strinsi per poi baciarne il palmo. Avanzò di un passo è poi ancora uno. 《Voglio fare l'amore con te, così piano da impazzire, da imprecare. Voglio stare dentro te - è inevitabile, fin da quando ci siamo rivistiti - così in profondità dimenticare qualunque cosa ci sia stata prima di noi e non desiderare niente dopo te.
Oh... Porca vacca!
Inspirai e tremante raggiunsi l'orlo della mia maglietta. Chiusi gli occhi e la sfilai. Pregavo che non fosse disgustato da ciò che nascondevo. 《Sei così bella.》
Per qualcun altro sarebbe stata frase di circostanza, stupida, ma quando si aveva un corpo deturpato come il mio non era tanto banale. Abbozzai un sorriso, tirando su col naso. 《Allora facciamo l'amore》, sussurrai.
Risi quando mi afferrò con poca grazia e mi lanciò sul letto. Mi misi in ginocchio e lo tirai per la cintola, anche lui rise e una volta sdraiati morse la spalla giocosamente.
Mi guardò in modo dolce, anche se dovevo essere un disastro.
《Che c'è?》 Domandai intimidita.
Sfilò l'elastico dai miei capelli e io lo imitai con i suoi. Erano lunghi e per qualche motivo ignoto li adoravo, ne scostai una ciocca dietro l'orecchio mentre seguiva i miei movimenti. Quando posai la mano sulla guancia, socchiuse gli occhi e inclinò il viso.
Il silenzio ci circondò per qualche secondo, c'era solo il rumore dei respiri affannati.
《Mi piaci, Viv.》 Mi accarezzò lo zigomo. 《Mi piaci davvero.》
Se non fossi stata disillusa, se non avessi preso troppi calci dalla vita e dal destino, probabilmente gli avrei creduto. Gli avrei lasciato prendere quel pezzetto di me che mi permetteva di rimanere con i piedi ben piantati per terra.
Cercai di baciarlo per zittirlo, mettere a tacere il cuore che non voleva sapere di starsene buono, ma si allontanò. Lo guardai confusa e mi regalò un sorriso mozzafiato.
《Facciamo le cose per bene》, propose, sottovoce. Si sedette tra le mie gambe e mi contemplò dall'alto. Dio, se mi fece arrossire. 《Smettila e vieni qui!》
Scosse la testa in segno di diniego e con i polpastrelli mi accarezzò la pancia fino ad arrivare al bottone degli shorts. Si inumidì le labbra per poi morderle, il sorriso quando notò la pelle d'oca mi accecò,  la malizia e quel pizzico di meraviglia sul suo viso erano sensazionali.
Mi baciò l'ombelico mentre faceva scivolare i pantaloncini lungo le gambe. 《Ho appena rivalutato le lucertole》, mi pungolò.  Mi coprii il viso ed emisi un suono tra l''imbarazzato e il divertimento. Avevo la biancheria spaiata, il reggiseno di cotone bianco mentre le mutandine erano rosa con i gechi verde fluorescente. Ero davvero oscena!
《Che cavolo ne sapevo che avrei fatto sesso. E comunque sono gechi》, protestai. Mi sollevò il ginocchio e vi posò un bacio nella parte interna, poi un'altro più su e così via fino a farmi gemere quando succhiò l'inguine.  Non resistetti e lo costrinsi a sovrastarmi. Mi baciò mentre sorridevamo come ragazzini. 《Viv?》
《Non dire niente》, supplicai. Evidentemente il dispotismo non gli piacque perché spinse i fianchi contro i miei, facendomi ansimare.
《Stronzo.》
Passò la lingua sulla clavicola, poi con le dita disegnò il profilo del mio volto, la delicatezza era spiazzante. Mi tempestò di baci a stampo che mi fecero ridacchiare come una bambina. Scontrò il naso col mio e mi baciò, piano, senza fretta, come se avessimo tutto il tempo del mondo.
Mi leccò il labbro inferiore e fermetti.
Ora qualsiasi ragazza sana di mente e con un tipo come lui, avrebbe agito come feci io in seguito: provai a liberarlo dai pantaloni.
Rivoltai le nostre posizioni. Era perfetto sotto il mio corpo. Baciai ogni tatuaggio, lo stomaco, la lingua passò sulla striscia di peli sotto l'ombelico, morsi quel filo di pancetta che trovavo attraente e la salivazione si azzerò di fronte alle ossa delle anche.
Il mio tallone d'Achille.
Anche lì c'erano dei tatuaggi, mi voleva morta! Alzai lo sguardo, Harry si contorceva mangiucchiandosi le labbra.
《Che devo fare con te?》 Sussurrai retorica.
《Non guardarmi così》, mormorò.
Avrei voluto fargli notare che adesso ero io a comandare, ma tacqui perché mi prese da sotto le ascelle costringendomi a raggiungerlo per un altro bacio spaccacuore.
L'avrei pagata cara, ne ero certa.
In qualche modo ci ritrovammo seduti, io sopra lui e mentre mi osservavo attorno alla ricerca dei pantaloncini, avvertii la chiusura del reggiseno cedere. Il respiro si spezzò appena la sua bocca mi fu addosso. Leggermente frastornata, recuperai il preservativo che avevo portato con me. Mi faceva paura che mio fratello avesse doti da veggente.
Misi l'involucro tra i denti mentre mi legavo i capelli in una cipolla alta. Harry seguì i miei movimenti a bocca aperta, mentre mi squadrava dalla testa ai piedi, mi lusingò, anche se arrossii.
《Perché te ne vai in giro con i preservativi?》
Feci spallucce, maliziosa, aprendo la patta dei suoi jeans. 《Ne vuoi davvero discutere adesso?》
Gli feci segno di alzare il bacino per sfilare i pantaloni.
Ridacchiò, baciandomi la guancia. 《No》 affermò, e sfacciatamente mi strizzò il sedere. Strinsi le labbra per non sorridere. 《Bravo ragazzo》, scherzai. Rise, divertito e mi fissò intensamente. 《Sei perfetta.》
《Harry》, gemetti, passando le mani sulla sua schiena. Sfregai il naso contro la spalla. 《Per la mia sanità mentale, fai qualcosa.》 Conclusi la frase mentre mi faceva sdraiare. L'atmosfera leggera sfumò e appena fummo nudi, pelle su pelle, mi agitai.  Sapevo che questa notte avrebbe cambiato non solo il nostro rapporto, ma anche me. Era la prima volta che facevo qualcosa di simile. Le risate, i baci fugaci, le carezze innocenti...
《Rilassati》, disse, affannato. Annuii tentennante. Poi il suo sguardo trovò il mio, le dita si intrecciarono alle mie e mentre respiravamo ansimanti e i nostri corpi erano sudati, fummo una cosa sola. Gli sfuggì una gemito e poggiò la fronte sulla mia. Mi sentii patetica perchè la certezza che fosse la cosa più naturale del mondo mi fece lacrimare. Nuovamente comunicammo senza parole. Fu come se in miei occhi si trasformassero in una macchina fotografica per immortalare istantanee di quel momento. Il modo in cui il suo corpo si inarcava contro il mio; la sua bocca rossa di baci e morsi che scorreva sulla mia gola; i segni che gli avevo impresso sul collo; i capelli sul viso; come batteva le palpebre, tentando di trattenersi; infine, come mi baciò il naso. E ci riuscii, mi toccò l'anima e vi incise il suo nome.

Fil rouge |h.s|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora