Tutti questi segni sul mio viso
Raccontano la storia di chi sono
Cosi tante storie di dove sono stata
E come sono arrivata dove sono
Ma queste storie non hanno significato
Quando non hai nessuno a cui raccontarle
E' vero
Io sono stata fatta per teHo scalato le cime delle montagne
Nuotato per l'oceano blu
Ma ,baby , io li ho superati per te
Perché anche quando ero squattrinata
Tu mi hai fatto sentire molto preziosa
Si lo fai
E io sono stata fatta per teVedi il sorriso che è sulla mia bocca
Sta nascondendo le parole che non escono
E tutti i miei amici pensano che io sia benedetta
Loro non sanno che la mia testa è incasinata
No,loro non sanno chi sono realmente
E loro non sanno cosa ho passato ma tu si
E io sono stata fatta per teTutti questi segni sul mio viso
Raccontano la storia di chi sono
Cosi tante storie di dove sono stata
E come sono arrivata dove sono
Ma queste storie non hanno significato
Quando non hai nessuno a cui raccontarle
E' vero
Io sono stata fatta per teoh si è vero
Io sono stata fatta per te
The Story- Brandi Carlile.
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Mi spuntò un sorriso appena le dita passarono sulla parete azzurro cielo. Guardai oltre la finestra che dava sul lago e il parquet usurato dal tempo. Il cottage non era cambiato di una virgola. Uscii dalla stanza e stavolta ci furono i muri verdi ad accogliermi. Percorsi il corridoio mentre la gonna del mio vestito giallo mi sfiorava le gambe. Oltre la zanzariera vidi Boris correre in giardino: gli piaceva stanare animali selvatici.
Sospirai, l'agitazione aveva trasformato il mio stomaco in una nocciolina. Ero tornata per la fine dell'estate, cosa mi aspettavo infondo Harry era a New York. Quando ero andata da Karen per... per informarla di cosa avrei fatto, l'avevo implorata di intercedere - non in modo esplicito - per me. In pratica doveva solo dirgli che ero a Martha's House. Solo che... era passato un mese e continuavo a sperare. Ogni giorno mi ripetevo che sarebbe stato quello buono ma non accadeva nulla. Ma - ehi! - ora avevo un rapporto più sano con me stessa. Undici mesi di terapia - che continuavo a fare via Skype - erano serviti. Kenneth non mollava la presa e tranne quando mi domandava: "E come ti fa sentire questo?", mi piaceva.
Guardai l'ora sull'orologio attorno al polso e afferrai il tablet, sedendomi sul gradino della porta sul retro. Meno di un minuto dopo il viso di Kenneth corredato dai baffi bianchi apparve sullo schermo. Ci dovevamo sentire due volte a settimana.
《Vivienne!》
《Dottor. Kenneth!》
Rise mentre ammiccavo.
《Ti trovo bene, hai preso un po' di colore.》
Sì, dopo che mi ero scottata nonostante avessi messo una crema solare con fattore di protezione trenta.
《Lei come sta?》
《Qualche novità?》 Chiese, ignorandomi. Distolsi lo sguardo, concentrandomi sull'erba alta almeno un metro. Sui graticci le piante rampicanti stavano ricoprendo parte della casa. Un'altra estate si stava concludendo ma il caldo continuava ad essere soffocante.
《Oggi è passato esattamente un mese e cinque giorni. Non... non credo verrà mai. Avrà una ragazza e una vita e... Cosa ci faccio qui?》
《Quando mi hai informato, cosa mi hai detto?》
Mi strinsi nelle spalle. 《Me lo ha fatto ripetere un centinaio di volte nell'ultimo mese!》
《Una in più non farà male, Vivienne.》
《Quando ho iniziato la terapia uno dei motivi era che volevo tornare ad essere quella ragazza prima dell'aggressione. Non sarò più quella persona ma questo non significa che ciò che sono non mi piaccia. Quello che è successo non cambierà mai, qualche volta tornerà a tormentarmi come qualsiasi male. È lì. Eppure adesso ho un cane che mi adora, che non ho ucciso dopo una settimana; le feste non mi mancano, i miei professori ripongono tante aspettative su di me e non ne ho paura. Ho responsabilità, speranze per il futuro. Sono riuscita ad affrontare Lyssa e accettare che non è colpa mia se non mi ha voluto.
