Apologize

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Sto ascoltando quello che dici
ma non riesco ad emettere alcun suono
dici che hai bisogno di me
poi vai via e mi stronchi
ma aspetta... dici che ti dispiace
non pensavi che mi sarei girato e avrei detto...

che è troppo tardi per chiedere scusa, è troppo tardi
ho detto che è troppo tardi per chiedere scusa, è troppo tardi

ti darei un'altra possibilità, cadrei, prenderei colpi per te
e ho bisogno di te come un cuore ha bisogno di battere
ma questo non è niente di nuovo

ti amavo con una passione rossa,
ma ora è diventata blu
e tu hai chiesto scusa come un angelo,
nonostante il cielo non sia adatto a te
ma ho paura che sia

troppo tardi per scusarsi , è troppo tardi
ho detto che è troppo tardi per scusarsi , è troppo tardi

è troppo tardi per chiedere scusa, è troppo tardi
ho detto che è troppo tardi per chiedere scusa, è troppo tardi
ho detto che è troppo tardi per chiedere scusa
ho detto che è troppo tardi per chiedere scusa

sono appeso alla tua corda
mi tieni sospeso a tre metri dal suolo...
Apologize- One Republic
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Strinsi i denti, distogliendo gli occhi da suoi. Volevo piangere e urlare allo stesso tempo. Se ne stava lì, con addosso i boxer neri e i capelli scompigliati e avrei voluto abbracciarlo e chiedergli perché si fosse accorto di me, ora che la mia vita era un disastro.
《Harry》, incespicai, mentre con lentezza studiata si sedeva su un gradino, restando lassù.
《Stai per scappare》, ripeté, passandosi le mani tra i capelli.
Mi conosceva, sapeva che sarei fuggita, catalogato l'accaduto come errore, anche se non lo era stato. Santo Cielo, aveva paura! E avrei dovuto farlo, dargli le spalle e dimenticare tutto - per il mio bene, sarebbe stata la scelta migliore - se questa storia fosse saltata fuori, avrei perso papà. E poi... Come potevo spiegargli che non ero più io?
Deglutii e mi fissai le mani, non avevo coraggio di ferirlo. 《Non si tratta di fuggire》, borbottai, scivolando per terra e avvolgendo la mia figura con le braccia. Con un'insulsa canottiera, mi sentivo fuori posto, più esposta di quanto non lo fossi stata quella notte tra le sue braccia.
《Di cosa si tratta allora?》
《Non capisci.》
Solo ora sapevo che quella notte era inevitabile. Prima o poi sarebbe accaduto, Sasha era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. L'idea che potesse prenderselo di nuovo mi aveva tolto il respiro. E avevo agito. Non volevo che fosse di nessun'altra se non mio.
《Cosa c'è da comprendere?》 Replicò, la sua voce tremava e fece male. 《Tu mi vuoi》, constatai.
《Sì.》
《No. Tu mi vuoi davvero》, obiettai.
Osservai la sua espressione confusa. 《Sì, ti voglio davvero.》
《Oddio》, gemetti disperata.
《Cosa c'è di sbagliato?》
《Tutto!》 Sbottai. 《C'è di sbagliato che non sono più la figlia che mio padre ha lasciato, che devo fingere, perché se sapesse veramente cosa sono gli darei un enorme dolore e di conseguenza morirebbe anche l'ultima parte di me che è umana.》 Mi morsi l'interno della guancia e percepii il sapore acre del sangue. 《Dio! Non sono più quella di prima. E penso anche che tu sia messo male quanto me. Perché due anni fa sarei stata la cosa migliore della tua vita, ma ora potremmo essere la rovina dell'altro e, nonostante tutto, mi vuoi.》
《La rovina dell'altro》, sospirò allibito. 《E se anche fosse?》
Sgranai gli occhi e lo fissai spiazzata.
《Se non fossi diventata questa mi vorresti?》 Lo pungolai.
Sbuffò e rimase in silenzio per un momento che mi parve infinito. 《Non lo so, Viv. Non so cosa sarebbe successo a me o a te se le cose fossero andate diversamente, ma ora sono qui e ti voglio più di qualsiasi altra cosa.》
Gli occhi pizzicarono e mi sfuggì un singhiozzo. 《Ti conosco come se fossi parte di me e credimi quando ti dico che sto combattendo contro me stesso per restare fermo e non toccarti. Sei come un animale spaventato, se mi avvicinassi troppo, fuggiresti a gambe levate. In questo momento nella tua testa si sta svolgendo l'inferno e hai paura.》
Non avevo parole, mi limitavo ad asciugare le lacrime a capo basso.
《Sei un pezzo di me, Viv. Tu con le tue paure e i demoni》 dichiarò. Avevo vissuto in una famiglia piena d'amore, eppure sentirmi dire che ero parte di qualcuno - parte di lui - era straordinario.
