Reginetta di Bellezza a soli diciotto anni
lei, aveva alcuni problemi con se stessa
lui, era sempre lì per aiutarla
lei, apparteneva sempre a qualcun'altroGuidai per miglia e miglia
per poi bussare alla tua porta
ti avevo avuta tante volte ma in qualche modo,
voglio di più.Sarei disposto a trascorrere ogni giorno
dietro il tuo angolo sotto lo scorrere della pioggia
cercando quella ragazza dal sorriso spezzato
chiederle se le andrebbe di restare un po'
e lei sarà amata,
sarà amata...Colpisci la mia finestra, bussa alla mia porta
Voglio far si che tu ti senta incantevole
So che tendo verso l'insicurezza
Ma ormai non ha più importanzaNon sono sempre arcobaleni e farfalle
E' l'aver raggiunto un compromesso che ci fa muovere
il mio cuore è completo e la mia porta sempre aperta
Puoi venire ogni volta che vuoiSarei disposto a trascorrere ogni giorno
dietro il tuo angolo sotto lo scorrere della pioggia
cercando quella ragazza dal sorriso spezzato
chiederle se le andrebbe di restare un po'
e lei sarà amata,
sarà amata...So dove ti nascondi
Sola nella tua auto
Comprendo tutte quelle cose che ti fanno essere ciò che sei
So che un addio non significa nulla di fatto
Torna indietro e mi implora di raccoglierla ogni volta che cadeColpisci la mia finestra, bussa alla mia porta
Voglio far si che tu ti senta incantevole
So che tendo verso l'insicurezza
Ma ormai non ha più importanzaSarei disposto a trascorrere ogni giorno
dietro il tuo angolo sotto lo scorrere della pioggia
cercando quella ragazza dal sorriso spezzato
chiederle se le andrebbe di restare un po'
e lei sarà amata,
sarà amata...
She will be loved - Maroon 5
----------------------------------------------------
Mi stavo dirigendo alla cucina della locanda. Quella mattina ero uscito di casa trafelato e non avevo potuto fare colazione. Mentre camminavo, salutando i Clark - una coppia sulla sessantina provenienti da Atlanta - notai un gruppo di dipendenti col naso appiccicato alla vetrata che dava sul bar. Erano tutti maschi e cercavano di non dare nell'occhio. Odiavo i ragazzini che Richard si ostinava ad assumere nel periodo estivo, erano delle teste di cazzo chiassose e prendevano tutto alla leggera solo perché in autunno sarebbero tornate alle loro Università; per non parlare di come facevano i marpioni con le turiste. Richard ci rideva su e finché non superavano i limiti non li riprendeva.
Il loro atteggiamento mi insospettì, in quel periodo l'ala in cui c'era il bar aveva subito dei danni per delle infiltrazioni del piano superiore, per cui non vi era motivo che fossero appostati lì a sghignazzare.
Avevo passato la notte insonne per chissà quale motivo per cui ero irritato, soprattutto perché non avevo ancora bevuto il mio caffè. C'era la possibilità concreta che li licenziassi, senza nessuna revoca.
Mi avvicinai silenziosamente e per la miseria! Mi prese un colpo. Che cazzo ci faceva lei lì? E perché ballava?
《Non dovreste lavorare?》 Chiesi, ai sei idioti con la bava alla bocca. Tutti scattarono come molle e un paio di loro se la filarono senza rispondere.
《Harry》, scattò Jerry, il più coglione di tutti. 《Noi...》
《Il turno inizia tra dieci minuti》, si giustificò Micheal, compiaciuto.
《Per cui state qui a fare i guardoni?》 Replicai, infastidito.
《Harry》, subentrò Randy. Lui, forse, non mi stava sulle palle. Era gentile e nel suo sguardo non c'era malizia ma solo curiosità, a differenza degli altri zoticoni. 《Non siamo dei pervertiti》, continuò, per alleggerire la tensione.
《Non sembrerebbe》, constatai. 《Sapete perché è lì dentro?》 Continuai, evitando di fissarla. Viv aveva carisma, una volta che ti concentravi su di lei era difficile distogliere lo sguardo.
《È incazzata e suo padre l'ha spedita qui per distrarla. Mezz'ora fa stava dando una pulita alle stoviglie, poi si è messa a ballare》, spiegò Danny.