E poi c'è Harry che... lui mi amava, davvero. Mi guardava come qualsiasi donna vorrebbe - come fossi l'Universo - e io non riuscivo a vederlo, convinta che non potessi essere amata. Non sono una sopravvissuta. Sto bene. Davvero. Ma... ci sono mancanze che non puoi sopprimere. Harry è qualcosa di costante, pulsa sempre sottopelle. È una malattia, un cancro alle ossa, si è attaccato così bene che non so dove inizio io e finisce lui. Non so neanche che vuol dire vivere una vita senza amarlo...》
Boris iniziò ad abbaiare e il rumore del motore di un'auto in lontananza mi fece saltare il cuore in gola.
《Oddio!》 Sbottai, scattando in piedi.
《Vivie-》
《È qui!》
Senza dargli possibilità di replicare chiusi la video chat e corsi dall'altra parte della casa. Arrivammo nello stesso istante e tremai. Ordinai a Boris di smettere di abbaiare, sembrava volesse sbranarlo.
Non riuscivo a muovere un muscolo. Era lì, appena sceso dalla macchina, se ne stava poggiato contro la portiera con lo sguardo duro. Le mani mi pizzicarono dalla voglio di toccarlo. Era cambiato; c'era sempre quel dannato cipollotto a legargli i capelli ma era diverso.
Si poteva amare tanto? Non me lo spiegavo, c'era solo lui nei miei occhi. Nonostante tutto, gli anni e le ferite.
《Hai un cane!》 Proruppe. Mi sfuggì una risata isterica. Quanto poteva essere interessato se aveva notato più Boris che me.
《È esattamente il tipo di cane che fa per te. Non sei tipo da barboncino.》
Sorrisi, concordando con lui.
《Mi chiedevo se prima o poi ti saresti stancata di aspettare》, continuò, incrociando le braccia al petto.
Era una prova?
Abbassai gli occhi, intimidita. Probabilmente aveva una ragazza.
《E ho saputo della tua impresa.》
Deglutii forzatamente. Avevo passato l'ultimo mese a "far pace" con la maggior parte degli abitanti di Blacksburg. Era un modo per chiudere col passato. Avevo ricevuto delle scuse, chiesto perdono, passato i pomeriggi a giocare a bridge con le pettegole; avevo incontrato Kyle e i suoi genitori, nei sei mesi in riformatorio aveva seguito una terapia comportamentale e quando non aveva avuto il coraggio di fissarmi negli occhi, lo avevo tranquillizzato stupendo me stessa; avevo parlato con papà di Harry, della mia eterna cotta che in realtà era amore da sempre.
《Già... Il buco non è male》, borbottai, la voce stridula e le mani sudate. Finalmente avevo avuto la forza di aprir bocca. E poi... 《Hai una ragazza?》 Domandai, senza che me ne rendessi conto. Sgranai gli occhi e feci un passo indietro.
《E tu?》
Mi tremò il labbro, stavo per piangere. Il problema dell'accettare emozioni e sentimenti era che i primi tempi dovevi trovare un modo per sfogarti. Le lacrime erano il mio metodo. Avevo quasi allagato lo studio di Kenneth a furia di piangere.
《Mi conosci, non ho storie d'amore》, gli ricordai.
Solo tu.
《E allora cos'era tra noi?》 Mi accusò. 《Io cos' ero?》
Tutto.
《Lo sai.》
Sospirò pesantemente. 《Hai chiesto perdono perdono a tutti, risolto tutte le situazioni in sospeso della tua vita》, affermò, arrabbiato. 《Perché non mi hai degnato neanche di un SMS?》
Non avevo coraggio.
《È una lunga storia.》
《Ho tempo.》
Passai le mani tra i capelli, innervosita. Credevo sarebbe stato più facile.