Chi mai ha il coraggio di farsi carico dei demoni altrui?
E mi mossi, gattonai fino a sedermi su un gradino. Cristo! Non ero abituata a qualcosa del genere. Non ero quel tipo di ragazza cui si dicevano frasi del genere.
Harry stava combattendo per me.
《Non ho niente da darti》, gli ricordai. 《Non sono niente...》
Solo un mucchio di mostri.
《E questa notte?》 Bisbigliò. 《Dio, Viv! È stato... Mi prenderesti per matto se te lo dicessi.》
Avanzai di altro gradino. 《Cosa?》
《Un giorno te ne parlerò》, propose.
《Perché non ora?》 Non comprendevo tanta riservatezza e comunque ne ero incuriosita, anche se adesso avremmo dovuto discutere di noi e non di un segreto.
Sì tirò i capelli indietro e si morse le labbra. 《Sto cercando non farti correre più lontano possibile da qui.》
《È qualcosa di brutto?》
Scosse in capo. 《Affatto》, sussurrò e mi regalò un sorriso triste. 《È una cosa bella.》
Mi sentii confusa. 《Allora come mai...》
Scrollò le spalle. 《Perché ti spaventano anche le cose belle.
Indietreggiai e per poco non ruzzolai giù, come se mi avessero dato uno schiaffo.
Le cose belle fanno male.
《Sono un disastro》, gracchiai.
《Secondo la tua logica anche io sono un casino, per cui va bene. Possiamo farlo.》
《Non... non posso.》
A quel punto alzò lo sguardo su di me, la sua sicurezza era tale da mettermi a tacere.
《E io non posso permetterti di uscire da qui, perché se lo fai, questa volta sarai tu a essere cieca. Lo so, Viv, hai tutte le ragioni del mondo a voler andare. Sono stato io il primo a ferirti, non sai quanto mi odio per questo, ma ora sono qui a implorare che non sia tu - adesso - a ferire me.》
Mi sembrò di non avere più il controllo del mio corpo mentre, come una bambina, salivo carponi per raggiungerlo. Fui in ginocchio di fronte a lui e gli afferrai il viso con le mani. Le mie azioni lo sconvolsero e questa volta fu lui a rimanere in silenzio. I suoi occhi erano lucidi.
《Ti prego, resta...》
Tirai su col naso e mi morsi le labbra. 《Sono un disastro, la mia mente lo è》, balbettai. 《Questa notte, dopo la doccia e quando ti sei addormentato, sono scesa per chiudere a chiave la porta di casa. Faccio degli incubi assurdi, quando mi sveglio spacco tutto ed entro in crisi. Ricordo sempre il tanfo del sangue e della mia pelle che brucia... Sono terrorizzata, Harry, da qualsiasi cosa, passo ogni momento della giornata a guardarmi alle spalle. Hai visto come sono ridotta, evito gli specchi se non sono vestita.》
Sospirò, come se avesse la certezza che non tutto fosse perduto e quella piccola luce di speranza, mi riempì il cuore. Davvero, non sapevo quel che facevo.
《Cambierò le serrature.》 Esordì. 《Dopo ogni sogno, spaccheremo tutto insieme.》 Mi baciò gli occhi.《Ti farò dimenticare quella puzza.》 Scostò la canotta dal seno e, senza saperlo, baciò la prima bruciatura che mi era stata inflitta. Trasalii, irrigidendo le braccia finché non mise il palmo sulla mia guancia e non potei evitare di sospirare di sollievo. Chiusi gli occhi e odiai sia me che lui.
《Starò sempre dietro di te e sarò io l'unica cosa di cosa di cui dovrai preoccuparti.》 Le sue mani scivolarono lungo il corpo, fino ai fianchi per avvicinarci. 《Ha provato a marchiarti, a farti credere di essere sua, a piegarti ma non c'è riuscito. Se vuoi distruggerò tutti gli specchi, finché non capirai che non c'è niente di sbagliato in te.》 E la sua bocca toccò la mia. E volli aggrapparmi alla sua forza. Sembrava possedere la capacità di baciare in cento modi diversi. E quel bacio sapeva di persuasione, dolcezza, speranza. Dio, stava facendo l'amore con me. Mi spaventavano le sue promesse, non volevo far affidamento su di esse.
《Giurami solo che non pretenderai niente da me.》
《Viv...》
《Prometti!》 Supplicai. 《Nessuna complicazione, per favore. Giura e io rimango.》
Annuì, anche se mi sembrò tentennante. Questa volta fui io a lambire la sua bocca e sfregai il naso contro il suo..
《Non scappi?》
Non farmi male.
Poggiai la fronte sulla sua e lui asciugò le mie guance umide. Sorrisi ancora e portai la sua mano sul petto, sopra il cuore. 《Sarai la mia rovina》, ricordai. E nonostante l'inquietudine nella mia voce, lui si illuminò. Compì il mio stesso gesto, il suo battito era forte, vivo per me.
《E tu la mia.》 E lui sorrise ancora.
Quel sorriso... la fine del mondo.

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