《Cazzo se è figa!》 Esclamò Jerry, dando una gomitata goliardica a Danny.
Chiusi gli occhi, provando a rilassarmi.
《Secondo voi cosa ha fatto alle gambe?》
《Ho sentito dire che è stata coinvolta in un incidente stradale》, rispose Randy.
《Peccato》, ribattè l'altro.
《Chi se ne importa dei graffi, io me la farei》, affermò Danny, facendo ridere gli altri.
A quel punto non ci vidi più! 《Tutti a lavoro!》 Urlai, attirando l'attenzione di qualche cliente.《È la figlia di Richard, idioti!》
Sentii la rabbia montare e le mani tremarono dall'esigenza di prenderli a pugni. Odiai anche Viv, non c'era nessuna ragione che ballasse in quel modo, non davanti a chiunque. Era assurdo che non si fosse accorta che un branco di depravati se la stesse mangiando con gli occhi.
《Parlate di lei ancora in questo modo e prometto che farò in modo che suo padre e i suoi fratelli vi uccidano!》
Sbiancarono e sparirono senza replicare. Era noto perfino ai muri la gelosia quasi morbosa dei Butterfield per l'unica donna della loro famiglia. Solo un suicida li avrebbe affrontati.
Teste di cazzo!
Sospirai pesantemente. La guardai, sorrisi senza volere. Merda! Era perfetta.
Il volume dello stereo era sparato al massimo, il bancone era diviso tra i bicchieri che aveva già lavato e asciugato e quelli ancora sporchi, gli sgabelli erano impilati uno sull'altro e c'era uno spolverino e qualche straccio buttato qua e là.
E poi c'era lei. Aveva i capelli quasi arricciati sul viso, indossava un vestito giallo - da far male agli occhi - con le maniche corte e la gonna svasata che di tanto in tanto afferrava tra le dita.
Vivienne era davvero bellissima, senza se o ma. Lo era sempre stata ma due anni prima aveva i tratti infantili, ora erano più decisi, da donna. Gli zigomi erano più marcati, le forme morbide e ammalianti, il seno pieno e le gambe affusolate. E poco importava che fossero ricoperte da cicatrici.
Per giustificarle, Richard aveva diffuso la voce dell'incidente in cui il parabrezza era imploso, ferendole le gambe. Non sapevo come fossero andate veramente le cose, sospettavo che sotto i vestiti si nascondessero altre cicatrici. Qualche volta mi era capitato di intravedere piccoli segni sul petto ma prima che potessi osservarli con attenzione, Viv si copriva.
Era piccolina, vivace, piena di vita, stentavo a credere che fosse una sopravvissuta. Avevo paura che la ragazza di un tempo non esistesse più.
Tutto era iniziato parecchie settimane prima. Una notte Richard mi aveva telefonato e imposto di gestire la Red Flower fino a tempo indeterminato, poi era scomparso per una settimana.
Al suo ritorno sembrava un'altra persona e quando ero andato a casa sua per chiedere spiegazioni, mi aveva ordinato di abbassare la voce perché Vivienne dormiva.
Sua figlia, Viv, che era scomparsa per due anni; la ragazzina che non avevo trovato al rientro dalla Luna di Miele e che avevo imparato ad apprezzare nella sua assenza.
Me l'hanno uccisa, Harry. Un pazzo stava per portarmela via.
Ed era stato un susseguirsi di eventi che mi avevano condotto in qualcosa che non riuscivo a decifrare. Sapevo solo che Viv era un uragano di emozioni e quando sorrideva ti faceva sentire un bastardo fortunato.
Avevo sempre creduto che la sua cotta fosse di poco conto; anni fa, mi metteva sempre in soggezione il suo atteggiamento deciso, nonostante non fosse altro che un'adolescente. Viv mi aveva sempre imbarazzato. Spigliata, sorridente, maliziosa, maschiaccio quando guardava le partite di football con i suoi fratelli e femminile col rossetto rosso sulle labbra a forma di cuore. Aveva sempre attirato l'attenzione di tutti. Dalle vecchiette - che spettegolavano perché Richard le concedeva tanta libertà - ai ragazzini eccitati, alcuni superavano la fobia di dover far i conti con gli uomini della sua famiglia, altri si limitavano a desiderarla da lontano. Riceveva tanti sguardi non tanto per il suo aspetto, perché era fuori dagli schemi e non le interessavano le opinioni altrui.