《Ho un terapista》, ammisi. Finsi di non notare il suo stupore. 《Ero rotta già prima che Marcus mi aggredisse, è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.》
《Per cui è colpa mia!》
Scossi il capo con forza. 《Non si tratta di colpe, Harry》, obiettai. 《C'entrava Lyssa, la mia famiglia che non prendeva sul serio i miei sentimenti e anche tu. Ci sono persone che riescono a reagire e altre crollano. Io l'ho fatto in silenzio, senza che nessuno se ne accorgesse.》
I suoi lineamenti si erano ammorbiditi e adesso era lui a evitare il mio viso. 《Cosa vuoi, Viv?》
《Non è ovvio?》
《Parla!》
Sbuffai, in preda al panico. 《Sono guarita.》
《Potevi farlo accanto a me.》
《No! Non capisci!》 Gridai.
《Non mi hai mai spiegato cosa ti accadeva nella testa. Ecco perché!》 Sbraitò.
《Ci avrei rovinati. Quei mesi che abbiamo passato qui dentro non erano la realtà. Una volta nel mondo reale avrei continuato ad accusarti e...》
《Accusarmi di cosa?》
《Di non essere stata il tuo primo amore mentre tu, per me, lo eri. Ed ero sicurissima che tu non potessi amarmi. Ero così accecata che non vedevo la parte fondamentale di tutto ciò, Harry.》
《E sarebbe?》
Strinsi i denti. Era lui quello bravo con i discorsi mentre io mi destreggiavo con parole incoerenti.
《Non importa chi sia stato il tuo primo amore, voglio essere l'ultima donna della tua vita. Il tuo ultimo amore. Non ti ho chiesto perdono perché non me lo merito, so che probabilmente ti sei rifatto una vita ma volevo farti sapere che ora l'ho capito... mi amavi.》
Mi amava, tanto. Era palese dal modo in cui mi toccava, mi rispettava, mi difendeva a tutto e tutti. Ma io ero cocciuta.
《E se hai una fidanzata a New York fa niente. Io ti aspetto. Perché - in qualche modo contorto - torniamo sempre l'uno dall'altro. Non lo vedi? Prima io che ti amo e tu che ami un'altra; poi tu che mi ami ma io sono troppo incasinata per accorgermene; ora... Ti aspetterò sempre, Harry, finché un giorno non saremo entrambi della stessa idea. Qualsiasi cosa faccia mi riconduce a te, sei il mio punto d'inizio, le mie fondamenta, e un giorno diventerò il tuo punto d'arrivo. Sono la donna della tua vita, io posso renderti felice, siamo nati l'uno per l'altro. Insieme... insieme potremmo essere straordinari.
E lo so che sono un disastro, lo sarò per sempre e continuerai a sconvolgermi con tutto quello che mi fai provare. Sei l'unico ragazzo che potrebbe farmi male, davvero, ma so anche che sei l'unico che preferirebbe morire anziché ferirmi.》
Scrollai le spalle, disarmata, col viso bagnato e con la maledetta voglia di stringerlo fino a morire. E i suoi occhi lucidi e il respiro pesante era un incentivo a continuare.
《Quando smetteremo di rincorrerci? Quando ci arrenderemo all'evidenza?》 Chiesi, disperata. 《Quando ci daremo una possibilità?》
《Una... una possibilità?》
《Voglio tutto!》 Ritrattai. 《Voglio le risate, i baci sul naso, le litigate e una casa in cui trovarti alla fine di ogni giornata. Non la voglio una vita senza di te.》
Il luccichio nel suo sguardo mi spinse ad avanzare.
《Fermati!》
Lo stomaco crollò sull'erba.
Non è servito a niente.
《Vuoi che mi metta in ginocchio? Lo faccio se vuoi ma...》
Non lasciarmi.
《Vuoi una possibilità, no?》 Mi provocò. Annuii tentennante.
《Allora prendi i documenti.》
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Fil rouge |h.s|
Fanfiction"Ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella" Come lo dimentichi l'amore della tua vita? Viv è tornata a Blacksburg e fa ancora parlare di sé. Eppure...