E davvero fin quando c'era stata, fin quando l'avevo vista aggirarsi alla locanda, non avevo mai pensato a lei se non come una sorellina.
Poi il giorno - quello che avrebbe dovuto essere più importante della mia vita - mi aveva la scagliato addosso la bomba. Di quella sera ricordavo il suo colorito pallido, il vestito azzurro sagomato sul corpo e il modo in cui ammise di amarmi. Forse fu in quel momento che smisi di vederla come una bambina. Il suo tono di voce, gli occhi spenti, il sorriso finto; Viv era bella in modo inquietante, algida e distaccata. In un istante, quella che avevo sempre catalogato una stupida infatuazione mi si era rivoltata contro e mi parve palese che mi amasse. Nessuna ragazza, neanche Sasha - la donna che avevo sposato - aveva detto di amarmi come se non vedesse altro che me. Ma lei sì, un po' brilla e instabile sui tacchi alti mentre si aggrappava a me, lo aveva fatto. La ragazzina si era dimostrata più donna di chiunque altro ed io le avevo spezzato il cuore. Quando se n'era andata, dato le spalle, avevo guardato Sasha e sentito una pressione al petto.
Probabilmente non avrei mai dimenticato il suo discorso.
Mi aveva fottuto il cervello! Lei, il suo ritorno, i sorrisi ammiccanti e come mi faceva sentire. Da una parte come se nella vita non avessi fatto altro che cazzate, dall'altra come se fossi giusto. Il che era strano, non sapevo se esistesse una sensazione del genere.
Talvolta mi illudeva che potessi rimediare, altre che non ci fosse niente da fare. Paradossalmente ora aveva lei il coltello dalla parte del manico. Adesso ero io a notare ogni minimo dettaglio mente per lei ero un semplice amico.
Tornai alla realtà e provai la pace assoluta mentre alzava le braccia al cielo e chiudeva gli occhi. Sorrise un po', la luce del giorno, che penetrava dai finestroni, s' infrangeva sul suo corpo. Compì dei brevi passi a destra e sinistra, i fianchi si mossero sinuosi e la gonna ondeggiò attorno alle gambe. La manica del vestito scivolò, scoprendole la spalla e con le dita sfiorò la clavicola fino a raggiungere il tessuto e riportarlo al suo posto. Tutto questo mentre le sue labbra sussurravano le parole della canzone. Aveva solo vent'anni ed era dannatamente consapevole di sé stessa e delle reazione che suscitava sugli uomini.
Dio! Non riuscivo a respirare. Ero letteralmente imbambolato a fissarla, come un maniaco, ma come potevo solo pensare di distogliere lo sguardo se la causa della mia insonnia era lei?
Spero anche che tu non riesca mai ad aprire gli occhi, per renderti conto che hai avuto la donna della tua vita a un passo da ten ed essertela fatta scappare via.
Ero nei guai!
-----------------------------------------------
Credo che l'idea mi sia venuta lo scorso capitolo quando lui ammetteva di averla spiata mentre ballava. Non è un capitolo vero e proprio, come dice il capitolo un missing moment. Non ho voluto specificare che era dal punto di vista di Harry perché volevo scioccarvi.... jahahahahah
Sinceramente non credevo che avrei mai scritto dal punto di vista maschile, non ne sono capace, a malapena capisco le ragazze - e io sono una ragazza - figuriamoci un ragazzo.
Per chi non ricordasse, l'ultima frase in corsivo è quella che gli dice lei, durante il ballo del matrimonio. Considerate che l'ho scritto in meno tre ore, mentre aspettavo di mangiare... della serie "ho mangiato a pranzo a panino e adesso non ci vedo più dalla fame, per fortuna che mangerò le lasagne!!" Comunqueeeeee...
Non lo so, fate voi, volevo spiegare com'era l'Harry di questa storia ma non credo di esserci riuscita.
Se vi va datemi dei suggerimenti, votate e commentate.
STAI LEGGENDO
Fil rouge |h.s|
Fanfiction"Ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella" Come lo dimentichi l'amore della tua vita? Viv è tornata a Blacksburg e fa ancora parlare di sé. Eppure...